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Altro Cordero per impiccare l’Italia

Creato il 14 marzo 2012 da Albertocapece

Altro Cordero per impiccare l’ItaliaRossella Roselli per il Simplicissimus

Ci vorrà tutta l’abilità dei sostenitori del governo Monti per riuscire a inquadrare e giustificare l’ultima intemerata della Fornero, un’altra infelice esternazione da bar del circolo della caccia. Perché mi sembra che ormai la professoressa abbia soltanto gettato la maschera mostrando anche ai suoi più sprovveduti e accaniti fan il suo vero volto. Stavolta niente lacrime, soltanto l’arroganza di chi ha già deciso, sintetizzata benissimo nella vignetta di Ellekappa questa mattina su Repubblica.

L’affermazione della proterva Fornero su eventuali “concessioni” nella trattativa sul lavoro tuttora in corso ha, com’era prevedibile, scatenato nuove polemiche e nuova indignazione, rivelando l’attitudine padronale della ministra a disporre dei diritti dei lavoratori a proprio piacimento e secondo le proprie necessità con la sola contropartita, a parer suo munifica e definitivamente riparatoria, di una specie di elemosina che dovrebbe compensare una vita distrutta.
Certo la ministra si è fatta da sola, studiando e lavorando contemporaneamente, come ci hanno informato le interviste pubblicate anche in tempi non sospetti (ma forse non poi così tanto), dall’indulgente stampa italiana. Cosa che non le ha impedito di portare avanti un matrimonio stabile e coltivare qualche piccolo vezzo come l’eleganza made in Italy e la passione per le creme di bellezza.

Un sapiente dosaggio di merito e applicazione quindi, che fa il pari con quello dell’altro outsider Luca di Montezemolo che finalmente, avendo ritrovato la “pagina del come” nell’agenda della ministra, ha finalmente deciso di rompere gli indugi e di scendere in campo alle prossime elezioni proponendo altri ingredienti per completare la devastante ricetta che passo a passo stanno già servendo al tavolo delle trattative.
Eh già, le disgrazie non vengono mai da sole e il puzzle si sta ormai componendo.
Ad ognuno la sua parte in commedia, anzi in tragedia. Tra Cresci italia e Italia Futura si intravede infatti il ritorno a un passato nel quale i lavoratori contavano solo per la capacità di arricchire i loro padroni, senza riscatto, senza alcuna contropartita e garanzia, fino alla morte.
L’Italia dei carini, e dei bravini, contrapposta a quella dei brutti, cattivi, e anche ignoranti, carne da cannone incapace di sollevarsi contro chi la sfrutta, la disprezza, la ricatta e la deruba.

Pronta anche a spogliarla di ogni bene per venderlo al miglior offerente, chiunque sia, come succederà domani alla Reggia di Carditello, messa all’asta come i nostri diritti. Come è già successo e succederà ancora finché ci sarà un uomo o una pietra o un metro di terra da vendere per fare cassa. Abbiamo fin troppo a lungo, irretiti da vane promesse, tollerato e nutrito questa gente con sangue vero versato sul lavoro e nelle città soffocate dal cemento dei palazzinari che proprio ieri in tv anche l’ex ministro Romani, in piena sintonia e continuità con i suoi successori, definiva indicatore di prosperità sociale (almeno fino alla chiusura dei cantieri).
Ma non è questo che vogliamo, non è questo quello che difendiamo ma il diritto alla bellezza, alla nostra dignità, alla nostra stessa vita. Non ci sarà alcun pareggio di bilancio che compenserà la perdita di diritti conquistati con le lotte dei nostri padri e che non siamo disposti a mettere in discussione. Non diamogliela vinta, non regalaliamogli il nostro futuro.


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