Zootropolis: incontro coi registi Byron Howard e Rich Moore - Intervista

Creato il 01 febbraio 2016 da Lightman

Abbiamo incontrato a Roma i registi di Zootropolis Byron Howard e Rich Moore: ecco cosa ci hanno raccontato a riguardo del nuovo lungometraggio d'animazione Disney in arrivo il 18 febbraio in tutte le sale.

Si è svolta oggi l'anteprima e la conferenza stampa di Zootropolis , il nuovo classico di animazione dei Walt Disney Animation Studios, in uscita il nelle sale italiane 18 febbraio. Abbiamo incontrato a Roma i registi Rich Moore e Byron Howard, il produttore Clark Spencer ed i membri del cast vocale italiano Massimo Lopez, Teresa Mannino, Paolo Ruffini, Frank Matano e Diego Abatantuono, che hanno risposto alle domande sul processo di doppiaggio e sulla loro personale esperienza a contatto con l'ultimo Classico Disney. In attesa di potervi proporre la nostra recensione del film (online dal 13 febbraio) scopriamo oggi cosa ci hanno raccontato i registi: domani sarà la volta dei talent!

Judy & Nick

Zootropolis è sicuramente un concentrato di tradizione e di modernità, come lo avete affrontato come sfida e come progetto complessivo?
Rich Moore: Ciò che volevamo fare era portare sul grande schermo un racconto senza tempo, che avesse l'appeal e il design dei classici film Disney come Robin Hood o Il Libro della Giungla, con le tecnologia dell'animazione moderna. Era proprio questa fusione di elementi a piacerci. È stato Byron ad avere l'idea originale di pescare dalla tradizione ma di reinventarla con un film di animali parlanti che fosse assolutamente contemporaneo.
Byron Howard: E volevamo soprattutto che il film fosse divertente! Vediamo gli animali che usano smartphone e social nonché molti riferimenti alla cultura americana. Per esempio, il dipartimento di motorizzazione negli Stati Uniti ha delle procedure lentissime, un elemento che abbiamo incluso nel nostro film. Questo mondo è pieno di analogie con il nostro: è un mondo animale ma ha molte similitudini con quello umano. Gli animali vanno al lavoro ed hanno la nostra quotidianità. Abbiamo preso cose tipicamente umane e le abbiamo rivisitate in chiave animalesca. Ad esempio ci siamo detti "Perché non rappresentare la motorizzazione di Zootropolis riempendola di bradipi?". E mi sembra di capire che anche gli italiani abbiano un pessimo rapporto con la burocrazia! (ride)
Il film ha anche un taglio poliziesco, vi siete ispirati a qualche film di genere in particolare?
Rich Moore: Assolutamente sì! Dalla sceneggiatura in poi, abbiamo rivisitato molti film come Chinatown, L.A. Confidential, Il Terzo Uomo e tutti i film polizieschi e i buddy movie degli anni '80 come 48 Ore con Eddie Murphy e Nick Nolte, Arma Letale e Beverly Hills Cop! Li abbiamo guardati per estrapolarne alcuni elementi chiave, proprio perché sapevamo di voler realizzare un film poliziesco. Credo sia la prima volta che la Disney lo faccia da tempi di Basil l'Investigatopo!
Byron Howard: L'idea del poliziesco è una scelta che è emersa subito anche dagli storyboard. Inoltre abbiamo considerato che per molti bambini, probabilmente, questa sarebbe stata la loro prima storia poliziesca in assoluto. Una grossa responsabilità, perché significa farli avvicinare al genere, forse per la prima volta in vita loro, attraverso un film di animazione.
Clark Spencer è in Disney dai tempi di Lilo & Stitch. Come è stato vissuto il cambiamento degli ultimi anni dopo l'arrivo di John Lasseter?
Clark Spencer: John Lasseter ed Ed Catmull sono arrivati in Disney dieci anni fa e da allora è davvero cambiato tutto. La rivoluzione più grande è stata togliere i film di animazione dalle mani dei dirigenti ed affidarli ai registi. Il team creativo che si è creato è davvero straordinario. Lo chiamiamo lo story trust: un gruppo di registi, disegnatori, sceneggiatori e creativi che lavorano tutti insieme, guardano film e si scambiano opinioni, pareri e soprattutto competenze. Tutto questo ci ha spinto, lavorando insieme, a raggiungere nuove vette che sarebbero state impossibili da toccare senza la collaborazione di tutti. A Hollywood, al momento, siamo l'unico studio all'interno del quale così tanti registi collaborano insieme. L'obiettivo è sempre realizzare il miglior film possibile, a prescindere da chi sia alla guida del progetto.


In Big Hero 6 era palese che San Fransokyo fosse l'unione di due diverse città. Quali città ci sono in Zootropolis?
Byron Howard: Ci sono moltissimi elementi diversi, certamente non solo americani! Il nostro team è fatto di 800 persone che vengono da ogni parte del mondo, quindi è stata nostra responsabilità essere del tutto cosmopoliti. Abbiamo guardato a in particolare a Shanghai, Hong Kong, Tokyo, Barcellona, Roma,Parigi e New York. Abbiamo creato i distretti cittadini e tante aree dove ognuno può riconoscere una realtà più vicina alla propria. Zootropolis non doveva apparire come una città prevalentemente americana, ma essere una sintesi della cultura metropolitana globale. Una vera e propria città del mondo.
La città sembra una città ideale, ma il film è molto realistico. Ci accorgiamo subito che anche Zootropolis ha i suoi problemi...
Rich Moore: Sì, volevamo che Zootropolis fosse assolutamente realistica, che sembrasse una vera città, dunque sia con i suoi lati positivi che con i suoi problemi. Il mondo, del resto, non è perfetto e ha i suoi guai. Essere cittadini del mondo significa, innanzitutto, rendersene conto. Judy è un'eterna ottimista, ma impara anche che per cambiare il mondo bisogna essere, dentro di noi, le migliori persone possibili. È una storia di maturazione, che porta i protagonisti ad essere una versione migliore di se stessi.
Clark Spencer: Quello che mi ha affascinato, quando sono entrato nel progetto ormai quattro anni fa, è stato il modo con il quale Rich e Byron avevano creato questo mondo così grande e variegato, con quest'idea fantastica dell'evoluzione animale grazie alla quale tutti hanno capito come convivere pacificamente. E il rapporto che si crea tra i due protagonisti è fantastico, per non parlare della personalità di tutte le altre specie animali. È anche in questo che stanno gli aspetti più belli e divertenti della storia. Quello che volevamo fare era proprio mantenere la tradizione dei classici Disney ma immergerla in un mondo moderno, raggiungendo il giusto equilibrio.

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