Magazine Diario personale

268° giorno – 2+6=8 (Volano portaerei nel cielo di Roma)

Da Ayertosco

Durante la notte do i numeri…sogno delle portaerei che svolazzano da parte a parte nel cielo di Roma anche se io poi, nemmeno ci sono mai stato a Roma. Il volo delle portaerei è sempre più rapido, alcune cominciano anche a roteare ed ora è il turno di intere case e camion con rimorchio…iniziano a galleggiare nel cielo eppure, sento che ancora qualcosa deve succedere ed infatti, ecco che di colpo arriva un’astronave romana…e tutti urlano “l’astronave romana…l’astronave romana!” indicandola…si…romana…arriva con raggi laser e distrugge palazzi e le portaerei esplodono in lampi blu e pure il cielo diventa blu e i riflessi di quel blu contaminano anche le superfici dei palazzi che diventano anche loro, blu. L’astronave sembra un palazzo antico tutto capitelli e colonne di marmo rosa volanti e testata triangolare come il partenone. Sotto, un colonnato tondo si illumina come un reattore e quella parte come una scheggia impazzita di qua e di là mentre ecco arrivare una pattuglia di auto blu da dentro un tunnel…corrono verso l’astronave per difendere la città sferragliando e generando fulmini mentre si uniscono l’una con l’altra diventando un corpo luminoso unico ad altissima velocità e tutto inizia a crollare ed esplodere di fronte ad un pubblico fermo e ammutolito. Il tizio che mi sta a fianco si gira verso di me proprio mentre un edificio…o forse una nave…completamente di acciaio e con uno squarcio quadrato da cui esce una luce gialla ci sta cadendo addosso….

“Bello no? Sembra vero!”

“Ma bello cosa…stiamo per morire cazzo!” penso, spaventato.

Sono vivo…altra notte tormentata e dolori da incidente nella schiena e nelle braccia…faccio i conti con l’età e le gambe stanche e il riposo che manca. Il cellulare pare già allegro…numerini e simboli per dirmi che qualcuno mi ama, qualcun’altro in segreto mi odia ed altra gente ha bisogno di me. Leggo una mail della banca con alcuni numeri e parole dentro e mi faccio i conti in tasca che quelle son bucate nove volte su dieci e visto che iera sera vedevo rosso nel conto ho ben poco da sperare nel bel tempo oggi…continuo ad aggiungere passioni ma quelle costano e tocca ‘fare i conti’ con lavori extra che ultimamente languono ed è solo colpa mia e non dello stato-società-politica-squadre di calcio, per una volta. Sopravvivenza…per quella ho le mie otto ore standard e il mio sottomarino arredato di fogli e tastiere e schermi e bottoni e una sedia monca a cui non ho ancora dato un nome ed è strano visto che io do un nome ad ogni oggetto con handicap. Ogni giorno mi dico che sarebbe meglio tirar dentro altri clienti ma devo ‘fare i conti’ con un book vecchio e sorpassato…”chi vuoi che ti caghi con stammerda…non contarci”…e la pigrizia e le giornate passano senza che io mi dedichi al mio futuro e quello si che presenta il conto, più salato di pistacchi belli salati…anche se mi piacciono i pistacchi belli salati…Dio solo lo sa quanto mi piacciano…no…anche mia sorella e le segretarie lo sanno…loro solo sanno quanto mi piacciano i pistacchi belli salati.

Oggi però qualcosa si è mossa, si…e non ci contavo lo ammetto che qualcosa si muovesse da sola…un po’ lentamente forse, nell’acqua torbida di un fiume in secca tipo pescegatto brutto e magro che si muove cauto magari ma si è mossa…e la vedo quasi come una decisione divina, un atto di carità superiore come se fossi un barbone che sta fermo in un angolo a prendere gli spiccioli dal ciccione in frac cilindro e bastone di turno. Dicevo…quel qualcosa che si muove…mi arriva un ‘essemmesse’ stamattina in cui la Vodafone mi avvisa che se chiamo il 42020 posso ascoltare un fantastico nuovo messaggio lasciato in segreteria e voi dovete sapere che di solito io non ascolto i messaggi perché penso sempre che qualcuno si sia sbagliato…che “chi cazzo la usa la segreteria telefonica nel 2014″…io non l’ho mai usata…sembra uno di quegli oggetti stile anni ’80 come i cerca-persone che si vedono nelle serie TV vintage americane ma che in realtà non esistono davvero…mai lasciato io, un messaggio in una segreteria di quelle con il ‘Bip’ ma non so…forse colpa dell’astronave romana o di un pescegatto che si muove nello stomaco, io stavolta lo faccio quel numero.

’42020′

“Hai un nuovo messaggio…per ascoltarlo…premi 1″…la voce è metallica e lenta…come quella di un insegnante di sostegno o di un esploratore spagnolo che cerca di parlare a degli Indios.

’1′

“Ciao Emanuele…sono ******…non sono morto…richiamami che fissiamo un appuntamento” ed è l’architetto e il fatto che non sia morto mi pare una buona notizia che mi sta simpatico anche se forse non c’era bisogno di dirmelo che non era morto visto che i morti invece quando lo fanno non ti avvisano mai ma forse sono io che sbaglio tutto con sta storia del bianco e del nero in un mondo in cui le sfumature di grigio vanno di gran moda. Io lo chiamo l’architetto non-morto e pare ad entrambi che vederci Mercoledi sera sia una buona idea e io spero che non sia solo per farmi assaggiare dei cioccolatini o chiedermi un giudizio sul nuovo colore dell’ufficio…

“Sai…non sapevo se buttarmi sul rosso carminio…”

“Ma hai mica nuovo lavoro per me?”

“Sapevi che nell’antica Roma solo i nobili potevano vestirsi di rosso?”

“…è che sono uscito da lavoro prima apposta per venire qua…quindi se…”

“Tipo che se entrassero mi farebbero il culo per le pareti rosse…dici che verde acido è meglio? A tutti piace il verde acido…beh grazie…credo che andrò di verde ecco…si…si vede che sei un designer e fotografo…grazie…”

“Già…è stato un piacere…figurati…io vado eh…”

“Si si…ciao…”

Non faccio in tempo a congratularmi per la sua non-morte comunque, che passa per il sottomarino pure il mio vecchio capo, il fratello del Faraone…che essendo un personaggio anche lui verrà soprannominato Jackie in onore di jackie Gleason…mezzo zoppicante chissà perché…e più serio e pensieroso del solito, con gli occhi piccoli che dietro gli occhiali fanno flipper spinto.

“Vieni da me quando esci di qua che ti devo far vedere una cosa” mi dice quasi in segreto stile spia industriale o contatto in incognito a Marrakech…si..c’ho la fissa per Marrakech…sicuro che quando ci andrò mi farà cagare…comunque “Si ok” gli dico, sperando non si tratti del suo nuovo SUV che ho visto parcheggiato di fuori…che chissà come mai…c’è la crisi e non c’è lavoro e “non possiamo assumerti” ma lo spazietto per il SUV c’è sempre.

“Ehy…se noti sono andato al risparmio…i cerchi son da 18 e non da 20 “

“Si ma costa 80.000 euro”

“L’ho immatricolato come carriola…devo solo farmi vedere in giro ogni tanto con tre ruote…ma se l’ha fatto Villeneuve lo posso fare anch’io”

Terrificanti viaggi autostradali in sua compagnia che mi tornano in mente, a 190 orari con una macchinaccia dal baricentro più alto della torre Eiffel sorpassando a destra e a sinistra e puntando i pedoni e senza nemmeno frenare alle sbarre dei caselli…un paio di volte ho pure pensato che la tecnologia che sollevava le sbarre non fosse abbastanza prestante e veloce per consentirmi la sopravvivenza a breve e di tutte le scene della mia vita che mi potevano scorrere davanti c’erano solo le peggiori che la mia mente a fare i trailer come si deve, che gasano e che fan venire voglia di andare al cinema…non ne è mai stata capace.

Sparisce pure lui e mi ritrovo nel sottomarino da solo a fare le addizioni delle cose da fare e portare avanti, nella speranza che con la ripetizione entrino in testa e mi ci metta, come con le tabelline alle elementari…fare i compiti per bene nella speranza che entrino questi possibili lavoretti extra…qualunque cosa…li accetterò…anche se fossero brutti e noiosi…che a lavorar da solo come ditta autonoma indipendente-imprenditore di se stessi con coscienza-segretaria e mente-fannullona che non riesci a licenziare, certe cose devono andare per forza in certi modi se vuoi che i conti tornino e le cose quadrino e i rossidisera beltemposisperino, quant’è vero che ’2+6′ fa ’8′.



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