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Al vostro posto, Mario Monicelli

Da Daniele Vannini
Al vostro posto, Mario Monicelli Bisognerebbe darli ai genitori e ai nonni, i consigli. È lì che è cominciato il degrado. I giovani non hanno nessuna voglia di far niente, nessuna voglia di partecipare alla società, solo diritti da pretendere. Neppure il fatto di essere precari dà loro preoccupazione. Tanto hanno casa e famiglia in cui rifugiarsi. In fondo la vita la si sconfina. Senza ambizioni, perché non c'è più il terrore di finire a essere un accattone. A loro i genitori dicono: la prima cosa è che ti paghino! L'imparare un mestiere, ringraziando per il fatto che stai imparando, questo non esiste più. Rivendicare diritti a suo tempo non fu una cosa sbagliata. I nonni questo hanno ottenuto. Però hanno generato una serie di persone pretenziose e irresponsabili. E di corrotti, anche. È l'Occidente che sta andando in malora. Non ci si deve rassegnare. Invece sono tutti contenti. Anche i momenti che potrebbero essere di protesta - per i disoccupati, i pendolari, i disperati trattati come animali e lasciati dormire dentro cisterne - finiscono in balli, suoni, canti. Come si fa?E che significa questo cercare di farsi conoscere in tivù come un ragazzo piacente o di belle maniere, un vincitore? Tutti cialtroni, pronti a qualunque bassezza per un po' di visibilità, a litigare, a insultarsi, a fare a botte e tutto questo per l'audience. Sono cose immonde.I giovani non esistono più. Il giovane è già vecchio perché conosce troppo della vita, del sesso. Un tempo era una persona che si stupiva molto di quello che avveniva, delle persone che incontrava, delle cose che vedeva. Il termine giovane di per sé è stupefazione, non conoscenza, primavera. Oggi a 11 anni hai visto tutto, conosciuto tutto, sentito tutto, provato tutto. Col compiacimento dei genitori: «Vedi come mio figlio è già avanti?!».

- Testo tratto dal numero 6 di VENTIQUATTRO, del 21 maggio 2010, gruppo24ore, IL SOLE 24 ORE S.PA. - Foto di Gianmaria Zanotti, Wikipedia.



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