La Porta d’Oriente è un mito retorico che nasce in epoca fascista, quando venne fondata la Fiera del Levante (1930), rifacendosi comunque al periodo bizantino, considerato dallo storico e archeologo barese Nino Lavermicocca, l’età d’oro di Bari, in quanto la nostra città era la capitale dei domini romei d’Italia (876-1071 d.C.).
Quindi su fondamenta storiche, si è formato non più di 80-90 anni fa, un mito che vuole Bari come appunto “Porta” dell’Occidente verso l’Oriente, inteso soprattutto come Oriente bizantino-ortodosso, ma anche mediterraneo e mediorientale in genere, e viceversa.
Tutto ciò da un lato ha portato alla nascita di studi bizantinistici, soprattutto a cura dei Padri Domenicani della Basilica di San Nicola di Bari, e da parte di docenti universitari come Giosué Musca, Pasquale Corsi, Raffaele Licinio, solo per citare i più prestigiosi.
E le associazioni culturali Adirt di Nino Lavermicocca ed Enec presieduta anni fa dal professor Franco Cardini, ed oggi dal professor Michele Loconsole (che è anche un amico).
Tutti questi benemeriti studi hanno fatto riscoprire i nostri rapporti con l’Oriente bizantino-ortodosso, rapporti mai del tutto scomparsi, ma sicuramente via via più rarefattisi, a cominciare dalla crescente latinizzazione-franchizzazione della Longobardia Minor/Puglia/Regno di Napoli, a partire dalle dominazioni normanne, sveve, e soprattutto angioina, quando scompaiono le ultime tracce di comunità romaiche e armene, assorbite dalla maggioranza longobarda cattolica della popolazione (secc. XIII-XIV).
Questa rinascita bizantinistica però, è stata fino a qualche anno fa, appannaggio quasi esclusivo di ristrette cerchie di studiosi locali.
Alla popolazione certe “voci” e “richiami” sono giunti in epoche molto recenti.
Chi scrive può testimoniare di persona, quanto i suoi concittadini sapessero degli Armeni ancora dieci anni fa. Eppure da noi è diffuso il cognome ARMENISE!
Epperò questa “Porta d’Oriente” proprio per il forte approccio bizantinocentrico, non ha considerato molto bene i Turchi, sia Ottomani che, kemalisti, nonostante l’impegno di studiosi come Cardini, Musca e Licinio.
E alla tradizionale turcofobia ha data una forte mano, proprio la crescente attenzione (di questi ultimissimi anni) per la questione armena, unita alla generale islamofobia pasticciona e confusionaria scatenatasi dopo l’11 settembre 2001.
Ed anzi, proprio l’11 settembre, ha portato popolarità qui a Bari verso la questione armena, che, come detto in precedenza, prima di quella fatidica data, interessava solo pochissime persone, incluso chi sta scrivendo.
Insomma al barese medio, di Oriente, Medio Oriente, Bisanzio, Armeni, Turchi, Musulmani,Arabi ecc. non è che gliene importi molto, e, nonostante gli studi sovracitati, nella sostanza condivide i soliti luoghi comuni confusionari degli altri italiani non “orientali”.
Nonostante che in Russia, l’unica città franca cattolica per cui si preghi sia proprio Bari!
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