Magazine Ecologia e Ambiente

08/04/2014 - IBL: Trivelle e segreti: il (pericoloso) ruolo delle società partecipate secondo Renzi

Creato il 08 aprile 2014 da Orizzontenergia
IBL: Trivelle e segreti: il (pericoloso) ruolo delle società partecipate secondo RenziIntervenendo a “Otto e mezzo”, Matteo Renzi ha dichiarato che “l’ENI è oggi un pezzo fondamentale della nostra politica energetica, della nostra politica estera, della nostra politica di intelligence. Cosa vuol dire intelligence? I servizi, i servizi segreti”. Il primo ministro voleva probabilmente fornire un argomento convincente, contro la cessione delle quote di ENI ancora in mano pubblica. A noi non pare proprio.   Anzi, le parole di Renzi sono preoccupanti e gravi.   Se esse corrispondono al vero, c’è da chiedersi quale sia il livello di sicurezza degli italiani che lavorano per ENI in aree politicamente instabili. In quelle zone del mondo, vi sono senza dubbio organizzazioni più o meno legali e più o meno contigue ai governi che potrebbero avere interesse a mettere sotto torchio individui ritenuti detentori di informazioni.   Se già sono considerati “un pezzo di intelligence”, vuol dire che che lo Stato ha delegato loro un ruolo difficile e delicato, senza gli strumenti che l’intelligence ha per proteggersi. Se non erano ancora considerati tali, Renzi, certamente senza volerlo, li ha esposti a un rischio grande e che non sono, naturalmente, pronti a fronteggiare. Se si è fatto prendere la mano e ha “ingigantito” la realtà dei fatti, un vasto universo di persone poco raccomandabili da oggi può presumere, riferendosi a una fonte autorevolissima, che le cose stiano in quei termini.   Questa uscita del primo ministro sull’ENI arriva dopo una polemica sui requisiti di onorabilità degli amministratori delle aziende pubbliche, che il premier ha cavalcato e sta cavalcando. Indubbiamente, parlando dell’ENI come di un pezzo di Stato, e anzi quello che ne rappresenta una delle funzioni essenziali, la sicurezza nazionale. anziché come di un’impresa, il premier ha voluto dar forza all’idea che le leve del comando debbano essere maneggiate da persone la cui onorabilità e probità non può esser messa in dubbio nemmeno per un istante da una presunta e ancorché infondata accusa.   Il Presidente del Consiglio, se quello era il suo obiettivo, non ha fornito un buon argomento per mantenere l’ENI saldamente in mano pubblica. Non ha neppure fornito un buon argomento per farla gestire da “persone affidabili”, e non da manager capaci di perseguire esclusivamente il profitto. Ha dimostrato al contrario che al controllo del Tesoro si accompagna, necessariamente, una situazione di opacità degli obiettivi e di confusione dei ruoli.   E basta, del resto, che il Presidente del Consiglio pensi, a torto o a ragione, che una impresa partecipata sia una strumento politico, perché essa, agli occhi del mondo, lo diventi. Indipendentemente dagli sforzi fatti dal management per difendere la propria indipendenza e la propria capacità di gestione. Non sarà mai troppo presto, per ritornare a parlare di privatizzazioni. Fonte: IBL

 


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :