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An (mala) education

Creato il 16 febbraio 2010 da Emajoeleo
An (mala) education

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Londra, 1961: Jenny ha sedici anni, il viso pulito di Carey Mulligan ed un sogno nel cassetto: andare ad Oxford. Un giorno di pioggia battente, mentre se ne sta sotto l’acquazzone in compagnia del suo violoncello ad aspettare l’arrivo di una polmonite fulminante, incontra David (Peter Sarsgaard), 30 anni, perfetto sconosciuto dall’aria ammaliante al volante di una fuoriserie vecchio tipo cabriolet, che le offre un passaggio con modi gentili da serial killer. La ragazza ovviamente accetta, gli spettatori meno, ma siamo solo all’inizio dell’avventura cinematografica di Nick Nornby e le cose possono ancora migliorare. I genitori di Jenny, inetti in continua caduta dalle nuvole, accettano senza fiatare l’arrivo del piacione David nella vita della loro amata figliola e poco importa se questi, oltre ad avere quasi il doppio degli anni di lei, potrebbe rovinarle ogni velleità professionale, perché il suo apparente status sociale lo eleva al rango di buon partito e promette stabilità e sicurezza. In realtà, dietro l’apparenza da bravo suddito britannico, si nasconde un lupo col vizio di amori adolescenziali e truffe facili, troppo fragile nella sua natura per poter persino aspirare a perdere il pelo e Jenny si ritroverà a dover fare i conti con la disillusione di chi ha quasi mollato tutto per puntare sul nulla di una strada senza uscita. Ma la redenzione da questa educazione sentimentale finita male giunge a un quarto d’ora dalla fine della pellicola, con una brusca virata della regista Lone Scherfig che risolvendo, le angherie in scena in una manciata di minuti, stona pubblico e critica col pessimo tempismo della costruzione drammaturgica del narrato, facendoci scendere di soppiatto da quella macchina su cui a inizio film eravamo saliti di buon grado. E a niente vale sapere che l’opera è tratta dalle memorie della giornalista inglese Lynn Barber, perché lo smarrimento e la sensazione di esser rimasti a piedi sulla strada di un cinema furbo di facile impatto, sembrano essere le uniche cose che ci accompagnano durante i titoli di coda. Mediocre.

Voto 5

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