Narra la leggenda che abbia segnato più di mille gol in carriera. Qualche critico storce il naso, facendo notare come in questa speciale statistica vengono conteggiate anche le reti in partite non ufficiali o a livello giovanile. Quello che è fuori discussione è che stiamo parlando di uno dei più grandi giocatori della storia. Romario De Souza Faria è considerato in Brasile quasi al pari di Pelè. Con la maglia della nazionale verdeoro è stato, tra il 1990 e 1997, il leader indiscusso di un popolo che ha riassaporato la gioia di un mondiale conquistato dopo 24 anni di digiuno (1994) mentre a livello di club ha polverizzato ogni tipo di record realizzativo con le maglie di Vasco Da Gama, Flamengo e Fluminense. In Europa non è stato da meno. E’ stato amato prima nella fredda Eindhoven, poi nella calda Barcellona. Romario nasce a Rio de Janeiro il 29 Gennaio 1966. Soprannominato ‘Baixinho’ (piccoletto) per la sua statura ridotta, si mette in luce in patria, giovanissimo grazie alla sua tecnica sopraffina e al baricentro basso che gli permette di essere un centravanti atipico. Un centravanti che aveva nelle sue corde oltre al senso del gol, un bagaglio tecnico immenso: dribbling ubriacanti e giocate di alta classe, assist geniali e pallonetti deliziosi, scatto bruciante e rapidità di esecuzione. Nel 1988 sbarca in Olanda, al Psv, dopo essere già stato capocannoniere in patria con il Vasco. L’impatto con il calcio europeo è devastante: 19 reti e campionato vinto al primo anno. Nell’estate del 1989 è protagonista anche in nazionale con la prima delle due Cope America che entreranno a far parte della sua prestigiosa bacheca. Con gli olandesi vincerà altri due titoli segnando la bellezza di 165 gol in cinque stagioni. Non riesce a ripetersi in Champions League ma comunque regala perle di rara bellezza come la rete al Milan nell’edizione 92-93: stop di ginocchio e destro fulmineo. Nel 1993 passa al Barcellona per tentare di vincere anche a livello internazionale. Forma con il bulgaro Stoichkov una coppia formidabile contribuendo alla vittoria nella Liga in maniera a dir poco determinante (30 gol), memorabile in quella stagione il 5-0 rifilato dai blaugrana al Real Madrid con tripletta del brasiliano; ma si smarrisce proprio sul più bello; finale di Coppa dei Campioni ad Atene: Milan-Barcellona 4-0. I blaugrana superfavoriti vengono sconfitti dai rossoneri di Capello. Un epilogo amaro in una stagione comunque da ricordare. Il modo per consolarsi arriva poche settimane più tardi con i Mondiali di Usa 94 alle porte. Sono i Mondiali della sua definitiva consacrazione. Romario trascina un Brasile bruttino, spuntato, lontano parente delle Selecao spettacolari degli anni 70 e 80. I verdeoro non danno spettacolo ma superano tutti gli ostacoli grazie ad un Romario in forma smagliante. O Baixinho è decisivo prima ai quarti contro l’Olanda poi in semifinale contro la Svezia quando la sua grandezza lo porta a segnare la rete decisiva addirittura di testa svettando in mezzo ai giganti difensori svedesi. 5 gol totali e miglior giocatore della manifestazione. Nella finale contro l’Italia, la difesa azzurra riesce a contenerlo ma non basta per impedire alla Selecao di vincere il quarto mondiale della storia. Nel 1995 torna in patria al Flamengo per pochi mesi, prima di trasferirsi al Valencia per 19 miliardi di lire. Segna altri 14 gol in Liga, ma è in parabola discendente e a fine stagione torna nuovamente al Flamengo. L’obiettivo è tornare in forma per disputare i mondiali di France 98. Viene escluso però nella lista dei convocati a poche settimane dall’inizio della manifestazione a causa dei rapporti tesi con il c.t. Mario Zagallo suscitando non poche polemiche in Brasile. Soltanto un anno prima aveva vinto la Copa America formando una coppia esplosiva con Ronaldo. A 32 anni inizia un interminabile peregrinare in giro per il mondo tra Brasile, Qatar e Australia: Vasco da Gama, Fluminense, Al Sadd, Adelaide, Miami le tappe di una carriera infinita con l’obiettivo principale dei fatidici mille gol in carriera. Ci riuscirà, seppur in campionati meno impegnativi.
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