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alessia e michela orlando: JACQUES PREVERT-IL SEGUITO DI PARIS AT NIGHT: PARIS AT FIRE

Creato il 29 settembre 2010 da Gurufranc

alessia e michela orlando: JACQUES PREVERT-IL SEGUITO DI PARIS AT NIGHT: PARIS AT FIRE

JACQUES PREVERT: IMPORTANTE RITROVAMENTO

NEI PRESSI DEL MASCHIO ANGIOINO

IL SEGUITO DELL'EPICA POESIA PARIS AT NIGHT 

nostro scoop (?!)

Nel mentre si parla del ritrovamento di una nave, che non pochi ostacoli ha creato alla costruzione-ampliamento della metropolitana nella capitale partenopea, si è scoperto che trattasi di una favola metropolitana: non c'è mai stata una nave romanica, sotterrata proprio in quel sito, bensì una bottiglia in vetro verde scuro, con un messaggio vergato su pergamena. Lo abbiamo letto: è il seguito di Paris at night. La trascriviamo, questa straordinaria poesia, prima di svelare il seguito. Anticipiamo che anche nel seguito si sente la mano di Prevert, ma si nota pure qualche strana inversione di ruoli. Ci pare di cogliere qualcosa di femminile; abbiamo la sensazione di una delusione amorosa, come se una donna fosse stata tradita e si vendicasse in versi. Ci pare anche di vederlo il grandissimo ed eterno Poeta francese che, nottetempo, sotterra la poesia in bottiglia, destinata forse a cadere nell'oblio per sempre. Per fortuna i lavori di scavo le hanno ridato luce.

Paris at night

Tre fiammiferi accesi uno per uno nella notte
Il primo per vederti tutto il viso
Il secondo per vederti gli occhi
L'ultimo per vedere la tua bocca
E tutto il buio per ricordarmi queste cose
Mentre ti stringo fra le braccia

Jacques Prevert (Parole, 1945)

Ecco, finalmente, il seguito:

PARIS AT FIRE

Tre micce accese nella notte

una per spegnerti lo sguardo

la seconda per zittirti

la terza sotto il culo per vederti zompare per aria

e tra mille esplosioni

ricordarmi di quanto tu sia stronzo.

Jacques Prevest ('Nciuci, 2045)

Traduzione di Alessia e Michela Orlando

L'illustrazione: Napoli, 1727



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COMMENTI (1)

Da giusi pontillo
Inviato il 03 ottobre a 15:14
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Tripudio d’amore

Ti ricordi giovinezza Quel tripudio d’amore Che spesso arrossiva Tra le ginestre in fiore Negli angoli felici del viale Sospiravi davanti ad una madonnina. E l’odore del mare ancheggiava La pelle ambrata sotto la luna Miriadi di stelle ora contemplano L’unione felice .. E tra le onde del grano Ricamo ancora quel tripudio d’amore.

Credere d’Autunno

Credere d’Autunno Quando le foglie cadono.. “Aspettano un tempo Della Primavera”. Credere nel silenzio Dei nostri giorni Che battono il sentiero Solitario del plasma E’ credere Al freddo dell’Inverno, Alle nostre tribolazioni Che avranno una fine. E’ credere Che senza l’Autunno Non verrà mai la “Primavera”.

Ti parlerò d'amore e di poesia

Ti parlerò d’amore e di poesia Omero “Padre universale del verso” Ti citerò nel tempo Con simili ricordi Di donna.. E del naufrago Che soggiace alle grazie di “Nausicaa” Ne parlerò con voce di mistero. Ora che il tempo .. Ha deturpato le mie grazie di donna Mi sovviene Che non sono mai stata per l’uomo Una dolce ancella.. E nel mio cuore imperativo Alberga da sempre Una “Circe” di amore maturo.

Il muschio nel viale

Come si fa A credere che La casa nel bosco È una magica Cattedrale Riempita di muschio.

Come si fa quando Arriva l’Inverno A togliere il muschio Dai propri giorni

Come si fa A sorridere quando Hai compreso Che la vita è Un presepe vivente.

La tazza di latte di Proust

Seduta in un angolo sperduta La tazza di latte di Proust Mi consola Senza maschere ritorna E vuota o piena mi gioca Nei momenti del destino. Quanta pace avrebbe dato Se le maschere Fossero cadute E ciò che mi rimane E l’origine del tempo.

Parlerò di Paradiso

Parlerò di Paradiso Al mio animo affranto Parlerò di un fiume Della Bibbia Che molti già conoscono Quando le giare saranno antiche E l’umano trasparente. Saranno rose e spine Le visioni dello spirito Lungo il fiume. E mi corrode Il tarlo del mio sangue Senza amore. Davanzale senza Luce È il bisogno dei miei giorni.. E per vivere parlerò di poesia Dei Santi e dei Profeti Senza mai stancarmi Fino alle porte della morte In Paradiso.

Sui piani del mentale la poesia

E il mare regna sovrano Sui piani del mentale Come vulcano Ti rapisce la poesia. Cadono sui monti Parole di fuoco E il Se brucia Nel sacrificio del sapere. Cade anche l’amore Che si apre Al volere Spirituale:- E Dio che fa luce! E sotto i piedi vacilla Per incanto La struttura del reale. E’ magico e fanatico Il potere della Luce E’ visione illuminata dell’Amare Universale.

E’ già mattina

Forse Dio Mi riconosce Quando è già mattina Quando si accendono Sul mio viso i sorrisi Della luce del sole E la visione struggente Delle rosse camelie; Non parlo di visioni Ma d’amore emozionale E il rosso che mi inganna Uccide il fisico anormale. Parlerò di Paradiso Quando il sole È già tramonto E l’alba mare oceano Che gia regna Nei fondali Della mia sconosciuta ombra Ed il cuore sarà già “l’anima”.

L'epilogo del verso sonante

Penetra l’ombra dell’uomo, L’epilogo del verso sonante Che fugace Trasfigura l’umano. Penetra nel verso di fede L’orbita del vedere Sotto le ciglia socchiuse Distese di nebbia. Penetra nel fuoco sacro La silloge Che accarezza l’essere E simultaneo diventa Presente nel metafisico Come suono D’epilogo pregnante della vita.

La sigla dell’eterno

Quante volte siamo rimasti Con le spalle al muro Dove l’eterno Ha inebriato di spirito La natura; Quante volte Ci siamo rivolti al Signore Per siglare la nostra vita Quante volte Abbiano visto nascere il sole E declinare il tramonto Credo che a Itaca Ci andremo tutti Ora che l’eterno ha bussato Nelle nostre case Per siglare le nostre radici. Poesia dell’algida luna

Poesia dell’algida luna Dormi come una barca Nel porto oscuro del divenire, Quante risposte diventano Figlie del tempo Quanti sonetti sopiti Riposano nell’abisso dell’anima; Crudele fu quel tono pacato dell’amore Che diventò centurione mortale Dell’Universo E “donna” fu il” sole” Che dischiuse inconsapevole il dolore E la conchiglia con l’uomo blasfemo.. A una certezza E un patto con Dio.

Quel soffio d’Autunno

Quel soffio d’autunno Spira leggero Dentro l’arca incantata. Quel soffio di vento Armonico e secolare Non smuove la “vecchia quercia” Nutre il suo arrivo in Paradiso. Marmorea e plateale L’oceano si tinge di blu Combatte Nello Spirito
Il verbo del male . Ora quando l’oceano tace La vecchia (quercia risorge).

Gardenia fiore d’Autunno

Anche d’Autunno Quel uomo blasfemo Guardava la Sposa E tirato ubriaco d’illusioni Pensava alla sua gardenia perduta Avrebbe voluto essere galante Ma il sogno amava il potere E un giorno decise di andare. La casa vissuta spuntava di erbacce.. E spuntavano ancora Gardenie nella neve d’Inverno. Nel tempo la sposa Viveva nel suo giardino Di gardenie in fiore. Era l’Inverno un giorno.. Vicino al sapore dell’uomo vecchio E spuntò una gardenia graziosa Nel giardino dei mancati sposi.

L’Autunno antico

D’Autunno l’antico.. Ha ancora il sapore Dell’Estate negli occhi E la gardenia sogna I colori della verde età. Conta molto ..il tepore Dell’anima che canta Come usignolo Davanti alla finestra del tempo, Davanti ad uno sguardo pacato Rivolto al cielo blasfemo. Conta molto sapere Che d’Autunno Cadono i giorni Nella terra Eterna del ritorno. Dei ricordi Mi consola L’isola felice Del presente vissuto.

L’autunno di parole

Non conta l’ultimo tramonto D’autunno. Di parole l’eterno Ti chiama. È un sogno Destare la mente Che non tradisce La comparsa di una rosa Nella tua anima. Non conta che il mare Riposa. Ai sensi l’autunno Descrive la vita dell’uomo Di parole coniate nel tempo.. Con versi di pianto Che diventano musica L’inno di Dio.

Lacrime e poesia

E’ un mazzo di mughetto Intriso di lacrime e poesia La mia vita consumata. E’ un mughetto Stanco Il mio germoglio di madre Feconda. Ha il tarlo Di una rete di pescatore, Si agita nell’oceano E sulla battigia stanca Si adagia il mio corpo lunare. Di incanto Che meraviglia Questo mazzo di mughetto.. Aspetta ancora che lei sia “La Sposa più bella” Aspetta ancora Il Messia Sposo come La Donna di fiori.

Lungimiranti floreali di turchino

Penso a te Vita lungimirante e floreale Nell’azzurro turchino Penso ai fiori Dell’Essere Nei coralli dell’abisso Cerco l’edera del mondo Sotto gli alberi dei pini Ma una quercia spunta bella E mi sorride.. “Secolare e appagante” E’ la sua chioma Mi richiama Ai giorni del destino E ancora ..e ancora Cosi radiosa Spunta la mia alba.

Cerco l’ alba del ritorno

Cerco l’alba del ritorno Nel volto della gente emarginata Quando l’anima soffre Per donare agli altri la mia vita.. Cerco il fiume della fonte E mi disseta il limo La tua Presenza; Cerco il fiume che purifica Quando il vento Spira piano e l’azzurro Irrompe l’alba Con raggi immacolati E un verde incantato. Cerco l’alba di Maria Quando sono in pace Con me stessa E dono agli altri Il mio respiro Di pensieri E mi accordo di sognare Quando cerco la mia vita come esempio dell’Esistere.

Pergole amare di profumi

Pergole amare di profumi Si sono guadagnate le essenze; Non sono i tannini Il profumo di mio padre E le vecchie foglie di pergole Del vigneto Era la sua presenza l’essenza Dei tannini E il ritorno del ricordo Nei miei giorni di vita. Si consuma la nostalgia.. Pare sia poesia dell’esistere O il ritorno al ricordo del passato O la fanciullezza andata.. Volano le farfalle Volano le lucciole E avvolte anche le libellule Nei pensieri tristi Del presente. Tornerò a casa Alla destra di Dio Padre Insieme A mia madre e mio padre Sotto pergole di glicine in fiore. Vibra il grano nel grembo della Madre

Vibra il grano Nel ventre della Madre E nessuno può pensare Che sia il miracolo della vita. Vibra il seme dell’Altissimo Conta i chicchi Davanti all’altare del suo tempio E Gesù ancora non è nato. Conta il grano Nello Spirito La Colomba nella chiesa E il Messia si incanta Quando aspetta Tutti alla sua mensa.. Soprattutto i peccatori E gli affamati. Prende tempo Maria A insegnare che il Signore ci l’istruisce E cerca sempre la visione dell’umanità Sotto il seme del buon Dio.

Il giunco fiorito

Il giunco fiorito E’ comparso
Sull’arida collina Vicino al camposanto Dove i giorni.. Non hanno mai smesso Di esistere; Il giunco della giovinezza Lussureggiante Pullula nell’anima Come dolce poesia Mentre l’Essere E’ Ubriaco.. E umiliato Sotto la verga Dell’uomo. Il giunco ora mormora E tace per non perdere La Consapevolezza Del suo Essere.

Il mughetto e il codice della lunga vita

Nel mio mazzo di Sposa Il mughetto è scomparso E la mimosa trionfante Ha bruciato le sue essenze E il codice della lunga vita; Povero Sposo Si è dimenticato Della fede nuziale! Ora ramingo Cerca la Sposa. Peccato che non si è accorto Del tetto rovinato Della sua casa! Ora ..dormono accovacciati I suoi spermatozoi in fiore.

La finestra dentro nuvole

È un cielo il mare E la finestra dentro Le nuvole E’ una nube Di desideri speciali E di ombre che si dissipano Al sapore di un brivido Di Eternità.

Quel bocciolo di rosa…

Quel bocciolo di rosa Sudava di brina Era ombre dentro Il porto inquinato. Quel bocciolo avvizzito Restava ingabbiato Nel fumo delle ciminiere.. E lontana come una vaporiera Tornava al passato. Quel bocciolo stanco Restava immobile:- Nelle gelide acque Bloccava il dolore Della nostalgia:- “Erano solamente i ricordi Che tornavano invadenti Nel porto di Taranto.”

Ho gettato il mio cuore in mare…

Ho gettato il mio cuore in mare E le onde hanno lievitato Il tramonto del sole. Ho gettato i remi Della mia barca E la vita ha cercato Un porto sicuro. Era bello quel rosso
E quel viola Sapeva di passione. Ho cancellato gli anni E gli attimi del mio presente E la gioia dentro il mio cuore Ha ripreso a nuotare “Ero viva ero salva”…

I fiori di Ofelia

Sulle orme di Ofelia Brizzolati Tremuli fiori cascano Nel mare di grano. Nei campi di girasoli
Un paese lucano Muore di nostalgie E “Ofelia”grida
Disperata Senza una madre e padre..

I ritmi del silenzio di filari Settembrini

I ritmi del silenzio di filari settembrini Pullulano nei vigneti dei ricordi E un padre già cenere negli anni “Sbiadito nei ricordi “.. Torna a vendemmiare.

E un ciclo di ritorno Ai luoghi dell’infanzia Dove asini lungo le mulattiere Segnano la via della vendemmia. Sono acini e tannini che fermentano Nei tini e l’acqua alla fontana
Porta un vino corposo E di annata Che scompare piano ,piano con il ritorno Alla ricchezza e del progresso.

Le stelle di San Lorenzo

Molte stelle brillano In cielo E il mare immenso Respira lucciole amanti Come bagliori Di mistero. Poche sono le stelle Che cadono.. e “una” Perde tutto.. Anche il desiderio Della Rinascita.

Improvvisa e silenziosa Quasi furtiva “Eva” Innalza la sua preghiera al Signore E San Lorenzo brilla nell’Universo.

L’Eternità

Si sciolgono i colori Della mente E limpidi come ruscelli Cascano i “raggi del sole” Dell’Archetipo-

Piano, piano Tornano i pensieri Del cuore Come pezzi d’argento A conquistare L’armonia feconda Dell’Essere.. E libera la “donna” Si allontana dalla terra Al cielo . L ungo il sentiero Immobile la serpe Si accovaccia E la notte ti rimbomba Come tamburo battente Di un Capolinea.. Poi si accendono I colori consumati Di una “lacrima” E su di essa Brilla solitaria l’Eternità.

L'Infinito amore del Creatore

In San Francesco da Paola Ho amato il Creatore Le piccole rondini Nella Cattedrale E i colombi arrampicati Sul pendolo di foucault Sento già l’inno della festa Della madonna di Anglona Tra l’Agri e il Sinni E i rossi calanchi. Sento già la Sposa
Che si innalza al Creatore Tra i resti del tempio di Demetra E sua figlia Persefone, E vedo i raccolti abbondanti di spighe Portati in dono alla Vergine Madre di DIO Nelle mura radiose Della vecchia Pandosia.