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alessia e michela orlando: MEGLIO LA STATICITA' O LA DERIVA? MEGLIO L'IMMOBILITA' O L'AGITAZIONE?

Creato il 01 gennaio 2011 da Gurufranc

alessia e michela orlando: MEGLIO LA STATICITA' O LA DERIVA? MEGLIO L'IMMOBILITA' O L'AGITAZIONE?

CI SONO ALTRI NAPOLETANI, ALTRI ITALIANI

ALTRI ESSERI UMANI


Se si dice deriva si può sin da subito pensare alla nave in balia delle onde che, prima o poi, si spiaggerà come fanno le balene per ragioni misteriose.

Si può anche pensare, fuori da ogni metafora, all'essere umano che cede, essendo in balia dei venti in cui la vita avvolge e costringe ad affrontarli di petto o di schiena giacché si fugge. È lì, basito, spaventato. Non sa che fare e si lascia andare, cede al canto della sirena, dell'alcool, della droga, ed è rapito da spire mortali. 

Deriva è anche la variazione indesiderata di una grandezza fisica, causata dalla temperatura. E deriva è anche quella dei continenti.

Volendo buttarla sul difficile: è dal francese che proviene il nostro deriva. È, dunque, dérive, che dà i natali a de-riva. È chiaro il tributo al verbo latino derivare: deviare l'acqua dal suo corso. Tracimando verso le lingue anglofone si giunge a to drive, ovvero guidare, pilotare.

Tornando alla terminologia marinaresca: in Italia vi si perviene alla fine del Settecento. È, come appare evidente, un termine tecnico, prima che metaforico. Si allude semplicemente allo spostamento laterale impresso a un corpo galleggiante da una massa liquida agitata. È ovvio pensare al mare e alle sue correnti; ma ciò vale anche per gli aeroplani che, non a caso, si chiamano anche aeromobili: la loro rotta è deviata dalla corrente atmosferica. Tralasciamo il termine scarroccio considerato da solo (ma varrebbe la pena dedicargli un po' di tempo) per sottolineare la maledetta commistione di deriva e scarroccio: questo è un matrimonio osceno. Quando i due fenomeni si sposano si è di fronte alla DERIVA TOTALE e solo le nuove tecnologie ci potrebbero aiutare. Volendo applicare tutte queste nozioni alle agitazioni sociali, ai conflitti epocali tipo il '68, non è dato sapere chi possa davvero intervenire per sedare le derive e se davvero sia utile farlo. Non è forse da un grande conflitto, tipo il Big Bang, che è nata la terra? Non è da una forma di lotta violenta ed esplosiva che nascono i figli? Ove mai qualcuno obiettasse qualcosa: basterebbe limitare l'analisi allo spermatozoo che, forando la membrana dell'uovo, in uno sforzo penetrativo che non può che essere violento, raggiunge l'unica meta possibile per divulgare i suoi messaggi genetici. È così, è incontestabile: c'è un atto violento alla origine della vita. È così, è incontestabile, si potrebbe evitarlo, ad esempio con la inseminazione artificiale. L'inseminazione artificiale: al di là delle visioni religiose ed etiche di contrario avviso, rispettabili in ogni caso, è comunque una acqua di maggio per chi desideri procreare senza poterlo fare naturalmente. Ma si potrebbe forse negare il piacere di affrontare quel sottile dolore che ti può dare l'incertezza: sarò incinta? Non lo sarò? Lo rifaremo? Ma si, rifacciamolo…

È così anche rispetto alle questioni di massa: si potrebbero sperimentare sterili laboratori politici per conseguire la pace sociale eliminando i conflitti. Ma sarebbe rischioso non sottolineare la bellezza dei movimenti di massa, dei giovani che spendono gran parte della loro vita sui libri e non si sottraggono se possono sperimentare esperienze formative. Quanti sono i napoletani in giro per il mondo? Quanti gli italiani? E cosa davvero fanno? Che significa integrazione e globalizzazione sul piano culturale?

Le risposte le può cercare chiunque voglia farlo. Adesso è ben più facile di qualche decennio fa: basta farsi un giro per il web.

Si potrebbe iniziare da qui:

http://www.altritaliani.net/spip.php?page=forum&id_article=213&id_forum=2876

dove, oltre che vedere una Italia geograficamente capovolta, si potrà leggere qualcosa che riguardi i nostri concorsi letterari, si potrà scoprire molto altro ancora. Anche su Napoli e l'Italia:

http://www.altritaliani.net/
Illustrazione: il satellite WMAP che sta raccogliendo dati per comprendere il Big Bang.

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