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6 buoni stimoli per il Budo (parte prima)

Da Stefano Bresciani @senseistefano
Data: 7 febbraio 2014  Autore: Alessio Candeloro budo

Fotografia di Sara Ottanà

“Questo articolo è dedicato alla memoria di Julien Guerrera

                                                      1986-2014

                Istruttore Hakko Den Shin Ryu jujutsu-Genova

                                  Sandan Hakko Den Shin Ryu.

                                       Ciao Juli, un ultimo rei!”

Oggi, in occasione del mio 33° compleanno, mio voglio scoprire insieme a te gli stimoli o input che fanno di una persona comune un praticante di Budo e un ricercatore del miglior modo di vivere la propria vita.

Secondo me vi sono 6 punti essenziali che servono a una persona che si avvicina alle arti marziali per percorrere in maniera ottimale la Via del Budo e che, se osservati, potranno aiutarlo anche nelle attività della realtà quotidiana.

Da qualche parte bisogna pur partire per entrare nel mondo del Budo e cominciare la nostra vita marziale. Cosa ci spinge a farlo, come lo facciamo e cosa ci aiuta a farlo ho cercato di descriverlo qui. Questi stimoli puoi usarli nella vita di tutti i giorni. Io lo faccio e ne traggo costante beneficio. È un buon modo, secondo me, di migliorare la tua costante ricerca nella Via delle arti marziali. E cosa è il Budo se non un percorso per migliorare se stessi nella vita di tutti i giorni?

#1 - Consapevolezza

La consapevolezza a mio parere è il primo requisito che devi avere quando varchi la soglia di un dojo. Oggigiorno chiunque, con una semplice connessione internet, può capire se le arti marziali gli piacciono a livello epidermico e se quello stimolo si tramuta in una ricerca di un dojo più o meno vicino a casa. Qui scatta la prima consapevolezza: “Vado in un dojo perché voglio toccare con mano ciò che mi ha colpito visivamente”. Dopo la prima prova in cui tutti (te lo dico per esperienza personale) ci siamo sentiti come una sedia e un tavolino in mezzo a un prato… avremo la consapevolezza interiore se quello che facciamo soddisfa il nostro bisogno, quello che ci ha fatto uscire di casa e fare quella lezione per un paio d’ore. Se continueremo ad andare al dojo prendendo sempre più confidenza con i compagni, il maestro, le tecniche e i principi, la nostra consapevolezza sarà sempre più salda… e quella “vocina” dentro di noi dirà che tutto è in regola e a livello inconscio sapremo di fare in quel momento ciò che è giusto per noi!

Ricorda però, la consapevolezza non è solo a livello interiore ma anche a livello di gruppo. Bisogna essere consapevoli che quello che facciamo - arti marziali – è solitamente una cosa a due, se non più persone. Quando entriamo al dojo dobbiamo essere consapevoli che stiamo per praticare con qualcuno, che ci dedicherà del tempo e si aspetta altrettanto da noi, quindi dobbiamo ripagarlo dando il massimo! Però se la nostra testa o il nostro cuore sono altrove possiamo subito rimediare, in due differenti modi:

  1. Cercare di superare questo ostacolo e dare il massimo
  2. Tornare a casa

Il mio consiglio è ovviamente quello di provare la prima alternativa. Pensa al tuo insegnante che è lì pronto a seguirti e a donare il suo sapere per il semplice gusto di farlo. Se entri al dojo e hai mente e cuore altrove penalizzi anche il tuo compagno, sia che tu faccia da tori sia che tu faccia da uke. Quindi perché rovinargli la pratica?

Tornare a casa sarebbe facile e, non ti nascondo, che qualche volta l’ho fatto pure io. Ed è proprio perché l’ho fatto che ti posso dire in tutta sincerità che non è la cosa giusta da fare. Il giorno dopo me ne sono subito pentito. Certo poi ho dato il 110% ma ormai avevo perso quel momento che magari mi avrebbe potuto aprire la mente su nuovi orizzonti o semplicemente mi avrebbe fatto capire dei miei limiti e avrei potuto lavorare per superarli.

Chissà se quell’impegno mi avrebbe riportato al “qui ed ora” facendo tornare sulla retta via mente e cuore. Come vedi la consapevolezza è determinante nel Budo… quanto nella vita di tutti i giorni.

Sii sempre consapevole di quello che fai

#2 – Sincerità

Per parlare di sincerità ci vorrebbe un ebook di almeno 100 pagine… ma cercherò di limitarmi non ti preoccupare!

Cosa vuol dire essere sinceri? Non dire mai bugie. Quindi, per quanto sgradevole, significa dire sempre la verità. La prima persona con cui bisogna essere sinceri sei proprio tu. Se non sei sincero con te stesso come puoi pensare di essere sincero con gli altri?

Dal punto di vista marziale essere sinceri è molto importanti e stabilisce la divisione tra un buon praticante e uno pessimo. La sincerità che serve maggiormente è l’ammissione dell’incomprensione di spiegazioni tecniche o filosofiche. Il silenzio “perché altrimenti faccio un brutta figura se non ho capito” non serve a te e nemmeno al resto del dojo. Ogni volta che qualcosa non ti è chiaro, sii sincero con te stesso e chiedi… è più facile di quanto credi!

Un altro tipo di sincerità è quella corporale, un concetto facile da spiegare. Quando ad esempio attacchi tori afferrandolo non farlo con scarsa energia (non ho detto forza), non fermarti a pochi millimetri dal compagno che si deve difendere altrimenti interrompi l’energia e il lavoro che ne segue risulterà falsato.

Stessa cosa quando rivesti tu il ruolo di tori, per esempio in una presa ai polsi da dietro (in Aikido “ushiro ryo-katate-dori”). Dopo essere stato afferrato il movimento iniziale è quello di mandare in avanti e leggermente verso l’alto le braccia per poter eseguire una qualsivoglia tecnica senza che l’uke stacchi le mani dai tuoi polsi. Se l’uke viene portato a staccare le sue mani la relazione che intercorre tra i due praticanti finisce, le energie si disperdono e la sincerità della tecnica iniziale che avevi in mente di fare svanisce. Uke a sua volta deve cercare di tenere il più possibile proprio per essere sincero con la presa su tori. Quindi come vedi la sincerità corporale è importante quanto quella morale.

Sii sempre sincero

#3 - Avere Voglia

La voglia è sempre importante per un praticante di arti marziali come te e me. La voglia è una spinta importantissima che ti fa praticare le intensissime ore passate sul tatami, che ti fa fare enormi sacrifici per arrivare agli stage a passare altre ore ad ascoltare e praticare il Budo.

La voglia è qualcosa che ti aiuta nella pratica quotidiana e ti stimola nello scoprire sempre ogni cosa, ogni particolare e ti sprona a migliorarti ogni giorno. Ma stai attento a non mettere troppa voglia altrimenti la sete di conoscenza può produrre 2 effetti deleteri.

Il primo è quello di perdere attenzione su quello che si sta facendo pensando di saperlo e il secondo effetto è quello di riempire in troppo poco tempo il cervello con troppe informazioni che poi si accavallano, si scontrano, si mischiano e alla fine la tua pratica ne risentirà. Un sistema per evitare questo è dato dal tuo Maestro che pianta un seme alla volta, lo fa germogliare e aspetta che sia tu a capire cosa nasce dalla tua pratica.

Sii sempre voglioso ma con parsimonia

Ci vediamo tra 7 giorni esatti, con gli altri 3 “buoni stimoli” per praticare Budo. Lascia un commento qui sotto e dimmi cosa ti è piaciuto (o non piaciuto) di questi primi tre. Grazie!

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avatar Nato a Genova il 07/02/1981 resto folgorato nel Giugno del 2003 da un'esibizione di arti marziali, durante il Kombat Festival alla Fiera di Genova. Rimango colpito da una delle scuole presenti, quella di New Full Aikido. Nel Settembre dello stesso anno decido di cominciare quel particolare stile di Aikido, creato da Fausto Ganzino. Dopo sei anni di pratica, il 7 Giugno del 2009, raggiungo il grado di cintura nera 1° Dan e due anni più tardi, il 17 Giugno 2011, anche il 2° Dan. Negli anni passati a praticare New Full Aikido conosco Maestri di altre arti marziali dello scenario Genovese (e non solo) come il M° Roberto Gonella (Shorinji-Ryu Karate), il M° Christian Camoirano (Judo), il M° Claudio Razeto (Karate), il M° Alessandro Ormas (Ju-Jutsu Hontai Yoshin Ryu), il M° Leo Velonà (Aikido e Aikijutsu), il M° Raffaele Fiorini (Karate), i M° Claudio e Sonia Santoni (Ju-Jitsu Shobukai), il M° Hanshi Carlo “Luciano” Foralosso (Caposcuola e Fondatore delle stile Ju-Jitsu Shobukai Ryu), il M° Renato Petrolini (Ju-Jitsu Damun), il M° Natalino Bo (Hakko denshin Ryu Ju-Jutsu), il M° Felipe Garcia (Aikido Buikukai di Spagna) e molti altri. Ho partecipato per anni a vari stage interstile (Judo, Karate, Aikido, Ju-jitsu) dell’associazione A.D.D.O. a cui ero iscritto, oltre allo stage annuale del noto Soke Sensei Antonio Garcia (Hakko Denshin Ryu Ju-Jutsu). Nel Giugno del 2012 decido di abbandonare, seguito da alcuni compagni di dojo, il New Full Aikido per motivi non dipendenti dalla mia volontà. Prendo così la decisione, a Settembre 2012, di iscrivermi al Dojo Ueshiba del M° Lo Nano Francesco 4° Dan Aikikai, intenzionato a non abbandonare la “Via” dell’Aikido. Sinora ho partecipato agli stage di Maestri Aikikai come Fabrizio Ruta (6° Dan) e Auro Fabbretti (6° Dan) Marino Genovesi (6° Dan), Ubaldo Chiossi (6°Dan), Donatella Lagorio (6° Dan), Hiroshi Tada (9° Dan Shihan Hombu Dojo, Uchideshi di O’Sensei Morihei Ueshiba e Direttore Didattico dell’Aikikai d’Italia), Jun Nomoto (7° Dan). Nel Settembre del 2013 decido di approfondire anche lo studio del Ju-Jutsu di scuola Hakko Denshin Ryu, stile che già conosco e apprezzo, iscrivendomi al dojo Zanshinkan del M° Rosario Bonfissuto 4° Dan. Sempre nel Settembre del 2013, dopo anni di pratica assidua, ricerche e tanto sudore sui tatami apro un corso di Aikido presso la palestra Gym Club di Sestri Ponente a Genova. avatar
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