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Attenzione alle miracolose creme antirughe

Da Dietainforma @espriweb

Creme antirughe

Oggigiorno sul mercato esistono numerosissime creme antirughe che promettono miracoli, ma è importante fare sempre molta attenzione.

Alle ragazze si consiglia di ricorrere ai prodotti a base di Q10, pro-retinolo ed acido ialuronico per non perdere l’elasticità della loro giovane pelle e prevenire le rughe. Alle donne al di sopra dei 40 anni vengono proposte le creme antiage con la promessa di un effetto lifting durevole e di un colorito migliore. Infine, alle donne più anziane, viene offerta la speranza di riempire le rughe ed ottenere una nuova giovinezza.
Che molte creme per curare le rughe abbiano qualità benefiche, questo non si discute. Molte di esse, infatti, hanno un benefico effetto idratante. Ciò che può risultare pericoloso, invece, è l’accumulo di sostanze sull’epidermide. Per questo motivo, risulta particolarmente importante imparare a decifrare l’INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients), ossia l’elenco degli ingredienti indicati in inglese in ordine decrescente di concentrazione sulla confezione e presenti all’interno del prodotto. Tutte le creme presentano un odore gradevole, ma proprio le fragranze che tendiamo a considerare inoffensive possono spesso provocare reazioni allergiche. Inoltre, alcune creme contengono paraffine e siliconi, ossia derivati del petrolio che creano una pellicola sulla cute e ne impediscono la traspirazione. Tra i componenti da controllare troviamo anche la famiglia dei PEG. Si tratta di emulsionanti di origine naturale che rendono l’epidermide più permeabile e facilitano l’assorbimento di sostanze nocive. Infine, come per i cibi, occhio ai conservanti. Alcuni sono in grado di rilasciare formaldeide, una sostanza pericolosa per la salute umana perché cancerogena, molecole antimuffa sospettate di interferire con il sistema endocrino.
Tutto ciò ha reso necessario ricorrere ad una regolamentazione per tutelare i consumatori e vietare l’indicazione sulle etichette dei prodotti di diciture, denominazioni, marchi, immagini o altri segni, figurativi o meno, «che attribuiscano ai prodotti stessi caratteristiche o funzioni che non possiedono».


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