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Arista alla lavanda con patate all'ortolana

Da Marella
Sto cominciando a preoccuparmi.Sul serio, intendo.Lasciate che vi spieghi: due anni fa, in una calda serata di metà giugno, di ritorno da Genova dove avevo gozzovigliato a casa di Nadia insieme a un gruppo di folli denominato La Banda dei Fornelli (ora scrivono quasi tutti nella Cucina PiccoLINA), ho scoperto che la chiave della porta blindata di casa non funzionava più. Erano le 22.30, io ero bloccata fuori casa e avevo in mano, oltre ad altri pacchi e pacchetti, due bei mazzi di basilico freschissimo di Prà che la Vitto mi aveva gentilmente procurato. La cosa è finita con me che ho bussato da mia sorella chiedendole un tetto per la notte, e il fabbro chiamato il giorno dopo per forzare la serratura e sostituirla. Un salasso a cui ancora oggi non mi piace pensare. Esattamente un mese dopo è stata la volta della caldaia, un guasto che a tutta prima sembrava banale ma che si è svelato tutt'altro che tale quando lei è spirata tra le braccia del tecnico. Cambia la caldaia e subisci il salasso n. 2.Un mese e due giorni dopo la caldaia è stata la volta del flessibile dell'acqua calda sotto al lavello della cucina, solo che questa volta ero in ferie a 2000 km di distanza e l'incidente è stato scoperto solo quando il condomino che sta due piani sotto di me ha chiamato quello che gli sta subito sopra per avvertirlo che aveva perdite d'acqua. Costui si trovava in ferie a "soli" 200 km, è rientrato precipitosamente per poi constatare che la perdita non veniva da lui e che aveva soffitti e mobili rovinati. All'epoca non avevo stipulato un'assicurazione per la casa, e risarcire i danni fu un salasso non da poco.Da allora tutto si è calmato, fino a questo week-end.

A dire il vero adesso i danni sono stati di entità minore, ma la cosa comincia a preoccuparmi: ieri infatti stavo cucinando per il blog e mi sono occorsi i seguenti incidenti: - una crema assolutamente deliziosa è venuta di un colore talmente inquietante che non solo ho smontato il set in fretta e furia, ma l'ho pure mangiata ad occhi chiusi pensando "occhio non vede, cuore non duole". ^_^- Poi ho preparato questo arrosto ma forse l'olio di rosolatura era un tantinello più caldo del solito, perché quando l'ho bagnato con il vino è letteralmente esploso, mandando schizzi d'olio per tutta la cucina che avevo pulito a fondo proprio nella mattina. Come se non bastasse, quando ho scoperchiato la rostiera a metà cottura per girare la carne il coperchio di vetro mi è sfuggito di mano, infrangendosi in mille pezzi (forse qualcuno di più). - Stamattina stavo pulendo gli occhiali quando questi mi sono sfuggiti di mano, sono caduti a terra e si sono spezzati in due. Fortuna che ho gli occhiali di scorta, ma non so se ho reso l'idea: che altro mi deve capitare?Per fortuna mi sono consolata con questo arrosto (e scusate per la tonalità blu delle foto, ma non ho ancora ben capito come bilanciare il bianco della reflex ;-) ).La ricetta me l'ha passata l'amico Stefano Spilli, presa dal libro di Giovanni Righi Parenti. Devo ringraziare Stefano e il suo grande amore per la schietta terra della Toscana, se questo libro adesso fa parte della mia biblioteca culinaria. E' un libro meraviglioso che parla della cucina di altri tempi e descrive tantissime ricette, dalle più umili alle più elaborate, con quel linguaggio immediato che dà l'impressione di conversare con un amico.L'ho accompagnato con delle patate tratte dal medesimo libro, e mentre la ricetta dell'arista che riporto è quella che mi ha passato Stefano, per le patate ho voluto copiare alla lettera il testo originale, tanto mi ha fatto simpatia.Gustatevi quindi insieme a me questa insolita ma deliziosa

ARISTA ALLA LAVANDADa: Giovanni Righi Parenti – La cucina toscana – Newton Compton  Arista alla lavanda con patate all'ortolana


1,5 kg arista, 3 g timo secco, 3 g basilico secco, 3 g semi di finocchio, 3 g fiori di lavanda secchi, 3 g santoreggia secca (queste erbe serviranno per 2 arrosti), sale, pepe. Salare e pepare la carne e rotolarla molto bene nelle erbe aromatiche mischiate, facendole attaccare come una crosta. Non ungere assolutamente la carne! Porre l'arista in una teglia con 4 cucchiai di olio di oliva e passare in forno a 180-190 °C per circa un'ora girandola 2 o 3 volte, in modo che cuocia da ogni lato. Stefano Spilli Nota: in Toscana l'arrosto si serve asciutto; se si vuole ottenere un sughino, cuocerlo in tegame con del brodo, come un normale arrosto. MPB PATATE ALL'ORTOLANADa: Giovanni Righi Parenti – La cucina toscana – Newton Compton

Arista alla lavanda con patate all'ortolana
Ricetta anche questa antichissima. Le patate, sbucciate e spezzettate, vengono messe a cuocere in poco brodo od anche tanta acqua salata che ne permetta la cottura.Una volta pronte vengono messe a “rifarsi” in un soffritto leggero d'aglio e cipolla in poco olio d'oliva extravergine, sale e pepe e profumato con qualche foglietta di salvia.Usiamo la salvia durante tutta la stagione buona cioè quando possiamo approfittare nell'usare i germogli teneri della pianta. Una volta che hanno assorbito il condimento si completano con poca salsa di pomodoro e facciamo che il tutto ben si leghi prima di servirle in accompagnamento a brasati, spezzatini ed umidi d'ogni natura. Spesso si servono anche da sole, accompagnandole, in tal caso con uno spicchio di formaggio od una fetta di prosciutto oppure, e più facilmente, con una salsiccia fresca crogiata.

Come si vede dalla foto, non ho completato la ricetta col sugo di pomodoro perché volevo accompagnare queste patate a un arrosto. Vi assicuro che sono assolutamente deliziose. Io le ho fatte lessare per 20 minuti in 2 mestoli di brodo, poi le ho estratte con la schiumarola e passate nel trito aromatico. Il profumo che si è sparso per casa era la fine del mondo!!!
Arista alla lavanda con patate all'ortolana

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