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Adele: tra soul del nuovo millennio ed eleganza classica

Creato il 11 febbraio 2012 da Postscriptum
Adele: tra soul del nuovo millennio ed eleganza classica

Adele Laurie Blue Adkins (Londra, 5 Maggio 1988)

Avete presente quando dopo un lungo periodo in cui avete raggiunto un certo grado di consapevolezza riguardo le vostre opinioni su un determinato argomento, arriva qualcosa che vi fulmina e stravolge tutto ciò che pensavate sino a quel momento monolitico ed irremovibile?

Bene, questo mi è successo di recente – e perdonerete se m’esprimo in prima persona, cosa che non amo molto fare perchè toglie spazio al dialogo e sa più di giudizio che di spunto per una discussione – ascoltando una piccola gemma musicale che ritengo essere un prefetto mix tra i dogmi musicali classici del soul e la freschezza ed il dinamismo delle nuove tendenze pop e mi riferisco a Someone Like You  (link) di Adele.

Ammetto con sommo dispiacere di aver creduto per un pò che il gusto per la musica di classe ed un certo rigore vocale fossero destinati all’estinzione in favore della Lady Gaga o della Emy Winehouse di turno – e badate bene che nel secondo caso si parla di un’artista dal talento e dalle capacità vocali pressoché uniche – che permettessero all’apparenza ed al virtuosismo vocale fini a se stessi di avere la meglio su una voce educata eppure profonda e su un impianto nella strutturazione dei brani incentrato su forma e contenuto piuttosto che su apparenza ed eccedenza.

Già in Chasing Pavements (link) quando di anni ne aveva appena venti, la ragazzina cresciuta alla BRIT School di Croydon – la stessa scuola in cui ha studiato gente come Amy Winehouse,Leona Lewis,Katie Melua, l’immensa Imogen Heap, devo continuare? (fonte Wikipedia) – ha saputo dimostrare quanto il rigore, la sobrietà e l’eleganza nell’uso della voce possano toccare nel profondo milioni e milioni di persone molto più che scenografie faraoniche e sceneggiate eccessive da pseudo trasgressione ostentata.

Una voce calda, graffiante e raffinata che difficilmente è collocabile con precisione , che a tratti richiama atmosfere da crooner – i cantanti confidenziali che rendevano magica ed essenziale l’atmosfera in torno a se senza mai esondare od esagerare, gente alla Sinatra o alla Bublé (per attenerci ai giorni nostri) – ma che richiama spesso e volentieri la classe e la delicatezza delle regine del soul degli anni sessanta e molto da loro riprende anche nelle tonalità e sfumature malinconiche e grintose che quelle regine di un tempo sapevano esprimere e trasmettere a chiunque e senza altro che un microfono ed un’orchestra intorno.

Adele è proprio questo, una di quelle rarità nel panorama canoro mondiale che rende più dal vivo che in sala di registrazione, una antidiva non bella esteticamente nè super magra come i canoni delle Major musicali richiedono oggi per poter sfondare, ma potente e deliziosa in ciò che davvero conta, nel cantare ed appassionare ogni ascoltatatore senza però dimenticare il dinamismo e le sfumature pop attuali, insomma un caso unico di classe e compostezza che davvero merita apprezzamento senza pari.

Finito il pistolotto ecco a voi due pezzi che trovo indiscutibilmente di classe sebbene il primo richiami quel puro stile “soul bianco” che sfondò anni addietro con Anastacia e poi ha avuto in Amy Winehouse un grandissima esponete,mentre il secondo sembra abbia radici nei più tradizionali canoni soul pur se non disdegna lievi richiami, udite udite, ai bee gees nella struttura controcanto ( una roba complessa ma di gran energia e potenza in pratica, oltre che di effetto acustico straordinario):

 


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