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Il Tea Party e la difficoltà di raggiugere accordi bipartisan tra repubblicani e democratici

Creato il 29 luglio 2013 da Pfg1971

Il Tea Party e la difficoltà di raggiugere accordi bipartisan tra repubblicani e democratici

Il 24 luglio scorso, con un voto bipartisan, la Camera dei Rappresentanti ha bocciato un emendamento che avrebbe tagliato i finanziamenti alla raccolta dati della National Security Agency, denunciata al Guardian da Edward Snowden ai primi di giugno.

 

Secondo The Nation, la recente decisione della Camera sarebbe l’unico momento di reale accordo bipartisan tra i due maggiori partiti dal 2009.

 

Non vi è dubbio che gli anni della presidenza di Barack Obama sono stati punteggiati da una continua tensione tra democratici e repubblicani: una ininterrotta serie di ultimatum, crisi, ostruzionismo e voti fortemente identitari.

 

Ad esempio, ad appena un mese dall’insediamento di Obama, nessun repubblicano alla Camera e solo tre al Senato votarono a favore del pacchetto di misure di stimolo all’economia e che per ben 37 volte la House of Representatives, dominata dai conservatori, ha votato per abolire la riforma sanitaria del presidente.

 

L’insorgere nel partito repubblicano del Tea Party, frangia antitasse e antistatalista, nelle elezioni di mezzo termine del 2010 è stata, insieme ad altre, una delle cause dell’acuirsi dei contrasti tra i due partiti.

 

Infiammati dal voto favorevole del Congresso alla “Obamacare”, la riforma della sanità voluta dal presidente, vista come massima espressione di uno stato capace di introdursi in ogni singolo aspetto della vita dei singoli e sostenuti anche da finanziamenti di grandi gruppi economici privati come i fratelli Koch (contrari, a causa dei loro interessi economici, ad alcuni accenti ecologisti del primo Obama) , i tea partiers hanno cambiato il volto del partito repubblicano.

 

Il Gop è stato in buona parte monopolizzato dalle parole d’ordine del Tea Party: la rivolta antitasse, la lotta contro lo stato e il sostegno al taglio dei programmi sociali.

 

Secondo uno studio del William and Mary College, riportato da Peter Beinart, gli esponenti del Tea Party sarebbero diventati componente più importante degli elettori del partito repubblicano.

 

Una vera e propria “fanteria” molto più conservatore degli altri appartenenti al Gop.

 

Una coloritura ideologica che li rende poco propensi a raggiungere compromessi con i propri avversari politici, come sarebbe normale nella ordinaria dialettica democratica.

 

I loro rappresentanti al Congresso lo sanno e sono costretti ad assecondarli, consapevoli che, alle successive primarie, potrebbero essere sconfitti da candidati più accomodanti con l’estremismo dei tea partiers.

 

E questo nonostante un sondaggio NBC/Wall Street Journal, abbia evidenziato che solo il 22% degli americani sia convinto che il Gop abbia interesse a unire il paese secondo una logica bipartisan.

 

Di qui, il continuo scontro tra i due maggiori partiti.

Il Tea Party e la difficoltà di raggiugere accordi bipartisan tra repubblicani e democratici

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