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Amenita´

Creato il 13 agosto 2010 da Dbellucci

La nostra stanza qui ad Arica e´un po´particolare. Prima di tutto ha due porte verso l’esterno: una e´quella della stanza, che si chiude solo da fuori e che chiameremo A, la seconda, che chiameremo B, conduce ad altre due porte (C e D) – come fossimo in un algoritmo – una verso il minuscolo bagno e l´altra nella stanza stessa. La luce si accende da un interruttore ESTERNO, posto accanto alla porta A.
Procedura per uscire dalla stanza:
- uscire dalla porta B
- andare alla porta A, quella della stanza, spegnere la luce dall´interruttore esterno. Chiudere la porta A girando la chiave in verso opposto a quello Europeo, perche´qui siamo nell´altro emisfero.
- entrare in stanza dalla porta B, stanza al buio. Chiudere la porta B dall´interno con un piccolo pomello. La porta B non ha chiave.
- uscire dalla stanza buia tirandosi dietro l´uscio B.
Per entrare basta fare la procedura all´inverso senza sbagliare, ricordando che la luce si accende e si spegne solo dall’esterno. Incazzato ed incredulo guardo la tipa dell´ostello, cordiale e ironica, e le grido:
- Mi sembra molto pratico!!!
E lei, serissima:
- Exattamente.

La parola Exattamente l’avevo gia´sentita dire nella stazione di Cusco. Arriviamo alla mattina e cerchiamo un autobus per Puno, lontano cinque o sei ore, che parta il prima possibile. Nelle stazioni le impiegate starnazzano come anatrine le varie destinazioni, gridando, in un coro scomposto: Lima, Lima Lima!!! Arequipa, Arequipa!!! Puno, Puno Puno!!! ma quella mattina gridavano di tutto tranne che Puno, Puno, Puno. faccio il giro delle agenzie e non ci sono partenze per Puno perche´ dei manifestanti bloccano le strade. Poi arrivo ad una baracchina dove una tipa con un largo sorriso mi dice che la sua agenzia porta la´. Mi fa un prezzo speciale. Al che salta fuori da un baracchino vicino un altro tizio che comincia a dirle dei nomi in Spagnolo stretto. Lei tace, sorride e guarda me. Lui la minaccia. Lei non si squassa. Allora le dico:

- Perche´nessuno vende i biglietti per sta cazzo di Puno?

- Non lo so.

- Si´che lo sai.

- Non lo so.

E ride, la gallina.

- Mi vuoi fregare.

E lei: EXATTAMENTE

Bella, tranquilla.

Cosi´ sono andato a farmi fregare da un´altra parte, dove mi hanno venduto a prezzo doppio un´altra tratta, senza dirmi che prima di salire sull´autobus era necessario pesare il bagaglio. Quando torno dalla tipa – sorridente – esasperato, lei mi dice che se n´e´dimenticata. Il viaggio doveva durare 8 ore, ne e´durate 15. I passeggeri avevano e hanno sempre un´idea approssimativa, o personale, della durata del viaggio. Chiedi a uno, ti dice un´ora, chiedi ad un altro, ti dice altro. Insomma, questi paesi rendono un po´folli a girarli dall´interno. Mi chiedo come faccia la gente locale ad avere l´ironia e la pazienza per sorridere (come le tizie delle biglietterie) su tutto. Proprio ieri l´altro sono andato in una biglietteria tirata a lucido per avere gli orari per venire qua. La tipa scrive sul PC ¨ARICA¨ e compaiono degli orari. Li vedo bene. Le dico di scrivermeli. Ieri andiamo a prendere il bus e quei bus non esistono, non ci sono, non sono mai esistiti. Un´altra tipa scrive ¨ARICA¨ sul suo PC e gli orari sono diversi. I paesi che rendono folli.

Ieri entriamo in un ostello. Si chiama ¨Don Luis¨. La signora ci fa vedere la camera. Sembra accettabile. Accettiamo. Poi spostiamo le coperte e le lenzuola sono chiazzate di marroncino. Chiamo la tipa, gliele mostro. Lei ride come un´ossessa e corre a prendere delle lenzuola pulite. Intanto capito nel bagno con la doccia nera. La doccia sembra una sceneggiatura horror. Rifiuto la camera. Lei ne propone un´altra. Poi un´altra. Noi, no grazie, e facciamo per uscire. Lei ci rincorre. Poi arriva la visione, il proprietario, Don Luis. Un vecchio ciccione spelacchiato mezzo nudo tutto bagnato uscito dalla doccia (un´altra doccia, non quella horror) che si tirava dietro la scia e mulinava i braccioni umidi con un asciugamano in vita… Cosi´ usciamo e allo stesso prezzo troviamo il posto dove siamo, ossia quello con le porte A, B, C, D.

Anche noi rendiamo folli. A La Paz ´girava per la stazione una tipa bionda, sui 25 anni, avvenente, probabilmente nordica (Europa). Aveva in braccio, dentro ad una coperta perche´ non tremasse per il freddo, una scimmia bianca. Un pupazzo. E lo coccolava. Lo baciava. E´salita sull´autobus con noi, lei, la coperta e la scimmia, e ha passato la notte con la scimmia, abbracciandola, come un bambino di 4 anni (o una pazza). Arrivata ad Uyuni, e´ scesa con noi e ha fatto la fila per prendere i bagagli, attenta che la scimmia non si sporcasse. Io la odiavo. In certe situazioni, grazie a Dio, si odia.

E le due Coreane venute con noi nel Salar? Si presentano con due grandi cappelli e 4 grandi valigie. Mi chiedono se le aiuto a buttarle sulla jeep. Cioe´ non me lo chiedono, mi fanno cenno di. Io ci provo e gliele lascio li´ dove sono. Durante il viaggio (c´era la Giorgia di fianco a loro, che porta testimonianza), SI SONO TRUCCATE. Per 6 ore. Poi si scende dalla jeep o ovviamente il trucco ne risente. E si ritruccano. Poi si va a pranzo. E si disinfettano le mani, si mettono la crema per le mani, per il viso, si pettinano e si ritruccano. Silenziosamente. Senza rompere, e´vero. E intanto siamo in uno dei paesi piu´poveri del mondo. Il tipo che guida, ironico, ride. Le sopporta. Non rivolge loro parola. Io vado nei matti e mi trattengo. Quando arrivaimo nel salar le trovo stravaccate in posizioni giapponesi che fanno… sapete quelle foto in prospettiva dove sembra che uno abbia tra le mani la torre di Pisa o che schiacci l´obelisco di Luxor? Quelle. Solo che le fanno ad ogni tappa e per ore. Quando e´ il momento di ripartire non ci sono mai. Il top e´ alla sera. Sara´ una questione di cultura diversa. Siamo in un ricovero a 4500 metri nel deserto senza riscaldamento e senz´acqua. Arriva una dolce bambina con un thermos d´acqua calda perche´ possiamo farci un the. Noi e i due Argentini lo prepariamo. Arrivano le Coreane, prendono mezzo thermos d´acqua, belle come il sole, e lo versano in una bottiglia personale. Se ne vanno. A fare che? A STRUCCARSI. Davanti a noi. Poi esigono il the e l´acqua e´finita. Allora io, che sono una persona civile e paziente, dico loro che gliela vado a prendere. Anzi, gli faccio il the.Poi vado in camera, apro i miei farmaci, prendo una fiala di Toradol, una di Plasil, una di Voltaren, un Rocefin. Le spacco e le verso nel the. Glielo diamo e vediamo che cosa succede.

Tuttavia, siamo stati puniti. Siccome sono passati un po´ di giorni, possiamo affermare, a pericolo scampato, che i nostri malanni non erano malanni qualsiasi. Abbiamo preso línfluenza dell’anno scorso!!! L´H1N1!!! Evviva. Ecco perche´ non funzionava l´antibiotico. Pesantina, ma si sopravvive…



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