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Agenda Gay: Tecniche di manipolazione

Creato il 05 luglio 2012 da Tnepd

Agenda Gay: Tecniche di manipolazione

Verso la fine di febbraio (2011), Obama annunciò che, assieme al Dipartimento di Giustizia, non avrebbe più sostenuto la Defence of Marriage Act [DOMA], affermando che l’atto era “incostituzionale”(a maggio di quest’anno lo stesso presidente ha detto di appoggiare i matrimoni gay). La legge del 1996 stabilisce che, secondo la legge federale, la parola ‘matrimonio’ ​​ha come unico significato l’unione legale tra un uomo e una donna come marito e moglie”.

Agenda Gay: Tecniche di manipolazione
“The Overhauling of Straight America” ​​di Marshall E. Kirk e Hunter Madsen fu ampliato e completato dal libro del 1989, After the Ball, How America Will Conquer Its Fear and Hatred of Gays in the 90s. L’opera descrive il progetto di manipolazione mediatica e psicologica che ha portato alla veloce accettazione dell’omosessualità da parte dell’opinione pubblica . Una delle principali strategie, secondo Kirk e Madsen è quella di denigrare gli opponenti: “Abbiamo intenzione di far sembrare gli “anti-gay” così spregevoli all’americano medio, che se ne vorrà dissociare.”

Le dichiarazioni di Obama e la recente apertura dell’Unione Europea ai matrimoni gay ci pongono di fronte ad un interrogativo: come è possibile che l’omosessualità e i matrimoni gay siano stati accettati così rapidamente?

I fattori che hanno portato a questa situazione sono vari, il più notevole, forse, è il “fallimento” degli innumerevoli teologi e prelati nell’insegnare la vera Fede e, coerentemente, la perdita di credibilità e autorità a partire dal Concilio Vaticano II. I vertici della Chiesa insegnano oggi principi e pratiche contrarie alla legge naturale e divina. [2]

Ci sono tuttavia altre forze al lavoro, fra tutte le strategie degli “attivisti” gay.

Il mio obiettivo qui sarà quello di mostrare le efficaci tattiche impiegate dal movimento omosessuale, avendo come riferimento “The Overhauling of Straight America” scritto dagli attivisti gay Marshall K. Kirk ed Erastes Pill  (“Erastes Pill” era lo pseudonimo utilizzato da Hunter Madsen).

Entrambi gli autori possedevano un altissimo grado di istruzione. Kirk era un ricercatore specializzato in neuro-psichiatria (Harvard), Madsen aveva un dottorato in politica (Harvard) ed era un esperto in tattiche di persuasione pubblica e marketing sociale.

E’ un fatto noto, come «The Overhauling of Straight America” sia diventato la “bibbia” del movimento omosessuale, in quanto spiega sia le strategie per rendere più accettabili gli omosessuali, sia quelle per demonizzare gli avversari dell’omosessualità. L’intera campagna, non è basata su argomentazioni intellettuali, ma sulla manipolazione emotiva del pubblico.

Concentriamoci ora sull’articolo del 1987, citandolo direttamente, in modo da dimostrare i suoi veri intenti

Pubblicato nell’edizione del 1987 di  “Guide” “The Overhauling of Straight America” ​​comincia così:

“Il primo punto del programma è quello di desensibilizzare il pubblico riguardo i gay e i loro diritti. Desensibilizzare le masse nei confronti dell’omosessualità significa spingerle a trattare il tema con indifferenza. “Gli autori prosuegono sottolineando come il loro obiettivo sia quello di rendere le “preferenze sessuali” simili ai gusti del gelato o ai vari sport. Tu preferisci il cioccolato, io il burro d’arachidi. A te piace il basket, a me il calcio. Nessun problema.

“Nella fase iniziale” scrivono, “cercheremo di desensibilizzare il pubblico, nulla più”. Non abbiamo bisogno e non possiamo aspettarci un totale ‘apprezzamento’ o ‘comprensione’ dell’omosessualità da parte della classe media americana. Se riusciremo, però, a convincere le masse che si tratta di una cosa come un’altra, allora la battaglia per i diritti giuridici e sociali sarà praticamente vinta. Perchè ciò avvenga è necessario che i gay smettano di essere misteriosi ed estranei/contrari al contesto. L’articolo indica come mezzo per l’attuazione del piano massicce campagne mediatiche atte a cambiare l’immagine/modello omosessuale”.

I sei passaggi che seguono sono stati presi direttamente dall’articolo di Kirk / Pill:

  • Fase 1: Parlare di omosessualità e di gay il più  spesso e il più forte possibile

“Il principio alla base di questo consiglio è semplice”, dicono Kirk e Pill, “quasi ogni comportamento comincia ad apparire normale se entriamo a diretto contatto con esso (in famiglia). “Una persona potrà inizialmente sentirsi offesa da una novità del genere, ma gli autori sottolineano “finché si è tranquilli non si rischia l’incolumità fisica o economica, è consigliato continuare, ben presto i conoscenti e chi vi sta attorno accetteranno la situazione. “Col passare del tempo, gli amici diventeranno più tolleranti nei confronti dell’omosessualità in quanto lo reputeranno uno stile di vita alternativo e legittimo.

“Per intorpidire la sensibilità del pubblico è necessario avere un sacco di gente che parli in maniera neutrale o a sostegno dell’omosessualità .” Più se ne parla, più si crea l’impressione che l’opinione pubblica, per lo meno, sia divisa su due fronti.

Gli autori insistono anche sul fatto che è necessario parlare di “omosessualità” e non di indottrinamento omosessuale. “Nelle prime fasi della campagna che ha come scopo raggiungere gli americani etero, le masse non devono venir scioccate e disgustate da una prematura esposizione al comportamento omosessuale in sè. Le immagini riconducibili alla sfera sessuale dovrebbero essere minimizzate e la questione sui diritti gay mantenuta il più astratta possibile.

Gli autori sottolineano l’importanza di affrontare le problematiche omosessuali attraverso cinema e televisione, che sono “i più potenti mezzi di indottrinamento occidentali.” Al momento, l’americano medio spende ben sette ore o più al giorno davanti alla TV. “Tutto questo tempo getta un ponte nella vita privata dell’etero medio americano permettendo il passaggio di un cavallo di Troia .”

Hollywood viene descritta dagli autori come la miglior arma segreta in loro possesso per desensibilizzare il pubblico. Applaudono il fatto che negli ultimi 10 anni (1977 – 1987) moltissimi personaggi omosessuali sono diventati importanti attori.

Fa tutto parte di una strategia che ha come scopo finale l’accettazione pubblica dell’omosessualità. Telefilm quali Will & Grace o The L Word, film come I segreti di Brokeback Mountain, Il diario di Bridget Jones ed As Good As It Gets servono proprio a questo scopo.

Kirk e Pill si lanciano in un assalto totale alla religione. “Mentre l’opinione pubblica è una fonte primaria di valori tradizionali, l’autorità religiosa è l’altra. Quando le chiese conservatrici condannano i gay, ci sono solo due cose che possiamo fare per confondere l’omofobia dei veri credenti. In primo luogo possiamo confondere le acque (riguardo l’etica) con i nostri discorsi. Questo significa cercare di pubblicizzare la visione delle chiese più moderate, sollevando obiezioni teologiche sulla dottrina biblica facendone emergere l’inconsistenza. ”

“In secondo luogo, possiamo minare l’autorità morale delle chiese omofobe, presentandole come antiquate e retrograde, non al passo con i tempi e con le nuove ricerche psicologiche. Contro la forza possente della religione istituzionalizzata è necessario affidarsi alla scienza e all’Opinione Pubblica. Tale diabolica alleanza ha funzionato bene contro altre tematiche quali aborto e divorzio.[3]

  • Fase 2: Dipingere i gay come delle vittime, non come aggressivi competitori

“In una campagna per conquistare il pubblico, i gay devono essere mostrati come vittime bisognose in modo che gli etero, di riflesso, assumano il ruolo di “difensori”. Se i gay venissero presentati, invece, come una tribù forte e orgogliosa che promuove uno stile di vita rigidamente anticonformista e deviante, verrebbero probabilmente visti come un pericolo pubblico che giustifica la resistenza e l’oppressione. Per questo motivo, dobbiamo rinunciare alla tentazione di sbandierare pubblicamente il nostro orgoglio gay quando esso rischia di entrare in conflitto con l’immagine del gay-vittima. Dobbiamo percorrere un sentiero impervio trovando un equilibrio perfetto tra l’impressionare gli etero con i nostri grandi numeri e scacciare, contemporaneamente, l’ostile paranoia del – ‘Sono ovunque!’ dalle loro menti.

“Una campagna mediatica per promuovere l’immagine del Gay/vittima dovrà essere sviluppata con simboli che riducano il senso tradizionale di minaccia, in modo da far abbassare la guardia e migliorare la plausibilità della loro vittimizzazione. In termini pratici, ciò significa che l’uomo muscoloso, virile manterrà un basso profilo negli spot gay e nelle altre dimostrazioni pubbliche, mentre i giovani attraenti e di bel aspetto, gli anziani e le donne verrebbero messi in primo piano. (Risulta quasi scontato che gruppi quali il NAMBLA [North American Man-Boy Love Association] devono essere esclusi: essere collegati al mondo della pedoflia esclude ogni possibilità di successo”).

Kirk & Pill delineano due diversi messaggi che devono essere comunicati al pubblico. “In primo luogo, l’opinione pubblica va convinta del fatto che i gay sono vittime del destino, nel senso che la maggior parte non ha avuto la possibilità di accettare o rifiutare le proprie preferenze sessuali. Ciò che deve passare è questo: ‘Si nasce gay, è la stessa cosa di essere bianchi o neri, intelligenti o atletici. Non hanno mai potuto scegliere e non sono moralmente biasimabili. Non fanno nulla di male, il loro comportamento è giustificato dalla loro natura. Questo scherzo del destino poteva facilmente capitare anche a te! ‘”

Kirk e Pill proseguono, “gli spettatori etero dovranno essere in grado di identificarsi con le vittime gay. Il signor e la signora pubblico non avranno più scusanti per dire ‘non sono come noi.’ A tal fine, le persone che parteciperanno alle varie campagne di promozione dovrebbero essere corrette, affascinanti ed ammirevoli per gli standard degli etero, completamente inattaccabili nelle apparenze – in una parola, saranno indistinguibili dagli etero che vogliamo raggiungere.  Solo con queste condizioni il messaggio verrà interpretato correttamente:”Questa gente è vittima di un destino che poteva benissimo capitare anche me ‘”.

Gli autori osservano poi che gli omosessuali potrebbero non apprezzare una strategia che li faccia sembrare degli appestati “, ma il fatto evidente è che la comunità gay è debole e deve manipolare i poteri dei deboli, in particolare quello simpatetico “.

“Il secondo messaggio ha come fine rappresentare i gay come vittime della società”.

  • Passaggio 3: Fornire ai “difensori” una giusta causa

“Una campagna mediatica che mostri i gay come vittime della società e incoraggi gli etero a prenderne le difese dovrebbe rendere l’opera di manipolazione più semplice. Poche donne etero e ancora meno uomini, vorranno difendere l’omosessualità in quanto tale. La maggior parte preferisce collegare il proprio impulso protettivo a principi di giustizia o di diritto, per un senso generale di equità sociale. La nostra campagna non dovrebbe chiedere il diretto supporto delle pratiche omosessuali, è necessario utilizzare temi quali l’anti-discriminazione. Il diritto alla libertà di parola, alla libertà di credenze, alla libertà di associazione e l’eguaglianza di fronte alla legge, queste devono essere i temi di dibattito portati alla mente del nostro pubblico.

  • Fase 4: I gay devono sembrare brave persone

“Al fine di entrare in sintonia con gli etero l’omosessuale/vittima dev’essere uno qualsiasi. Per compensare la cattiva informazione fatta fin’ora, però, le campagne promozionali dovrebbero essere più aggressive rappresentando i gay come pilastri fondamentali della società. Sì, sì, lo sappiamo – questo trucco è vecchio come il mondo. Altre minoranze sfruttano questo sistema con orgoglio: “Sapevate che quella celebre figura (uomo o donna) era ____?”  ‘Ma il messaggio è di vitale importanza per tutti gli etero che reputano ancora i gay come un fenomeno da baraccone – Ombrosi, solitari, falliti, alcolizzati, suicidi “.

Gli autori sottolineano l’importanza del testimonial. “Le celebrità possono essere etero” (come nel caso di Ed Asner) “o gay”

  • Fase 5: Diffamare gli accusatori

“In una delle fasi successive della campagna mediatica per i diritti dei gay – quando ormai le basi propagandistiche saranno diventate solide – arriverà il momento di eliminare anche gli ultimi “avversari” rimasti. Per essere franchi, dovranno essere diffamati. (E’ necessario, a questo punto infatti, in quanto il nemico avrà quadruplicato la sua carica di odio e disinformazione) Il nostro obiettivo qui è duplice. In primo luogo, cercheremo di sostituire il tradizionale orgoglio etero, con vergogna e senso di colpa. In secondo luogo, intendiamo rendere gli antigay così ripugnanti e malvagli agli occhi dell’americano medio che ne fuggirà e se ne dissocerà. [4]

“Al pubblico dovrebbero essere mostrate immagini dove vengono sottolineati i tratti peggiori dell’omofobia: il Ku Klux Klan che chiede la cremazione o la castazione degli omosessuali; teppisti e ragazzini disadattati che fantasticano sul numero di “checche” uccise; un tour nei campi di concentramento nazisti dove gli omosessuali venivano torturati e asfissiati dal gas.

Gli autori spiegano “Abbiamo già trovato alcune immagini che potrebbero essere dannose per la vendetta omofoba: estremisti religiosi neo nazisti il Ku Klux Klan dipinti come malvagi e ridicoli.

  • Fase 6: Ottenere fondi

“Ogni massiccia campagna di questo tipo richiederebbe spese senza precedenti per mesi o addirittura anni – una raccolta fondi senza precedenti” dicono gli autori. Si invitano gli omosessuali a contribuire pesantemente a questa campagna. “Visto che il target a cui siamo rivolti generalmente non ha una famiglia da sostenere, di solito ha un reddito superiore, con il quale potrà contribuire in maniera maggiore.”

“Il nostro messaggio deve essere rivolto sia ai gay che agli etero i quali hanno a cuore la giustizia sociale”.

Due anni dopo, nel loro libro After the Ball, Kirk e Madsen spiegarono chiaramente il loro piano per convertire l’America alla causa omosessuale. Scrivono: “…. per conversione si intende qualcosa di molto più profondo di una minaccia allo stile di vita americano. Intendiamo trasformare le emozioni, la mente, e la volontà dell’americano medio, attraverso un attacco psicologico pianificato, sotto forma di propaganda mediatica. ”

Fonte


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