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Back to basics: le Sagne e ceci abruzzesi

Da Alessiazuccheroecannella

Oggi ho un po’ nostalgia di casa mia. Della mia terra, dei suoi profumi, colori e sapori. Dei suoi ingredienti tipici. Dei piatti della tradizione, delle mani sapienti delle massaie che impastano, mescolano, stendono, tagliano, al tempo stesso velocemente ma con la calma di chi ha radici, di chi sa che il proprio posto è lì, in quella cucina, in quel paese.

Anche io vorrei avere un po’ di quella calma… Invece in questo periodo sono irrequieta, perché non so dove sarò e cosa farò non dico fra tre anni, ma neanche fra tre mesi.

E allora, cerco di ritrovare un po’ di stabilità tornando alle mie radici, condividendo con un’amica tedesca questo piatto della tradizione contadina abruzzese, le sagne con i ceci. Pasta fresca fatta solo di farina e acqua, tagliata a formare le sagne, queste striscioline spesse e corte, condite con un semplicissimo sugo di pomodoro e i ceci. Ma se fai la pasta da te, se usi ingredienti di ottima qualità e il sugo buono, quello che tua madre ha fatto quest’estate con i pomodori dell’orto e che ti ha mandato ad Amburgo, allora questo piatto diventa un’ode al gusto e ai sapori, quelli semplici e veri.

Sagne e ceci

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Ingredienti (per 2 persone)

Per le sagne:

  • 200 gr farina
  • 120 gr acqua circa
  • una manciata di sale

Per il sugo ai ceci:

  • 300 gr ceci lessati (possibilmente di quelli secchi, fatti ammollare in acqua e poi bolliti)
  • 1 barattolo di salsa di pomodoro (circa 400 ml)
  • mezza cipolla
  • mezza carota
  • un pezzetto di costa di sedano
  • qualche foglia di basilico e di salvia
  • sale, pepe, olio

Preparazione

Innanzitutto bisogna preparare la pasta: su un piano di lavoro versare la farina a fontana (tenerne sempre da parte un po’ per infarinare il piano di lavoro, infarinarsi le mani…).  Versare anche il sale sulla farina. All’interno della fontana versare l’acqua e con una forchetta amalgamarla gradualmente con la farina sui bordi interni della fontana. Continuare a prendere della farina dai bordi e, quando l’impasto non è più liquido, passare ad impastare con le mani, lavorando la pasta per almeno 5 minuti e formando un bel panetto liscio, che dovrà riposare a temperatura ambiente ricoperto da un panno per almeno 15 minuti.

Passiamo al condimento: in una pentola mettere a scaldare l’olio e aggiungere la carota tagliata a dadini piccoli o grattugiata, la cipolla a fettine sottili e il sedano. Far andare il soffritto per pochi minuti e poi aggiungere i ceci lessati e la salsa di pomodoro. Salare, pepare e far cuocere a fuoco basso e con il coperchio per circa 20 minuti.

Sagne e ceci
Riprendere il panetto di pasta. Stenderla con il mattarello in una sfoglia non troppo sottile (circa 3/4 mm). Tagliare la sfoglia a strisce rettangolari larghe circa 5 cm. Infarinare abbondantemente le strisce di pasta e sovrapporle una all’altra. Con un coltello affilato cominciare a tagliare le strisce dal lato corto, formando delle striscioline lunghe, appunto, 5 cm e larghe circa 1 cm.

Mettere a bollire l’acqua per cuocere la pasta. Aggiungere al sugo, che ormai si sarà addensato, delle foglioline di basilico e salvia. Far continuare la cottura ma lasciare il sugo un po’ “lento”, non farlo addensare troppo visto che poi per condire le sagne verrà diluito con l’acqua di cottura della pasta.

Quando l’acqua bolle versare le sagne in pentola. Far cuocere per 4-5 minuti al massimo, o comunque finché le sagne non cominceranno a galleggiare in superficie.

Versare le sagne cotte nel sugo di pomodoro e ceci e aggiungere dell’acqua di cottura a piacere per allungare la salsa. Qui i pareri sono molto discordanti: io, da amante dei sughi densi e corposi, a volte non diluisco proprio il sugo. Questa volta ho aggiunto mezza tazza circa di acqua. Mia madre, ad esempio, aggiunge molta acqua, ottenendo un sugo chiaro e molto liquido. A voi la scelta!

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In una piovosa serata autunnale non c’è niente di meglio che prendersi un po’ di tempo, tirare fuori il mattarello, preparare un bel piatto da condividere con le persone care e godersi quei sapori che, anche se sei in un’altra città, in un altro Paese, ti fanno tornare per un po’ alle tue radici.

 


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