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99 Homes. Ramin Bahrani: lottiamo per un cinema che sia più di un selfie

Creato il 29 agosto 2014 da Oggialcinemanet @oggialcinema

99 Homes. Ramin Bahrani: Lottiamo per un cinema che sia più di un selfie

Per la terza volta, due anni dopo “At any price”, Ramin Bahrani torna al Lido e non si smentisce. Un ritratto sincero senza filtri o compiacimenti; nel mirino la bolla immobiliare del 2008 e le conseguenze disastrose sull’intera classe media americana. Protagonisti indiscussi Michael Shannon e Andrew Garfield.

Che tipo di ricerche ha fatto per affrontare un tema così complesso come quello della crisi immobiliare del 2008?

Ramin Barhani: Penso si tratti di un argomento di portata globale, perché questo tipo corruzione è diventata sistemica in tutto il mondo. Chi compie dei crimini lo fa sottobraccio con il governo. Ho trascorso molto tempo in Florida vicino ad avvocati che si occupano di frode, sono stato nei motel dove oggi vive molta gente della classe media americana che non ha più una casa, ho trattato con persone che vivono in case incredibili e poveretti che invece si ritrovano a dover vivere in stamberghe.
Alla fine, dopo solo tre settimane dall’inizio del mio viaggio ero confuso dal livello di corruzione, ma sapevo di avere al mio fianco due attori grandissimi.

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Voi come vi siete preparati invece?

Michael Shannon: Ho incontrato qualcuno che fa lo stesso lavoro del mio personaggio Carter, ho trascorso con lui un po’ di tempo andando di casa in casa.
Andrew Garfield: Mi sono preoccupata soprattutto di concentrarmi sul punto di vista della vittima. Mi ha colpito vedere quanto la gente sia vulnerabile e quanto sia disposta a condividere le proprie storie per dare un senso a quello che gli è successo. Sarebbe stato impossibile fare un film simile senza onorare le persone che sperimentano ogni giorno tutto questo, quindi era necessario unirci a Ramin nel confronto con loro.



“L’America è una nazione fatta di vincenti per i vincenti”, dice Rick Carver nel film…

Ramin Bahrani: Il personaggio di Michael Shannon non è un cattivo di natura, fa semplicemente parte di un sistema e deve sopravvivere. 
Negli ultimi decenni negli Stati Uniti la deregulation ha dato benefici solo a chi era particolarmente ricco, e questo per colpa sia dei repubblicani che dei democratici.
La crisi edilizia americana è diventata globale, ma nessuno ha pagato: questo è un sistema fatto per chi vince. 
Ora però è nata una forte volontà di cambiamento, la gente è stanca; dietro Nash ci sono tutte le persone che faranno qualcosa perché tutto questo non si ripeta.
Michael Shannon: La domanda è: “A che gioco stiamo giocando? A che gioco si deve giocare per essere vincenti?”
Andrew Garfield: E’ un sistema fatto per derubarti senza però il bisogno di ricorrere alla parola furto e credo sia una situazione universale. Tutti abbiamo visto un genitore spaventato dall’idea di non poter avere più un tetto sulla testa, o del cibo da mettere in tavola.
Michael Shannon: Non ho case di proprietà e ho sempre guardato con sospetto al mondo dei mutui.

Il patto con il diavolo tra Carver e Nash sembra avere in sé qualcosa di faustiano. È così?
Ramin Bahrani
: In un certo senso “99 Homes” riguarda il diavolo, il ritmo è da gangster movie ma lo scopo è quello di un film sociale. C’è “Faust”, “Training days” e “Wall street”.

Come è stato lavorare con Amir Naderi?
Ramin Bahrani:
Lui è il mio regista leggendario, non ho mai imparato di più della vita e del cinema come da questo uomo, la sua conoscenza della vita è infinita e il suo coraggio ti dà la forza di pensare di potercela fare e di riuscire a cambiare il mondo.

di Elisabetta Bartucca per Oggialcinema.net


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