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25 novembre, Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. La testimonianza di Nancy, orfana a causa di un femminicidio

Creato il 25 novembre 2014 da Ilnazionale @ilNazionale

femminicidio 125 NOVEMBRE – Ricorre oggi la giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Fu tramite la risoluzione 54/134 del 17 dicembre 1999 che l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite designò proprio la data odierna quale giornata simbolo dell’eliminazione della violenza sulle donne, chiedendo alle organizzazioni internazionali, alle ONG e ai singoli governi nazionali di promuovere campagne di sensibilizzazione specifiche su questo argomento.

Oggi, a distanza di tanti anni, il tema della violenza è sempre attuale e scottante. In Italia durante il 2013 si sono registrati 179 casi di femminicidio, con un incremento del 14% rispetto all’anno precedente. Si stima che, dal 2000 allo scorso anno, il femminicidio in Italia abbia reso orfani oltre 1500 ragazzi, i quali si sono visti strappare dalla vita le madri e condannare i padri.

Nancy Mensa, orfana per via di un femminicidio

Nancy Mensa, orfana per via di un femminicidio

Un caso tra i tanti è quello della 19enne Nancy Mensa, che il 13 agosto 2013 ha perso in pochi istanti entrambi i genitori. Antonio Mensa ha infatti ucciso con un colpo di fucile la moglie Antonella Russo e poi si è suicidato. Testimone della tragedia il figlio più piccolo, di soli 4 anni. Da quel giorno per Nancy e i suoi fratelli è iniziato un calvario fatto di povertà e tante difficoltà sia economiche che morali. Nancy continua gli studi universitari soprattutto grazie a una borsa di studio e all’aiuto pratico della famiglia del suo fidanzato. E, precisa: «Nessun aiuto né psicologico né economico, tu ti porti addosso il dolore tutti i giorni e in più il fatto di non poterti mantenere e di dover quindi dipendere dagli altri ti toglie la dignità».

La madre di Nancy aveva denunciato il marito violento per ben tre volte, ma non era servito a nulla se non a peggiorare i rapporti con l’uomo. Poi, ad aprile dello scorso anno, aveva trovato la forza di chiedere la separazione. La prima udienza era stata fissata per il mese di ottobre, ma ad agosto un colpo d’arma da fuoco ha spento per sempre le sue speranze di ricominciare da capo una nuova esistenza.

femminicidio 3
Nancy Mensa racconta che dopo la morte dei genitori il sostegno dello Stato è stato più che altro un sostegno fatto di parole e rammarico. Per sfogarsi con uno psicologo che l’aiutasse ad uscire dal trauma ha dovuto affidarsi a un volontario, il quale ha rinunciato a qualsiasi compenso economico. Anche il suo avvocato, che la sostiene nella lotta per veder riconosciuto agli orfani del femminicidio un sostegno minimo, ha rinunciato al compenso.

Con l’avv. Tringali; Nancy ha elaborato una proposta di legge che si può riassumere in due punti salienti: anzitutto la richiesta di rivedere il Codice di Procedura Civile affinché il tempo intercorrente tra il deposito dell’istanza di separazione e la prima udienza non superi i 30 giorni, così da evitare che nel frattempo l’astio e la violenza degenerino, poi la proposta di istituire un fondo nazionale a sostegno degli orfani. Sono molti infatti i ragazzi che, ancora minori di età, si trovano a non poter contare sull’aiuto di alcun familiare e che vengono quindi affidati a case-famiglie, strutture protette e così via. Per loro sarebbe giusto predisporre un sostegno minimo che comprenda aiuto psicologico, legale e, se appena maggiorenni, l’aiuto concreto a trovare un’occupazione.

UNA DONNA UCCISA OGNI DUE GIORNI, 2013 ANNO NERO
L’avvocato Tringali ha specificato che finora «Queste proposte si trovano nelle mani dei parlamentari al lavoro sul decreto legge 93 (..) A parte i complimenti ricevuti, però, non se ne è fatto nulla. Lo stesso è successo quando le ho presentate al Presidente della Sicilia, Rosario Crocetta, per modificare la legge regionale». Uno scenario alquanto sconfortante che ha indotto Nancy a scrivere di getto al Presidente Napolitano chiedendogli un incontro. Richiesta rimasta ancora priva di risposta.

Nonostante le difficoltà, Nancy Mensa non si arrende. «Mia madre ha combattuto per i suoi diritti denunciando la violenza, io lotto perché tutti i ragazzi come me abbiano il sostegno per ricostruirsi il proprio futuro».

Silvia Dal Maso

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