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“Allacciate le cinture” di Ferzan Ozpetek… poteva andare peggio

Creato il 11 marzo 2014 da Lundici @lundici_it
allacciate le cinture

In “Allacciate le cinture”, ultimo film di Ferzan Ozpetek, sono presenti due filoni narrativi ben distinti fra di loro. Il primo rappresenta la giovinezza spensierata, la felicità, il seguire l’istinto, coltivare dei sogni, la passione, l’amore. Il secondo simboleggia la disillusione, il risveglio in un mondo crudele, l’invecchiare, le responsabilità, la malattia, l’incomunicabilità.

Regia: Ferzan Ozpetek
Sceneggiatura: Gianni Romoli, Ferzan Özpetek
Paese: Italia
Genere: Commedia melodrammatica

Interpreti:
Francesco Arca
Kasia Smutniak
Carolina Crescentini
Filippo Scichitano
Carla Signoris
Francesco Scianna

Consigliato a: fans di Ozpetek, fans di Maria De Filippi, fans di storie d’amore e lacrime.
Sconsigliato a: spettatori a caccia di sorprese, a chi cerca una storia originale, a chi non sopporta gli stereotipi e naturalmente a tutti i cinefili


un “tipico” uomo del sud: macho, omofobo, vagamente razzista, pieno di tatuaggi.

Passano tredici anni: lei e lui si sono sposati e hanno avuto due figli. Elena gestisce il tanto desiderato pub insieme a Fabio. Antonio, il quale sembra quasi assente dalla vita familiare (è troppo pigro per badare ai figli, è un fedifrago recidivo), lavora ancora in officina. Ma ecco che arriva il dramma quando Elena scopre di avere un tumore al seno e decide di combatterlo.

Questo uomo palestrato e unto recita la sua parte, ma non è un attore

Questo uomo palestrato e unto recita la sua parte, ma non è un attore

Il finale si riallaccia al filone narrativo iniziale in modo da non lasciare allo spettatore troppo amaro in bocca. Questo film è una commedia, ma è anche qualcos’altro: è una riflessione su quanto ci si possa allontanare nel tempo dalle persone amate. Il melò in cui sfocia la parte centrale del film non fa che evidenziare le crepe formatesi nei rapporti, forse ormai troppo logori per essere riparati. La scena “madre” riesce ad essere toccante (l’amore che va oltre la malattia che consuma il corpo) ma non fino in fondo. Questo forse a causa di Francesco Arca, tronista di Uomini e Donne, in questo caso interprete di Antonio.


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