Anastacia: una Star Tutta Voce e Grinta

Assistere ad un concerto di un’artista internazionale che ha venduto oltre 40 milioni di dischi in tutto il mondo è sempre emozionante specie quando non ti sei ancora piazzata davanti al palco e già non fai che chiederti quanto autentica riuscirà ad essere quella stella e quanto invece effetti, luci e scenografia la renderanno tale. Sapevo che con Anastacia avrei corso pochi rischi in tal senso ma avere la misura di quanto fosse davvero graffiante e pulita la sua voce, dalle caratteristiche decisamente soul, era comunque una grande curiosità. Fari bianchi e senza effetti speciali, musicisti a contatto diretto ed empatia continua con la cantante, dalla mise semplicissima ma elegante e senza formalismi da divetta, che ha regalato ai suoi quattromila spettatori accorsi a Villa Manin di Passariano (Udine) uno spettacolo a tutta voce, senza camuffanti ritocchi di sintetizzatore. È iniziato così giovedì 12 Luglio il tour di Anastacia che da San Pietroburgo, dove ha duettato sul palco del White Nights Festival assieme al “nostro” Eros Ramazzotti, si è diretta in Italia per toccare anche Roma, Napoli e Bologna, oltre che Udine e presentare così in anteprima il brano “Deeper Love”.

Le prime note della serata sono quelle di “Why’d You Lie to Me”, ma già a “Sick and Tired” la platea è ammaliata dalla voce tutta black di questa affascinante bionda che più volte fra un pezzo e l’altro non manca di raccontare e raccontarsi, con ironia e simpatia, coinvolgendo così i suoi fan e dimostrandosi un’artista perfettamente a suo agio sul palcoscenico senza bisogno di artifici. Così come quando chiama tutti i suoi quattro musicisti e le due vocalist accanto a sé e lasciando loro intonare dei vocalizzi rap, stupisce tutti con un “Not That Kind” a cappella, che riesce a dare trasparenza, tridimensionalità e levitazione alla caratura della sua voce, convincendo anche gli ospiti inizialmente solo curiosi.

In tale crescendo di feeling cullati da una voce che si muove con disinvoltura fra gli accesi ed i grintosi acuti e le graffianti sfumature del suo inconfondibile timbro, con dimestichezze che permettono di intonare tanto ritmi rockeggianti quanto brani molto melodici, Anastacia non manca di trasmettere dolcezza e delicatezza concedendosi in un duetto con la vocalist Maria Quintile, italiana fedelissima amica della star, che assunte le veci di Ramazzotti, non ce lo fa rimpiangere nell’emozionante “I Belong to You”. Nemmeno “Paid My Dues”, che l’ha consacrata quale Regina degli Spot ha ricordato l’incessante martellare delle campagne pubblicitarie in cui fungeva da colonna sonora, grazie ad una performance dal vivo capace di far abbandonare le sedie persino al pubblico più composto, per concludere ballando e cantando in coro “One Day in Your Life” e “I’m Outta Love”, che non poteva che chiudere il concerto replicandosi in un bis di saluto.

Dodici canzoni ai più apparse come una fetta gustosa ma non saziante delle fatiche discografiche di una superstar internazionale qual è appunto Anastacia, sono invece un piatto ben più ricco in qualità, a dispetto della quantità: la musica del Nuovo Millennio è sempre più artificiosamente amalgamata ed insaporita da un corredo di ritrovati del marketing per confezionarla alla perfezione sempre di più secondo i dettami dell’immagine e sempre meno con i canoni sonori. Riuscire a fare spettacolo prima di tutto o quasi esclusivamente con la propria voce, protagonista su strumenti e ritrovati tecnologici, è garanzia di esclusività che meritano essere gustate live, specie se la femminilità non è quella monotona vista e rivista nei videoclip, ma quella spontanea ed affascinante di una star come Anastacia.

Per le immagini inserite nell’articolo si ringrazia Azalea Promotion (www.azalea.it)

Fotografie di Simone Di Luca