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“A letto con il nemico”: il Comando Sud degli USA sbarca in Argentina

Creato il 30 marzo 2012 da Geopoliticarivista @GeopoliticaR
“A letto con il nemico”: il Comando Sud degli USA sbarca in Argentina

L’alternativa che l’ex senatore nazionale e attuale governatore della Provincia del Chaco Jorge Capitanich, promotore da molti anni di quella che lui stesso ha definito una “nuova alleanza strategica con gli Stati Uniti”, sta esponendo, comincia a dare concretamente dei risultati con la prima base militare del Comando Sud in Argentina, stabilitasi con un pretesto apparentemente innocuo, ovvero quello di fornire aiuti umanitari per i casi di catastrofe naturale. Il sito ufficiale del Governo del Chaco ha riferito le parole di Edwin Passmore, il comandante statunitense del Comando del Sud che si è riunito alcune settimane fa con il Governatore Jorge Capitanich: “Rimane solamente da dotare la base di tecnologia informatica e ammobiliarla, per poi culminare con la formazione del personale”1.

Fino a questo momento l’iniziativa “umanitaria”, che si presenta come strumento di supporto per il controllo delle catastrofi da parte di una superpotenza nei confronti di una repubblica del sud, non ha ottenuto un rilievo significativo nella stampa argentina. Quest’ultima, che non tarda a denunciare le azioni del governo dipingendole in modo disastroso, è molto restia all’investigare e denunciare le azioni degli Stati Uniti nella regione ed in Argentina.

Il primo approccio alla questione della base straniera passa attraverso l’argomento utilizzato dal Chaco (e anche dall’Argentina, dal momento che questo tema/problema è stato approvato dall’ex-ministro e attuale senatore Aníbal Fernández, nonchè dal governo del Chaco a suo tempo) sul “perché si necessita di un particolare aiuto straniero per essere preparati ad affrontare una potenziale situazione di catastrofe naturale”, se lo Stato nazionale ne ha le risorse, il personale e gli organismi da anni preparati per eventi come quelli che si pretende di coprire. Tuttavia, nel caso improbabile che ci siano delle mancanze in quell’area, non è chiaro il motivo per cui non si ricorre ad organizzazioni internazionali specializzate (la Commissione dei Caschi Bianchi, l’Organizzazione Panamericana della Salute, UNICEF, Croce Rossa) e al loro posto si richiede l’intervento di un organismo militare di una potenza straniera attraverso il Comando del Sud.

Cos’è il Comando del Sud? E’ un organismo che da anni pretende di essere l’organizzazione leader tra le agenzie esistenti nel Nord America (Dipartimento di Stato, CIA, DEA, ecc.) per garantire “la sicurezza, la stabilità e la prosperità in tutta l’America”. Questo ruolo del Comando del Sud va inserito nel crescente potere del Dipartimento della Difesa nella politica estera degli Stati Uniti, ovvero in un ampio piano indipendente dal risultato degli altri conflitti globali nei quali gli Stati Uniti sono immersi ed indipendente anche dagli obiettivi a lungo termine delle “variazioni” nell’amministrazione statunitense. Dobbiamo quindi classificare il XXI secolo come un secolo che non è, e non sarà, pacifico. Il dinamismo politico che lo trascina si esprime ogni volta in termini militari.

Da quando gli Stati Uniti hanno cominciato a perdere influenza nell’America Latina, sia economicamente che politicamente, il ruolo della presenza statunitense si è concentrato attorno al Comando del Sud, che ha preteso di imporre la propria presenza imperiale nelle terre latinoamericane, come facevano i Proconsoli all’epoca dell’Impero Romano. Per quanto riguarda la sfera economica, la Cina, l’India, la Russia e l’Unione Europea si sono trasformate in partner importanti nella regione, spostando così il primato statunitense detenuto nel XX secolo. Politicamente, l’America Latina, ma soprattutto l’America del Sud, ha cominciato dei processi di integrazione che si sono consolidati a partire dal Mercosur, per giungere al UNASUR, all’ALBA e al CELAC, che non la comprendono. Ignorare tutto questo è un fatto molto grave, soprattutto quando si devono stabilire alleanze strategiche per le conseguenze che comportano. Inoltre, uno dei nuovi strumenti d’azione del Comando del Sud, per rendere la sua presenza meno sospettosa e più piacevole agli occhi delle popolazioni, sono le iniziative di carattere umanitario, che in realtà non sono né innocue né neutre. Si presentano con basi militari, che non sarebbero né militari né basi, ma Centri di Sicurezza Cooperativa. Questi sono i nuovi concetti “flessibili” del Pentagono per quanto riguarda le “basi militari” con un margine vago nelle attività civili, che massimizzano la “confusione” nell’opinione pubblica2.

Ma non è una coincidenza che il Governatore del Chaco Jorge Capitanich abbia iniziato una crociata per fondare ”l’Unione americana”, quando nel settembre del 2010 ha ricevuto una delegazione di legislatori statunitensi invitati da una Fondazione locale, c’è sempre una Fondazione che “facilita” gli incontri. Il governatore l’ha convocata per costruire una relazione strategica tra il Nord ed il Sud America perché il continente, una volta unito, possa riposizionarsi come una potenza mondiale. Capitanich ha dichiarato di difendere quest’idea: “Insieme saremo la più grande riserva mineraria, di acqua dolce, di alimenti, di energia, industria culturale, d’attrattiva turistica, di talento delle risorse umane e di tecnologie legate ai processi produttivi”, ha spiegato il governatore come se fosse in veste di presidente. Ha concluso il suo discorso affermando che “dall’America del Sud vediamo con tristezza che gli Stati Uniti non ci considerano un alleato”3, e ipotizzando che la crisi sia un’opportunità per potenziare le relazioni. “Difendo un’alleanza strategica e sono disposto a lottare per questa idea” ha dichiarato al termine dell’incontro.

Queste affermazioni, che si concretizzano attraverso una base di aiuti umanitari stabilita nella sua Provincia, ci portano a porci la seguente domanda: questa politica è coerente con l’idea di integrazione del continente sudamericano senza l’interferenza degli Stati Uniti, che sostengono la maggioranza dei paesi della regione e che il governo nazionale appoggia e sostiene? Evidentemente no. Cosa succederebbe al UNASUR e al CELAC se l’idea dell’Unione Americana che promuove Capitanich ed il Consiglio della Difesa Sudamericano prosperasse? Sicuramente tutti gli sforzi realizzati in questi anni, di abbandonare la fase di dipendenza dalla quale abbiamo preso cattive politiche nazionali favorite dalla potenza umanitaria che oggi ci viene ad aiutare con le basi, sarebbero stati vani. Il governatore sta fomentando nuovamente la balcanizzazione -divisione- dei paesi sudamericani nel XXI secolo? Ovviamente, vista la sfiducia che queste azioni creeranno. Qual è il vero ruolo che giocherà la basa umanitaria monitorando una regione che si presenta come instabile, come quella “costruita” del Chaco? Per esempio, questo mese il capo del Comando del Sud, Douglas Fraser, ha messo in guardia sulla possibilità di “turbolenze geopoltiche” in Bolivia. Un altro esempio sono le ricorrenti relazioni annuali sulla presenza terroristica internazionale nella triplice frontiera – che non ha dimostrato nulla efficacemente – o ancora, la sua interferenza nella zona con il pretesto di “aiutare” a combattere il narco-traffico, che spinse il Presidente Evo Morales a dichiarare quanto segue (e che noi condividiamo): la lotta contro la droga è lo strumento geopoltico degli Stati Uniti per dominare nella nostra regione4. Questa base umanitaria si trova in una zona ricca di risorse naturali che le potenze occidentali vorrebbero controllare, specialmente dopo che “l’acqua” è stata elevata a risorsa strategica dal Pentagono assieme al petrolio e al gas.

Mentre il governo nazionale inizia una campagna internazionale per convincere il mondo che il partner degli Stati Uniti, il Regno Unito, militarizza l’Atlantico del Sud con l’aumento delle basi militari nelle Malvinas, un governatore, Jorge Capitanich del Chaco, autorizza legalmente una base militare nel territorio continentale, che funge da “cavallo di Troia” del Comando del Sud in Argentina.

Non esiste, quindi, modo migliore per descrivere l’attuale situazione del Chaco che col detto “A letto con il nemico”.

(Traduzione di Serena Bonato)


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