Cara Virginia, dall’inventore della metafora della Modernità liquida, cos’altro ci si poteva aspettare se non una conferenza avvolgente e liscia come un liquido? Parlava un inglese pulito e preciso ma con un accento molto forte (polacco, I suppose). Parlava con una calma e una semplicità che mi hanno incantato.
Guardate che meravigliosa espressione ha Zygmunt Bauman
E se è vero, come diceva qualcuno di quelli che non la trovano mai pari, che non ha detto nessuna novità folgorante, è vero che il senso complessivo che arrivava dal suo discorso era che internet è quello che è, uno strumento che ci dà e ci toglie, bisogna solo saperlo, e che della rivoluzione digitale nel mezzo della quale ci troviamo non possiamo prevedere le conseguenze.
Ed ecco l’espressione di Martin Lutero…
Con grande nonchalance ha raccontato che di sicuro Gutemberg, quando ha inventato la sua macchina da stampa, non sapeva e non poteva sapere che un certo Lutero l’avrebbe usata per far leggere la Bibbia a tutti, e che la Chiesa se la sarebbe presa così a male da combattere guerre religiose per 100 anni…
E noi, sì, speriamo che la nostra rivoluzione digitale non sia cruenta e non ci stritoli. E come sempre possiamo fare il nostro pezzetto, occuparci della nostra vita, darle un senso, affrontare le difficoltà che ci si parano davanti e magari alla fine essere anche soddisfatti, se non felici, di quello che abbiamo fatto.
Certo che differenza, Virginia, rispetto ai sociologi di quando studiavo io, quelli della scuola di Francoforte o anche il mitico Pierre Bourdieu, che dovevi leggere i loro libri tre volte prima di aver capito di cosa stavano parlando, che ci si faceva sopra dei seminari decifrandoli. Com’è cambiato il mondo da allora: i sociologi di 30 anni fa non avrebbero mai pensato di parlare d’amore (a parte Alberoni, che però l’ha fatto dopo)!
Grazie a Meet the media guru per averci portato Bauman!
Admiring Antonia
Cara Antonia, Bauman mi è sempre piaciuto per la semplicità con cui spiega cose complesse e legge i nostri tempi a volte eccessivamente complicati. Mi dico che spesso è la calma e la semplicità a dar luce al caos. Se abbiamo paura, non c’è altro modo per sedarla, che attraversarla tutta, respirando profondamente in modo da calmare il battito impazzito del cuore. Personalmente son convinta che nonostante gli anni di evoluzione il genere umano abbia lati oscuri, che zampillano e azzerano l’evoluzione, talvolta. Quindi a volte la paura dell’ignoto mangia l’anima, come disse Fassbinder nel suo film, ma io direi anche che fa crescere e che le rivoluzioni servono, cruente o meno. La variabile è il senso critico, quello che ciascuno di noi può mettere e perchè no, un pò di buone maniere.
Virginia