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Amarcord: i 5 ricordi drammatici del liceo classico

Creato il 22 gennaio 2014 da Rory

greco

Immagine da “Roba da scrittori” su Fb

Miei cari,

siccome quest’anno ricorre il fausto anniversario del mio decimo anno dalla maturità (ebbene si sono vecchia) e la mia prof di latino e italiano del liceo ieri mi ha messo un like su fb, ho deciso di fare un post con i cinque ricordi più drammatici legati a quegli anni. Si tratta di roba più scolastica che personale, dunque se volete dirmi le vostre sono tutta orecchie!

1. L’Aoristo Fortissimo. Meglio conosciuto anche come Aoristo terzo, era uno dei complicatissimi verbi dinnanzi ai quali ci poneva davanti la malefica lingua greca. Se la batteva bene con la terrificante declinazione attica ma poiché questo era più frequente ma altrettanto meno riconoscibile, merita il primo posto di questa mia classifica. Una tempo verbale meschino e insidioso, nonché oscuro, poiché ignoto ai più. Che poi tanto una volta usciti dal liceo e chi se lo ricorda più st’aoristo fortissimo? In effetti, già durante il liceo uno non lo conosce, figuriamoci dopo.

2. Le poesie di Orazio. Ogni tanto i miei incubi sono ancora popolati dal dolce capretto della Fonte Bandusia, quello dal rubro sangue per capirci che poverino, ti veniva sgozzato così davanti agli occhi senza diritto di replica. In generale, ricorderò sempre le poesie di Orazio, che ho studiato così duramente che sono entrate  veramente a far parte del mio quotidiano, tanto che quando andai a far visita al Monte Soratte mi commossi quasi. La mia prof del liceo, sempre sia lodata, ci faceva analizzare, parafrasare e tradurre questi magnifici carmi in maniera così intensa da farti comprendere come mai a quel poveretto di Luca Canali è venuta la depressione.

3. La chimica in secondo liceo. Più che la chimica, io detestavo la mia professoressa di chimica che era terrificante. Ci si aspettava da me che andassi bene in questa materia esclusivamente perché mia sorella è un chimico e per carità, mi spiegava sempre tutto ma a parte che il talento in qualcosa non è genetico ma poi io e la scienza abbiamo litigato suppongo in prima elementare, dunque nisba. La professoressa comunque stimolò il mio lato artistico, tanto che composi una canzone dedicata a lei sulle note di “Asereje” e la disegnavo graziosamente in numerose strisce a fumetti con cui guarnivo libri e quaderni dei miei compagni. Indimenticabile la sua spiegazione sugli stadi della materia: “a materia è comm o burr. O burr int o frigorifer s’ fa tuost tuost, poi quann o jesc a for s squacchia” (trad: Il burro riposto in frigorifero diviene molto solido mentre quando viene esposto all’aria si ammorbidisce fin quasi a squagliarsi”).

4. Le equazioni di secondo grado. Non voglio fare l’esponente del clichè secondo cui uno va al classico perché non ama la matematica, il punto è che io non ci sono portata, come spiegavo e dunque per imparare queste malefiche equazioni di secondo grado quasi dovetti andare a dormire col libro sotto al cuscino sperando che per metempsicosi la scienza si infondesse dal libro al cuscino e dal cuscino a me. Morale della favola: ricordo ancora come si risolve una equazione di secondo grado ma comunque continuo a odiarle.

5. Le mostre d’arte con la prof di Storia dell’Arte. Ora so che penserete che io, che in Discipline storico-artistiche ho la laurea, mai dovrei parlar male della Storia dell’Arte ma la storia è assai più drammatica. Dovete sapere che io avevo una professoressa brava ma tostissima che inizialmente mi schifava così per farmi amare da lei, iniziai a fare di tutto, compreso studiare e prendere parte a ciò che lei organizzava, ovvero le mostre d’arte scolastiche. Alle mostre d’arte poteva partecipare tutta la scuola e per chi le organizzava era l’occasione per mostrare a tutti il proprio peso politico. La lotta era sull’allestimento della mostra, perché solo i veri cocchi della prof potevano deciderlo e si sapeva che alla fine dell’anno avrebbero avuto 9 in pagella. Praticamente un incubo. Alla fine indovinate chi riuscì ad avere la meglio e il 9 in pagella?

E voi? Quali sono i vostri ricordi traumatici legati alle scuole superiori?


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