Magazine Cultura

7 Domande a… edgarallanpoe.it

Da Stroszek85 @stroszek85

7 Domande a… edgarallanpoe.it

  1. Edgar Allan Poe è stato certamente uno dei più grandi scrittori di tutti i tempi, un genio; come descriverebbe lei, in cinque righe, questa genialità? Da dove deriva?

Penso che la bravura di Poe derivi innanzitutto da una predisposizione alla scrittura, che secondo me ogni scrittore deve possedere. A questa si aggiungono una elevata capacità di osservazione e una perspicacia notevole, che gli hanno permesso di vedere oltre. La genialità sta nel fatto che Poe è riuscito ad andare al di là dei generi letterari di cui si è occupato. Le sue storie sono il frutto di una diretta esperienza di vita, segnata dalla povertà e dalla malinconia, dal dolore e dalla solitudine.

  1. Poe, come sappiamo, si è espresso in varie tematiche; dall’horror al grottesco, dal giallo al satirico, secondo lei in quale campo ha dato il meglio di sé, dove ha toccato le cime letterarie più elevate?

Secondo me Poe è riuscito a emergere in tutti i campi in cui ha scritto, anche se viene ricordato spesso come il Maestro dell’horror. Il problema è che questa etichetta che gli è stata affibbiata da tempo e che non credo potrà mai togliersi di dosso fa sì che le altre sue opere, specialmente i racconti satirici, non vengano compresi e accettati. Soprattutto compresi. Perché in quelle storie Poe ha criticato fortemente i costumi della sua epoca, evidenziando i lati negativi della società in cui viveva.

  1. Potrebbe indicare un racconto di Poe, uno per ogni tematica, e illustrarci in due righe le peculiarità per le quali lo ha preferito agli altri dello stesso campo?

Fra quelli horror senza dubbio Berenice. C’è un crescendo in quella storia che lascia il lettore nell’inconsapevolezza fino alla fine, quando tutta la verità gli piomba addosso in tutto il suo orrore.

Ma anche Il crollo della Casa degli Usher, che incarna ogni aspetto della letteratura horror: la casa isolata, la paura, il fantasma, la morte.

Dei tre gialli il migliore è secondo me il classico I delitti della Rue Morgue: una storia sorprendente, che richiama i delitti di Jack lo Squartatore, ma molto più fine, elaborata, grottesca anche.

Fra i racconti di stampo umoristico, grottesco, non posso non citare Gli occhiali: ecco, per me non potrebbe esserci orrore più grande, per un uomo, di quello accaduto al protagonista della storia.

Delle storie di stampo storico ricordo con piacere Il barile di Amontillado, che suscita sempre un certo fascino, poiché tratta di un inganno ordito in una cantina, con una morte lenta e soprattutto senza via di scampo. Ma anche Il pozzo e il pendolo, che ci regala uno spaccato storico dei tempi dell’Inquisizione, unitamente a una situazione drammatica e macabra.

La beffa del pallone  fa parte di quei racconti forse poco conosciuti e apprezzati, ma del suo genere – in una raccolta veniva riunito fra i Racconti di Scienza – è il migliore, poiché apparve su un giornale senza titolo, come fosse una notizia vera e suscitò scalpore.

  1. I geni sono sempre al passo coi tempi, sempre contemporanei, secondo lei in che senso la lettura di Poe potrebbe essere considerata utile ai giorni nostri?

In primo luogo le storie di Poe mi sembrano attuali perché, anche se i costumi sono cambiati, gli uomini si comportano allo stesso modo da millenni. E poi Edgar Allan Poe è un classico e i classici, è risaputo, non muoiono mai.

Ci sono però alcune storie, come Una discesa nel Maelström, Il cuore rivelatore, Il pozzo e il pendolo, Berenice, Il ritratto ovale, Il gatto nero e il lungo racconto Lo scarabeo d’oro che riflettono situazioni terribili o magnificamente avventurose, che resteranno sempre affascinanti, nonostante l’evoluzione della cultura e della società. Perfino i tre gialli con Dupin La lettera rubata, I delitti della Rue Morgue e Il mistero di Marie Rôget si possono continuare a leggere con trasporto perché sono dei piccoli gioielli di genere.

  1. Crede che Poe oggi, sia un po’ assente dai dibattiti letterari oppure è tutto il contrario?

Non credo che sia assente, anzi. Negli Stati Uniti leggo spesso di eventi letterari che coinvolgono Poe e le sue opere. Esiste un’iniziativa lodevole, chiamata The Big Reading, in cui viene promossa la lettura dei libri nelle scuole e altrove, e Poe è sempre presente. Ci sono eventi teatrali, in cui vengono lette e interpretate le storie di Poe. Registi di vario calibro si stanno cimentando a rappresentare, chi bene chi male, le opere di Poe. Anche da noi in Italia qualcosa si muove, non molto, anche perché non è un nostro autore. Continuamente vengono ristampate le sue opere, anche nel nostro paese.

  1. Potrebbe farci degli esempi di altre manifestazioni letterarie o altro legate al grande scrittore?

Ogni anno ci sono negli Stati Uniti celebrazioni per festeggiare il suo compleanno (19 gennaio) e ricordare la sua morte (7 ottobre). A questo proposito la Dead Poets Society of America ha lanciato il National Dead Poets Remembrance Day. C’è poi An evening with Edgar Allan Poe: un evento che è giunto al quinto appuntamento quest’anno, in cui vengono proiettati film o recitate le sue opere.

  1. Edgar Allan Poe è stato impegnato anche nella critica con vari saggi a proposito della letteratura; crede che i suoi “insegnamenti” siano stati recepiti a dovere oppure, in alcuni casi, travisati? Crede vi sia stato (o vi sia) qualcuno in grado di assurgere al ruolo di ereditario di tutta la sua opera?

Poe è stato un grande critico e anche spietato. Per ciò che ha scritto si è fatto dei nemici, che non si sono certo risparmiati di criticarlo a loro volta. Ecco, secondo me questo significa che Poe aveva colto nel segno. Era un grande osservatore e possedeva una cultura fuori dell’ordinario. I suoi racconti non sono storielle scritte per intrattenere il lettore, ma contengono tantissime citazioni e riferimenti alla letteratura e alla cultura dell’epoca e di quelle passate.

L’opera di Poe è talmente unica e variegata, anche se non corposa, che dubito possa esistere qualcuno in grado di assurgere a un ruolo del genere. Per essere più preciso, penso che nella letteratura non si possa e non si debba mai parlare di eredità. Toglie qualcosa a chi eredita come se quello scrittore non potesse esistere senza il suo predecessore e un po’ opacizza il maestro di turno se ha un erede, significa che ormai può uscire di scena, avendo trovato un suo sostituto.

Edgar Allan Poe, però, è ancora vivo e vegeto nelle librerie del mondo. E da qualche anno anche online.

 


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :