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Al cinema con The giver

Da Psicotorino

Questo weekend è uscito al cinema “The giver-Il mondo di Jonas“, film tratto dall’omonimo romanzo di Lois Lowry. Uscito oltre 20 anni fa, si tratta di un libro che viene spesso consigliato  negli USA come lettura ai ragazzi delle middle school.
Il genere è quello distopico: una sorta di utopia al contrario dove in un futuro non meglio precisato tutto procede male, (come ad esempio in 1984 di Orwell).
La società di The giver è controllata dall’alto. Gli Anziani decretano le composizioni dei nuclei abitativi, le nascite sono programmate da genetisti e i più deboli vengono eliminati tramite eutanasia.
Non esistono sentimenti o capacità di pensiero critico. Il ritmo della giornata viene scandito dall’esterno: la voce diffusa dagli altoparlanti indica quando mangiare, dormire e fare pausa. I colori non esistono: per non creare differenze tutto è in bianco e nero.
Jonas, il protagonista, è nominato nuovo “raccoglitore di memorie”: il precedente (diventato quindi “donatore”) ha il compito di trasmettergli i ricordi di ciò che un tempo fu il mondo.

Non è mia intenzione soffermarmi sulla trama o dare un giudizio tecnico del film. Mi interessa una riflessione più ampia sui temi che muovono il racconto.
A prima vista, un mondo dove non esistono dolore, guerra, carestia e violenza dovrebbe essere perfetto.
Invece è totalmente inquietante: il male non esiste, perché non si ha consapevolezza nemmeno del bene. Togliere tutto, per togliere la sofferenza. Questo significa privare gli esseri umani della loro umanità: non sanno dell’esistenza di musica, animali, neve…e tutto ciò che potrebbe far nascere ogni genere di sentimento.
In poche parole: una dittatura.

Al cinema ho visto molte famiglie con bambini: qualcuno giocherellava con lo smartphone, altri guardavano il film più o meno distrattamente. Alcuni si sono spaventati di fronte a scene un po’ più forti (i ricordi della guerra o della caccia) e altri hanno continuato a mangiucchiare pop-corn. Sarebbe interessante sapere quali domande si sono posti, e se hanno avuto modo di confrontarsi con un adulto. Questo film, per quanto non sia un capolavoro della cinematografia mondiale, può fornire alcuni spunti di riflessione. Inoltre, è tratto da un libro: chissà che non invogli qualche bambino in più alla lettura :)



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