Il mio ricordo più vecchio che si lega a queste simpatiche zucche “ornamentali” fa parte dell’infanzia. Pare che a mio nonno Daniele non dispiacessero, tant’è che a casa qualche zucca in esposizione l’abbiamo sempre avuta. Poi un giorno, sfogliando non ricordo nemmeno quale libro, scopro che quelle buffe figlie di mamma natura non sono solo ornamento, ma localmente sono state impiegate per conservare acqua e vino. “Bello” penso io, e mi informo sulle tecniche di decorazione, per quanto, ad essere sincera, fin ora ho trovato davvero poco.
Quel che conta è che abbia deciso di riproporre in chiave moderna la funzione antica delle zucche sarde. Quella che avevo a casa era leggermente macchiata, temo a causa di una cattiva essiccazione, eppure quelle macchie le regalano un non so che di personale.
Ho tagliato il tappino con un coltello seghettato, cercando di seguire una linea retta (fin quando possibile). Ho vuotato l’interno della zucca, ho piantato alcuni dei suoi semi, l’ho lavata, lucidata con la cera di api e dopo averla fatta asciugare l’ho riempita con dello zucchero di canna.
E ora è nella mia cucina, più sciccosa e luccicante che mai. Adorabile.
Prossimi step? Decorare queste favolose zucche e usarle per conservare del fil’è ferru!