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Bari, gli immigrati “corridori” allenati dai poliziotti

Creato il 06 gennaio 2014 da Makinsud

In un periodo di estrema emergenza immigrazione e di pesanti polemiche sui Cie (i Centri di identificazione ed espulsione che ospitano temporaneamente gli stranieri destinati a rientrare in terra natia) dal Cara di Bari giunge una storia di solidarietà e sport. Qui, infatti, due poliziotti del centro di accoglienza, notando la bravura di due immigrati nella corsa, hanno deciso di “allenarli”, seguendoli personalmente ed assecondandone il talento.

CARA-Bari-Palese
L’episodio, raccontato anche da Famiglia Cristiana, è accaduto all’interno della struttura barese (destinata ad accogliere i richiedenti asilo), dove il somalo Abdulle di 21 anni e l’eritreo Mussie di 24, hanno impressionato per i loro tempi olimpionici. Il talento dei due non è sfuggito al sovrintendente Francesco Leone e all’assistente capo Francesco Martino, entrambi appassionati di mezzofondo che hanno intravisto del potenziale e una volta cronometrati i tempi dei ragazzi, hanno scoperto quel che già avevano intuito: di avere a che fare con due “professionisti” della corsa. D’altronde, lo stesso Abdulle nel 2001 partecipò ai mondiali di atletica leggera che si svolsero in Corea del Sud, guadagnandosi persino un posto nella semifinale dei 5.000 metri.

Da qui, la decisione di aiutarli, permettendo loro di vivere all’interno del Cara, e nel modo migliore possibile, quella passione vibrante. Nonostante una condizione economica non agiata, i due poliziotti acquistano abbigliamento sportivo, scarpe professionali da running e cronometri, sostituendo di fatto i mezzi di fortuna con cui Abdulle e Mussie si allenavano attorno al perimetro del Cara. Ma non è tutto, il sovrintendente Leone riesce persino a far entrare i due stranieri in una squadra di atletica amatoriale barese.

Nageeye Abdulle Abdisha Juur (questo il nome completo del somalo) è ora in partenza per Perugia, con un permesso di soggiorno della durata di 3 anni per ragioni umanitarie, mentre Hitsa Mussie sta usufruendo di un permesso di 5 anni ed è da poco partito in direzione  Svizzera. Un’esperienza breve, la loro, all’interno del Cara di Bari (che al momento conta circa 1460 ospiti) ma intensa, memorabile, grazie alla spiccata sensibilità dei due agenti della struttura che in virtù dell’aiuto profuso sono stati ribattezzati da Abdulle e Mussie “Big father” e “Big brother“.

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