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20 campi da golf per il turismo d’élite

Creato il 01 giugno 2011 da Trame In Divenire @trameindivenire
20 campi da golf per il turismo d’élite

Campo da golf a Fasano

Il piano di sviluppo turistico per il comprensorio dei trulli.

Lo scorso 15 aprile presso la sala di rappresentanza del comune di Fasano, i sindaci dei comuni di Ostuni, Ceglie Messapica, Carovigno e San Michele Salentino, hanno presentato il “Piano di sviluppo turistico del comprensorio Terra dei Trulli”.

In cosa consiste? Sulla spinta di Invitalia (l’Agenzia nazionale per l’attrazione di investimenti e lo sviluppo d’impresa Spa, di Roma) e “Italia Turismo Spa” (società controllata da Invitalia), i suddetti sindaci si prefiggono di realizzare un totale di 20 campi da golf necessari a creare un ricco percorso golfistico diffuso in tutta l’area. Un ottimo modo per attrarre turismo d’élite in strutture ricettive appropriate.

Strategie finanziarie

Ne consegue – come si evince dalle premesse del protocollo – che a supporto del percorso saranno necessarie altre e tante strutture ricettive di alta fascia: dalle 5 stelle in su. Oltre ai villaggi e masserie trasformate in resort già esistenti ne sorgeranno tanti altri. Il tutto sarà promosso innanzitutto dai comuni, che provvederanno a fornire gli strumenti amministrativi alla realizzazione del progetto intervenendo sui piani regolatori. Dall’altra parte ci sarà Invitalia che fornirà agli investitori gli strumenti finanziari e la consulenza necessarie per attingere ai fondi pubblici nazionali e comunitari. Insomma non pochi milioni euro pubblici saranno erogati per il progetto.

In tempi di grande indebitamento delle casse dello Stato (regioni e comuni compresi), con le ripercussioni che il debito pubblico crea per le tasche degli italiani, meglio sarebbe se i fondi pubblici fossero indirizzati per obbiettivi locali più immediati, verso fasce sociali più bisognose e piccoli imprenditori che soffrono maggiormente la crisi a causa del carico fiscale, per la disparità di trattamento e per la mancanza di strumenti di sviluppo adeguati. Fondi che, invece, andranno ancora una volta nelle mani di gruppi finanziari dietro i quali, spesso, si nascondono multinazionali estere che, alle casse dello Stato e ai territori, non contribuiscono se non di rimando e in misura del tutto marginale, nonostante gli enormi benefici che ne traggono.

Dietro i prati verdi

Preoccupa il fatto che dietro i prati verdi, dietro uno sport a contatto con la natura incontaminata, dietro la propaganda della valorizzazione del patrimonio ambiente, dietro la proposizione dello sviluppo del turismo, dell’incremento dei posti di lavoro che dovrebbero scaturire dall’indotto, possa nascondersi l’ennesima lottizzazione e sfruttamento del territorio. Una strategia della cementificazione, del consumo e del saccheggio del territorio e dell’ambiente alla quale le amministrazioni comunali si prestano modificando i piani urbanistici, consentendo così volumi che ai normali cittadini ed alle imprese locali non sono consentiti.

Impatti sociali e ambientali

Potrebbe sfuggire al semplice cittadino (non di certo a chi opera per questa strategia) l’impatto ambientale e sociale connesso alla realizzazione e al mantenimento dei campi da golf e delle strutture ad essi connessi.

Sono sufficienti alcuni dati per comprendere la forte contraddizione. La sola Fasano, allo stato attuale, dispone di circa 6500 posti letto nelle attuali strutture ricettive e nonostante ciò, nonostante i proclami fatti all’insegna dell’occupazione, la disoccupazione ha raggiunto livelli inauditi con circa 5000 disoccupati a tutto il 2010.

E ancora. La realizzazione dei campi da golf, in ambienti naturali che non sono climaticamente predisposti – com’è invece è per i paesi nordici ricchi d’acqua, come non è per la Puglia sitibonda – comporta grandi movimenti terra, sottrazione di terreno agricolo e forestale, distruzione del paesaggio naturale, bonifica di aree definite “brulle” (quando in realtà si tratta di macchia mediterranea), per creare campi da gioco, laghi artificiali, ecc.: interruzioni nelle vie idrologiche esistenti che portano a erosione e inondazioni. Cosa che già avviene.

Nei climi umidi d’inverno e secchi d’estate, l’uso di pesticidi e concimi per la manutenzione del tappeto verde comporta l’elevato rischio di inquinamento idrico. Il rischio riguarda sia le falde da cui, come nel caso del nostro territorio naturalmente assetato, si dovrebbe attingere per garantire una adeguata irrigazione, sia delle acque marine nei casi in cui le aree adibite vengono a trovarsi nelle vicinanze del mare in cui si riversano le acque irrigue dopo essere state filtrare dal suolo.

Economia locale

A farne le spese non sarà solo l’equilibrio ambientale. Il comparto agricolo e agroindustriale, l’artigianato, negli ultimi anni vanno arretrando inesorabilmente per lasciare spazio all’economia del mattone e del cemento, che sacrificano l’ambiente, l’identità culturale e il lavoro propri del territorio, secoli di tradizioni e il futuro di intere generazioni che rischiano l’oblio e l’asservimento.

Ora più che mai è necessario che regione, provincie e comuni si dotino di piani ambientali e di sviluppo economico meglio indirizzati a tutela dell’ambiente e del lavoro, sempre più mortificati dallo spettro della speculazione edilizia e finanziaria dei monopoli privati.

Giuseppe Vinci

 


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