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Bang Kwang, Hilton Bangkok, l'inferno in Thailandia.

Creato il 24 marzo 2012 da Fabiofabbri

Bang Kwang, Hilton Bangkok, l'inferno in Thailandia.

Save a Life.

La prigione centrale Bangkwang è un carcere maschile di massima sicurezza, si trova nella provincia di Nonthaburi, vicino al fiume Chao Phraya, a circa 11 miglia a nord di Bangkok. E’ stata costruita negli anni ’30, per ospitare 3.500 detenuti, ma attualmente ne contiene 8.000, il 10% dei quali sono condannati alla pena di morte. In occidente e’ noto come "Il Bangkok Hilton" e in Thailandia come "La Grande Tigre" dato che e’ come si mangiasse gli uomini vivi. E’ sicuramente il carcere piu’ temuto in Thailandia. La popolazione carceraria è costituita da detenuti i cui ricorsi sono pendenti dinanzi alla Corte d'Appello e alla Corte Suprema, detenuti i cui termini di condanna vanno dai venticinque anni al carcere a vita e prigionieri che sono stati condannati alla pena di morte e sono in attesa che sia eseguita. Fino all’ottobre 2003 la condanna a morte era eseguita sparando al condannato, da allora viene utilizzata l’iniezione letale, l’ultima esecuzione in Thailandia risale al 2009. L’area della prigione si estende su un'area di 32.37 ettari, che è diviso in tredici sezioni. All'interno di quest’area ci sono venticinque laboratori, una caffetteria, una banca, un auditorium e un ospedale, 11 dormitori e 11 sale da pranzo. Le pareti esterne salgono a un'altezza di sei metri, con un ulteriore metro interrato e sono dotate di un cavo ad alta tensione. All'interno ci sono muri aggiuntivi di sei metri con filo spinato intorno a ciascuna sezione. I laboratori dove lavorano i detenuti producono stivali per l’esercito, scatole di carta per cerimonie, raccordi di plastica, portaritratti intarsiati, ombrelli. Strutture ricreative e di intrattenimento, sia interni ed esterni, sono disponibili per tutti i detenuti. Questi includono biblioteca, televisione, radio, video, filmati e vari tipi di sport e giochi. I prigionieri trascorrono undici ore e mezzo al giorno rinchiusi nelle loro celle, dalle 16:00 alle 06:00. La vita normale, eccetto nei fine settimana e nelle feste nazionali si svolge secondo i seguenti orari: Ore 06.00 Colazione Ore 08.30 attivita’ di formazione professionale o programmi educativi Ore 12.00 Pranzo Ore 13.00 attivita’ di formazione professionale o programmi educativi Ore 15.30 attività ricreative e personali Ore 16.30 Cena Ore 17.30 In cella Ore 21,00 Preghiera e dormire A differenza dei loro omologhi europei o americani, i prigionieri thailandesi vivono in stanze aperte, senza letti o mobili di qualsiasi tipo. Lenzuola possono essere acquistate e alcune persone le riempiono con vecchi abiti in modo da renderle simili a cuscini. Ogni cella è di circa quattro metri per sette metri. Su ciascun lato, le persone sono poste fianco a fianco con i piedi volti verso il centro della stanza. Poi avvicinandosi al centro della cella ci sono altre due file di prigionieri. Ci sono, in media, almeno 50 prigionieri in una cella come questa. Non c'è abbastanza spazio, quello esistente non permette che tutti possano sdraiarsi con la schiena contro il pavimento. I nuovi detenuti possono dormire unicamente stando di lato, essi sono posti cosi’ vicini gli uni agli altri che non si possono girare Se hanno i soldi, possono corrompere il capo cellula che vedra’ di lascerli’ dormire sul dorso. Tutto cio’ in dispetto al fatto che il Department of Corrections stabilisce che ogni detenuto dovrebbe avere 2,25 mq ciascuno. Ogni stanza dispone di un gabinetto in stile asiatico aperto in un angolo, ora immaginatevi di dormire dall’altra parte della stanza e di avere un bisogno di notte, dovreste passare su una calca di corpi sdraiati, impresa non certo facile. Dormire e’ un’impresa, ci si deve abituare a farlo alla luce di una lampadina che rimane accesa tutta la notte. Ovviamente, assurdo pensarlo, non c’e’ alcun tipo di aria condizionata, per la ventilazione vengono utilizzati due fan, facile pensare al caldo tropicale e il sudore che questo crea nelle persone. I prigionieri non hanno lussi di acqua calda o fredda, neppure fresca, i bagni vengono effettuati utilizzando acqua pompata dal fiume locale. L'acqua potabile è disponibile anche se lo standard di filtrazione è discutibile rispetto agli standard occidentali, può anche essere acquistata, e in questo caso e’ la normale acqua da bere che si trova fuori. Una volta al giorno la prigione offre un pasto a base di riso bianco con una zuppa acquosa sottile che contiene di tanto in tanto alcune sostanze vegetali e la testa o la coda di un pesce. I prigionieri che hanno soldi possono comprare altri prodotti alimentari devono essere acquistati dalla mensa della prigione, che fornisce anche frutta e verdura. Gli acquisti possono essere fatti tre volte alla settimana. I detenuti non possono avere soldi, ogni prigioniero ha un conto presso la mensa. Comunque, nonostante questa regola soldi si possono ottenere dai negozi pagando il 20%, 1,000 baht diventano 800. I prigionieri poveri fanno lavori per i detenuti più ricchi e per le guardie carcerarie per guadagnare i soldi per il cibo. Alcuni prigionieri stranieri ricevono soldi in più ogni mese da enti di beneficenza e ci sono ambasciate che forniscono cibo e vitamine ai loro connazionali. I detenuti che possono accedere a questi fondi possono permettersi alcuni beni che leniscono un po’ la pesante vita carceraria. Ma ci sono detenuti come Nigeriani, Birmani, Vietnamiti e Pakistani che devono contare unicamente sui propri mezzi, veramente pochi di questi vivono bene. I prigionieri sono provvisti di angolo cottura e gas per i fornelli è fornito dal carcere. Una volta ai prigionieri thailandesi viene servito riso rosso ", Khao Daeng", mentre ai detenuti stranieri riso bianco. Questa consuetudine è stata abolita, perche’ era vista come una discriminazione, a tutti i prigionieri viene ora servito riso bianco, con una fetta di cocomero come dessert. Radio e giornali non sono permessi, i libri si. Non esiste un sistema fognario adeguato, la prigione ha un sistema fognario aperto che porta escrementi umani in canali di calcestruzzo. I fumi tossici che vengono emessi dalle fogne a cielo aperto hanno un effetto deleterio sulla salute dei detenuti. Come conseguenza delle condizioni in cui si vive a Bang Kwan molti detenuti soffrono di disturbi e malattie. TBC e HIV sono all'ordine del giorno. Le malattie più comuni sono le infezioni, malattie della pelle e funghi, colpi di calore, disidratazione, cimici, pidocchi, scabbia, diarrea, dissenteria, febbre tifoide, epatite A, B e C, malaria, colera e difterite. Per quanto riguarda l'assistenza medica i prigionieri possono accedere all'ospedale della prigione. Cure dentistiche è effettuata da prigionieri non qualificati che forniscono un servizio di estrazione di denti.

Bang Kwang, Hilton Bangkok, l'inferno in Thailandia.

Bangkok Post.

E’ chiaro a questo punto che si tratta di carcere duro che ospita anche molti detenuti stranieri. Tutti i prigionieri sono tenuti a portare i ferri delle gambe per i primi tre mesi della loro condanna. I condannati a morte hanno i loro ceppi definitivamente saldati. Sebbene la maggior parte del personale e’ efficiente e faccia del suo meglio, il numero delle persone addette al carcere non e’ certo sufficiente e il personale e’ sicuramente sottopagato. Ma come dice in uno dei suoi due libri Chavoret Jaruboon, l’ultimo giustiziere, la corruzione fra carcerieri e incaercerati in Bang Kwang dilaga: “... Anche cosi’ alcuni scelgono di passare il loro tempo fra droga, gioco, uccidere per fare soldi per fare in modo che i lubghi giorni passati in prigione e le dure condizioni diventino piu’ sopportabili. Ovviamente i detenuti non possono svolgere queste attivita’ se le guardie non lo permettono, ma fermare queste attivita' significa perdere le ricche somme che i carcerati in cambio passano loro”. Chavoret Jaruboon che ha lavorato in Bang Kwang per tutta la vita ha scritto due libri “The Last Executioner”, che narra la sua vita come dispensatore di morte e “A Secret Story of The Bangkok Hilton”, dove parla del luogo dove ha lavorato. Cosi’ si arriva al ridicolo che in un carcere duro, nel carcere piu’ temuto dai trafficanti di droga di tutto il mondo, in un luogo dove la maggior parte delle persone e’ rinchiusa per avere avuto a che fare con hashis, extasy, eroina, cocaina, ecc... la droga corre liberamente. Ci sono molte cose che vengono tollerate in Bang Kwang, radio e riviste porno, sono altri esempi tuttavia c’e’ un’azione assolutamente proibita: la fuga. In molti casi tentare di fuggire e’ stato morire. Un detenuto condannato può essere rilasciato su uno dei seguenti 3 motivi principali: a .. alla scadenza della pena o dalle ordinanze delle autorità competenti. b .. Il perdono reale (occasionalmente). c .. Entrando nel regime di libertà vigilata (dopo che siano passati 2/3 del suo periodo di espiazione della pena). Riduzioni del tempo di detenzione dipendono dal comportamento, da una buona valutazione e dalle giornate lavorate per il pubblico. Tutti i prigionieri rilasciati in libertà vigilata sono soggetti ad un termine legale basato sulla paroloa. Abbigliamento e spese di viaggio, nonché le indennità di soggiorno sarà concesso ai detenuti sulle loro richieste. C’e’ da dire che non fu sempre cosi’. Le condizioni attuali dei carceri thailandesi si devono principalmente alla politica contro la droga iniziata dal governo thailandese a partire dal 1998, da quel momento la popolazione carceraria è notevolmente aumentata. Infatti oggi il 60% della popolazione carceraria e’ lì a causa di reati per stupefacenti mentre in passato i reati contro il patrimonio era il più grande reato, oggi questo tipo di reato rappresenta solo il 19%. Come risultato di tutto questo, la Thailandia ha uno dei più alti rapporto prigionieri/popolazione in tutto il mondo. Per ridurre questo affollamento il governo thailandese ha adottato un certo numero di misure. Nel 1999 e nel 2003 ci sono stati perdoni reali collettivi. Poi, alla fine del 2003 il Rehabilitation Narcotic Act ha stabilito che coloro che commettono reati di droga, specialmente coloro che sono utilizzatori, devono essere inviati ai centri di riabilitazione di droga. Tutto cio’ non ha risolto il problema del sovraffollamento perche’ le cause sono diverse. Il secondo problema e’ rappresentato dalle persone in attesa di giudizio, che rappresentano uno sconcertante 30% della popolazione carceraria. Per la legge thailandese queste persone dovrebbero essere inviate in carceri speciali, in custodia cautelare. Ma, a causa del sovraffollamento, persone potenzialmente innocenti sono mescolate con criminali incalliti. Anche I tribunali sono sovraffollati, per cui i prigionieri che non possono permettersi la cauzione possono attendere fino ad un anno in prigione in attesa di processo. Poi potrebbe essere necessario un altro anno per arrivare all’appello ed essere ascoltati. La terza ragione per il sovraffollamento nelle carceri thailandesi è l'uso del carcere come punizione anche per reati minori, quelli che in altri stati godrebbero di una sospensione condizionale della pena, reati come il gioco d'azzardo e contro le leggi del traffico, per fare due esempi. Nonostaente questo, ci sono celle che contengono cinque/sei detenuti private, contrabbandate dalla direzione, il costo e’ intorno a 10,000 baht al mese. Coi giusti soldi, facendo un po’ di opere di corruzione, la vita di detenuto in Bang Kwang diventa comoda. Stanza non affollata, il bagno che puo’ cambiare e diventare quasi all'occidentale, la luce che si spegne di notte tramite un interruttore e cibo portato da fuori. Questo conferma la regola che in questo paese tutto si puo’ avere, tutto, basta pagare. Solo una persona occidentale, oltre a una thai, e’ riuscita a fuggire da questo carcere, David McMillan, che ha poi scritto il libro “Escape”, per raccontare la sua esperienza, da quello che si legge sia in Escape che The Damage Done di Fellows Warren e’ facile, troppo facile morire nella “Grande Tigre”. Oltre ai libri di questi due autori su questa prigione sono stati scritti diversi libri e c'e' una miniserie in tre parti scritta da Ken Camerun e interpretata da Nicole Kidman, http://www.youtube.com/user/myfingerinmanypies?feature=watch. Sono diversi gli italiani che hanno fatto la conoscenza di questa progione, agli inizi degli anni '80 si contavano a decine e alcuni di loro non nsono mai tornati a casa inghiottiti dalla Grande Tigre. Alberto delle Fratte, mori' nell'85 in questa prigione dove scontava una condanna a 33 anni, prima di lui fu la volta di Giuseppe Castrogiovanni. Oggi, secondo Save a life, http://www.phaseloop.com/foreignprisoners/pris-bangkwang.html non dovrebbe esserci nessun detenuto italiano in Bang Kwang. Le associazioni umanitarie e i volontari dicono che ora la situazione è decisamente peggiorata. Che i detenuti sono cresciuti di numero e i loro diritti sono ridotti al minimo. 
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