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20 luglio Piazza Alimonda - Quando non fu ucciso solo Giuliani.

Creato il 21 luglio 2010 da Asinistra
20 luglio 2010Resta difficile spiegare per chi a Genova non c’era nel luglio 2001, il perché ogni anno ci ritroviamo a celebrare in quella piazza, sconosciuta ai più,sino a quel tragico 20 luglio del 2001, l’uccisione di Carlo Giuliani.Il ricordo di Carlo appartiene a chi con lui ha condiviso gran parte della sua breve vita, appartiene alla sfera dei suoi famigliari e dei suoi amici. La memoria invece appartiene a tutti noi, perché in quella piazza, lo Stato, che aveva già sospeso la democrazia in tutta la città di Genova travolgeva ogni argine di pudore, uccidendo Carlo, tentando di depistare le responsabilità cercando le giustificazioni la dove di giustificabile non c’era niente. Sono serviti nove anni per acclarare nel caso dell’assalto alla scuola Diaz le responsabilità da parte della magistratura, dei più alti in grado della Polizia nel depistaggio su quanto accaduto.Nel lento affermarsi delle responsabilità istituzionali, risulta inequivocabilmente, quanto fosse giustificata la richiesta di una commissione parlamentare di inchiesta sui tragici fatti del G8 Genovese. Risulta altresì evidente come la destra non avrebbe potuto tollerare la “verità” politica sul G8 genovese e, come settori di ciò che alla destra dovrebbe opporsi, sul caso specifico trovò imbarazzanti convergenze.Resteranno aperte le domande di cosa faceva il vicepremier alla caserma dei Carabinieri di San Giuliano e dove andassero quei giovani che da quella caserma uscivano mascherati per non farsi identificare e armati di spranghe e bastoni.Sarebbe un grave errore relegare gli avvenimenti del G8 genovese a un problema di ordine pubblico. Una sospensione della democrazia è cosa assai più grave, e i tentativi di limitare la possibilità di manifestare la propria opinione come è avvenuto in questo ultimo periodo da la dimensione di quale deriva abbiamo intrapreso.Per queste ragioni il filo che ci lega alla storia del giugno 60 a Genova e alla vendetta dello stato a Reggio Emilia pochi giorni dopo si riannoda praticamente dopo quarant’anni, dando un senso al significato della Memoria.Gli Ovidio Franchi, i Lauro Farioli e gli altri che perirono dall’Emilia alla Sicilia sotto i colpi della polizia di Tambroni, passano la mano a Carlo Giuliani e i giovani dalle magliette a strisce si trasformano in quella marea umana che a Genova era venuta a manifestare per un mondo più equo e giusto.giovani e meno giovani che si ritrovarono nuovamente “nel posto giusto…nel momento giusto."

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