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Ahmed Fuad Negm: il poeta degli oppressi del mondo

Creato il 10 dicembre 2013 da Maria Carla Canta @mcc43_

mcc43

Ahmed Fuad Negm 

22 May 1929 – 3 December 2013

il poeta dei poveri, Ahmed Fouad Negm

Io sono il popolo. La mia mano accende la vita
rende verdi i deserti, abbatte i tiranni
innalza la verità, le bandiere sui fucili
la mia storia diventa il mio faro e compagno
io sono il popolo, in marcia, e conosco la mia strada.

***

“Quando il sole affoga” (titolo originale: اذا الشمس غرقت)
Quando il sole affoga
in un mare di foschia
Quando l’onda della notte
invade il mondo
Quando la vista si spegne
negli occhi e nei cuori
Quando il tuo cammino
si perde in un labirinto
Tu che erri in cerca di capire
non avrai altra guida
che gli occhi delle parole.
(traduzione di Tahar Lamri; testo in arabo-inglese qui)

Chi sono loro e noi chi siamo?” (titolo originale: هما مين و احنا مين)


Chi sono loro e noi chi siamo
Loro i principi e i sultani
Loro il denaro con il potere.
Noi i poveri governati.
Indovina, scervella il tuo cervello
Chi tra noi governa chi?
Noi chi siamo e loro chi?
Noi i muratori, i costruttori,
l’atto consigliato e obbligatorio,
siamo la gente
in lungo e in largo.
Dal nostro vigore sta la terra,
il nostro sudore rende verdi i giardini.
Indovina, scervella il tuo cervello
Chi tra noi
Serve chi?
Chi sono loro e noi chi siamo?
Loro i principi e i sultani,
lora la villa e la macchina
e le donne di prima classe,
animali consumistici,
il loro impegno è riempirsi lo stomaco.
Indovina, scervella il tuo cervello
Chi tra noi mangia chi?
Noi chi siamo e loro chi?
Loro i principi e i sultani,
le parate musicale,
i cortei e le magagne politiche,
e i loro cervelli sono gomma da cancellare
ma han la grazia nelle medaglie.
Indovina, scervella il tuo cervello
Chi tra noi
Inganna chi?
Chi sono loro e noi chi siamo?
Loro i principi, i sultani,
vestono alla moda,
invece noi viviamo in sette in una stanza,
loro mangian polli e piccioni
noi fave
che c’ha stancati e s’è stancata di noi,
loro vanno con gli aerei,
noi moriamo
sugli autobus,
la loro vita è fucsia.
Loro di una specie e noi di un’altra!!
Ambarapacicicocò oh signor coccorocò
È a te che rivolgo questo canto
Quando il popolo si rialza e chiama!
Indovina, scervella il tuo cervello
Chi tra noi sopraffarà chi?
- Alessandria d’Egitto, 1977 -

(traduzione di Laura Iudiciani; testo in arabo-inglese qui)

Alzati Egitto!” (titolo originale: يا مصر قومي)

Alzati Egitto, tieni duro
ho tutto quello che speri
nè l’oppressione, nè la notte mi sottomette
oddio oddio signore biram
teniamo in alto la fronte, libera e orgogliosa
le mani sono pronte al loro dovere
ci manca un muezzin e un califfo
e la luce è tra il cielo e la terra
Egitto, torna ad essere quello di un tempo
chiamato dalle università e da Helwan
Egitto, torna ad essere quello di un tempo,
a ribellarti ai nemici e ad essere testarda
Alzati Egitto, tieni duro
ho tutto quello che speri
nè l’oppressione, nè la notte mi sottomette
oddio oddio signore biram il sangue scorre nell’acqua del nilo
e il Nilo si affaccia sulla mia prigione
e la prigione germoglia grano e lino
e saremo affamati, spogliati e costruiremo
Egitto, siamo ancora numerosi non aver paura della forza degli altri
Egitto, i nostri cuori sono colmi di bene e i nostri sogni di rose bagnate di rugiada
Alzati Egitto, tieni duro
ho tutto quello che speri
nè l’oppressione, nè la notte mi sottomette
oddio oddio signore biram
Buongiorno, giardino
buongiorno a chi ti ha dissetato
Oh (terra) fertile dalle piante delle nostre mani
dal mare ho bevuto il tuo amore
ho bevuto dal bicchiere del mio amore
e del Nilo nero nubiano mi sono innamorato
e vi ho lavato il mio corpo e i miei vestiti
e ho scritto il suo nome sulla pancia.

(traduzione di Laura Iudiciani)

Fonte delle poesipoesie tradotte : editoriaaraba

visto in ISLAMETRO 

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vedere anche
Invisible Arabs
Tlaxcala

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