Sappiamo tutti il costo, in termini di vite umane per l'Africa (e non solo), quando si è scatenata l'epidemia di ebola.
E cioè dall' ottobre 2014 al febbraio 2015.
E si parla della fase peggiore.
Oggi, infatti, non possiamo dire con certezza che il virus sia stato completamente debellato,specie in quelli che sono i contesti più poveri e quelli più carenti di strutture e sevizi sanitari.
Il libro di Roberto Satolli e Gino Strada,"Zona rossa", prova a raccontare, con lucidità etica e politica, cosa è stata l'epidemia di ebola in Sierra Leone, dove sono stati coinvolti in prima persona i medici e tutto il personale sanitario di Emergency.
Interessante è nel libro il contributo di Fabrizio Pulvirenti, il medico siciliano,contagiato e poi guarito,dopo essere stato trasportato e ricoverato d'urgenza allo Spallanzani di Roma.
Coinvolge nella lettura, in particolare, oltre alle necessarie informazioni mediche, la descrizione del contesto molto povero di mezzi e il rapporto esistente tra medicina e diritti umani.
In poche parole la reale discriminazione esistente tra malati che possono permettersi le cure (di serie A) e malati che non possono (di serie B).
Che poi è un discorso che , in Africa come in tutte le realtà in via di sviluppo, non riguarda solo malattie come l'ebola, autentico flagello, ma anche malaria, tubercolosi e il comunissimo morbillo per i piccoli etc..
E non dimentichiamo affatto l'aids, i cui costi per le cure non sono certo accessibili ai più poveri.
Il che, una volta contagiati, equivale per i malcapitati a un'autentica condanna a morte.
Il titolo del libro, "Zona rossa", scaturisce dalla denominazione dell'area dove sono ricoverati i malati di ebola e dove il personale medico deve entrare, di necessità, protetto e agire con moltissima cautela.
Marianna Micheluzzi (Ukundimana)