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Avignone, la reggia dei Papi

Creato il 27 ottobre 2015 da Viaggimarilore

Avignone era una tranquilla città di provincia nel medioevo. All’estremità della Provenza, sorgeva lungo le rive del Rodano, ed era ricca, sede arcivescovile senza troppe pretese: le bastava stiracchiarsi sorniona al sole del Sud della Francia, come ogni cittadina medievale provenzale che si rispetti, come Nîmes, o Aix-en-Provence.

Avignone, dall'alto del Palazzo dei Papi

Avignone, dall’alto del Palazzo dei Papi

E invece.

E invece a un certo punto questa tranquilla cittadina diviene il fulcro della vita politica europea bassomedievale. Siamo agli inizi del 1300, e qui viene a stabilirsi, e a porre la propria corte, nientepopodimenoche il papa di Roma. Tra intrighi si corte e lotte di potere, infatti, il papato si trasferisce qui, sotto il controllo neanche troppo velato del re di Francia Filippo il Bello, il quale può davvero a questo punto pensare di essere l’uomo più potente del mondo, se persino i papi gli obbediscono.

Non si sa fino a che punto Clemente V, il primo papa che si stabilisce qui, sia contento del corso delle cose della Chiesa, fatto sta che sia lui che i suoi successori faranno di tutto per ricreare nell’assolata cittadina francese, i fasti e gli agi della corte papale a Roma. Lo fanno con un palazzo, talmente imponente da riuscire ad esprimere la potenza di chi vi vive all’interno, bianco della pietra locale con la quale è costruito, quasi una città, tanto è grande e articolato.

Il Palazzo dei Papi è frutto di ampliamenti successivi. La sua visita è impegnativa, molto lunga se fatta con l’intenzione di soffermarsi a capire tutto di questo capitolo oscuro della vita della Chiesa. Il percorso di visita si snoda in un labirintico susseguirsi di sale e di stanze, di corridoi, di cappelle e di ambienti di servizio.

Palazzo dei Papi. Una delle tante sale altere e spoglie

Palazzo dei Papi. Una delle tante sale altere e spoglie

Ciò che colpisce è l’estrema severità degli ambienti: vuoti, totalmente vuoti, privi di qualsiasi (se non in rarissimi casi) orpello o decorazione; ciò è ancora più stridente se si pensa che un tempo questo fu uno dei palazzi più ricchi di Francia e forse d’Europa. Vederlo oggi così spoglio fa sicuramente riflettere sulla caducità delle cose terrene e sullo scorrere del tempo e della storia. Siamo così abituati a visitare castelli ancora arredati come se da un momento all’altro potesse comparire il principe che vi abitava, che al contrario percorrere sale e sale completamene spoglie lì per lì ci stupisce e rischia forse di annoiarci. Ma invece è proprio in questo la sua bellezza. Perché il palazzo continuò ad essere usato a lungo, ma con la Rivoluzione Francese e il periodo del Terrore che seguì esso fu a più riprese saccheggiato, quindi espropriato alla chiesa, e occupato infine dalla caserma del Genio Militare. Ciò contribuì ulteriormente a svuotarlo e a spogliarlo, fino a lasciarlo nelle condizioni attuali.

Non vi sto a raccontare sala per sala cosa c’è e cosa c’era; mi limito ad indicarvi i luoghi più particolari, quelli che più hanno colpito la mia attenzione. Il Tesoro, innanzitutto, una sala senza finestre nel cui pavimento si aprivano 4 botole per ospitare oro e gemme, il tesoro papale; la cucina, col suo bizzarro soffitto a cono che fungeva da canna fumaria; il giardino, che ad un certo punto divenne anche luogo di zoo per animali esotici; e poi gli appartamenti del papa, tra cui la camera da letto che ancora conserva le pareti dipinte con scene di caccia e pavimenti in mattonelle colorate e vivacissime.

E poi ancora la basilica, una grande chiesa all’interno del Palazzo, totalmente spoglia oggi, ma che un tempo doveva avere ampie vetrate alle finestre, vetrate di cui oggi si conservano a malapena pochi frammenti: neanche l’ombra dei colori che dovevano avere quand’erano in opera.

Palazzo dei Papi. La terrazza

Palazzo dei Papi. La terrazza

Il momento più atteso è senza dubbio il passaggio sul camminamento di ronda che culmina nella vista panoramica su Avignone, in particolare sul Rodano e sul Pont d’Avignon, il ponte rotto noto per la canzoncina “sous le pont d’Avignon on y danse on y danse“. Si può addirittura salire su una torretta, per poter guardare ancora più lontano.

Questo era il Palazzo dei Papi, questo il palazzo del potere dove i papi vivevano, amavano circondarsi di cose belle, conducevano la loro vita divisa tra potere religioso e potere politico. E ancora una volta è strana la sensazione che si prova a percorrere le sale spoglie. Rende tutto così assolutamente severo e algido; esattamente l’immagine che il papato doveva dare di sé al mondo. Poi la realtà quotidiana era ben altra, ben nascosta agli occhi del popolo, che poteva solo immaginare di quali ricchezze e di quale bellezza il papa si circondasse. Anche oggi noi possiamo solo immaginare. Ed è in questa immaginazione che sta la bellezza del Palazzo dei Papi: quelle sale vuote, spoglie, che suscitano grande delusione in tanti visitatori, sono invece la vera anima del Palazzo.


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