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Apertura Vintage: Breve storia dell'apertura a strappo

Creato il 13 luglio 2014 da Aperturaastrappo

Apertura Vintage: Breve storia dell'apertura a strappoSia premiato con dodicimila franchi colui che ha inventato le pietanze nei contenitori!
Con queste parole l’imperatore Napoleone Bonaparte ricompensava l’ ideatore del cibo in scatola: eh si, perché i primi ad inscatolare gli alimenti furono proprio i francesi!
Per giungere alla scatoletta o lattina che oggi tutti conosciamo, dobbiamo attendere il 1963 e un americano di Dayton, in Ohio, certo Ermal Cleon Fraze, meglio conosciuto come Ernie, che durante un picnic con la sua famiglia e alcuni amici ebbe una geniale intuizione.
Martha, mi passi l’apriscatole?
Non lo trovo: non dovevi prenderlo tu?
No, io non l’ho preso: è ovvio che portando le lattine di birra una pigli anche l’apriscatole, cavolo!
Ma che cavolo e cavolo, la birra la bevi tu e perciò avresti dovuto pensarci tu!
Un po’ incarognito per la risposta pronta della moglie e per la figuraccia con i suoi amici, si ammutolì e si immusonì come i bambini quando non l’hanno vinta.
Iniziò a girare per il prato alla ricerca di qualche oggetto che gli permettesse di aprire le lattine e intanto pensava che a Martha doveva proprio tanto: accudiva egregiamente i loro figli, teneva la casa pulita, gli aveva prestato i soldi per fondare la sua compagnia, Manufacturing Co. nel ’49, che gli aveva permesso di vendere materiali relativi allo sforzo bellico durante la Seconda Guerra Mondiale e di inventare marchingegni che migliorarono di fatto i cannoncini per gli aerei da guerra, velocizzando la fuoriuscita dei proiettili sparati durante il volo, e che una decina di anni dopo vantava clienti importanti come General Electric, Ford, Chrysler e anche la NASA.
Grazie ai congruenti introiti inoltre, aveva potuto conseguire la laurea in ingegneria presso l'Istituto General Motors a Flint, Michigan che ora è conosciuta come Kettering University.  
Tutto questo da quel prezioso prestito.
Si fece passare il broncio e cominciò a cercare di capire come aprire quelle benedette birre.
Si accostò perciò pensieroso al cofano dell’auto,  piegò la gamba, poggiò il piede al paraurti con una lattina in mano: perché non usare quello stesso paraurti per aprirle?
Il pomeriggio trascorse serenamente: i bimbi si divertirono, gli adulti, che finalmente poterono bere le loro birre aperte senza l’uso dell’apriscatole, pure.
Quella stessa sera, a casa sua, nella sua camera da letto, nel suo letto, per diverse notti, nei mesi successivi, dormì poco perché il pensiero che lo assillava era: come aprire le scatole senza l’apriscatole?
J F K, Martin Luther King, Malcom X e Bob erano ancora vivi, l’America era in fermento e lui pure: per il suo problema pensò di utilizzare una leva collegata ad un rivetto al centro della parte superiore di una lattina rotonda, era assolutamente convinto che il rafforzamento del rivetto fosse il segreto del successo, poiché questo avrebbe aiutato la leva a resistere alla pressione interna della lattina.
Inoltre, se l’alluminio fosse stato ottenuto preventivamente con un’apertura, il rivetto e la leva sarebbero stati abbastanza forti da tirare e aprire.
Nella sua prima versione usò una leva che faceva un buco nella lattina ma non era  sicura. Nella seconda, in quella familiare, creò una linguetta di estrazione con un anello  attaccato al rivetto per tirare che, venendo fuori completamente, lo si poteva gettare via.
Finalmente nel 1963, mentre l’America perdeva a Dallas uno dei suoi presidenti più amati, al signor Ermal Cleon Fraze veniva concesso, per la sua invenzione, il brevetto N° 3.349.949.


Lucia Immordino



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