Magazine Cinema

Battleship

Creato il 14 aprile 2012 da Veripaccheri

Battleship

“Battleship” (id., 2012) è il sesto lungometraggio del regista
newyorkese Peter Berg che si occupa anche di tv, produzioni,
sceneggiature e attore (l’ultima apparizione è in “Lions for Lambs”
del 2007 di Robert Redford)..
Il film trova spunto dal gioco ‘Battaglia Navale’ e il pretesto per un
‘movie-platter-impero’. E sì…basta prenderlo per quello che è senza
porsi eccessive domande. Un divertimento non ansiogeno e tantomeno
molto adrenalinico ma semplicemente un accumulo di foghe narrative e
di immersioni (di effetti) speciali ma semplicistico e in fondo
(parlando di marina) anche godibile. Parte piano (primi 15
minuti…quasi inutili) ma poi un’ora di comandi, visuali attacchi di
giusta dimensione a forme extraterrestri di un pianeta G che l’uomo
(americano) crede di non vedere mai. Ma il faccia a faccia o meglio il
cannone-missile contro intelligenze bombe saettanti e fumanti dischi
rasoio-fuoco generano uno scompiglio nelle riunioni che contano e una
giusta incredulità del tutto. Niente di nuovo sotto il sole verrebbe
da dire con lo scontato pre-inizio con belle facce, visi radenti,
sorrisi di ordinanza e arruolati incazzati come per il facilone finale
con bei comandanti, ragazze in attesa, festa-spot e invito di saluto.
Tutto vero ma alla fine si passa una sera d’ordinanza marinaresca (con
bandiere sventolanti a stelle e strisce e cerchi nipponici) con giochi
ed effetti a gogò contro l’invasione aliena Regents. E quando si
tratta di salvare il mondo non si bada a spese ritirando fuori la
‘gloriosa’ Missouri ormai un museo galleggiante della marina
Statunitense. Il film diventa una retorica (riveduta) del doppio
comando occidente-oriente in terra hawaiana dopo i tristi ricordi (e
non solo) dell’attacco nipponico a Pearl Harbor. Il film contiene di
tutto: uno stile ‘jurassic park’ nelle scene all’interno dell’isola
dove non manca lo scienziato pazzoide e pauroso, uno stile guerriero
cartoon (appunto ‘ufo-robot’ do vecchia gloria), uno stile
‘trasformers’ con effetti rutilanti e accattivanti, uno stile
‘androide-aliien’ con il solito risveglio dell’essere inospitale, uno
stile ‘presa-in-giro- per non meglio farsela addosso, uno stile
‘guerra dei mondi’ con facce stupite e in alto (dove le pubblicita
‘coca.cola ancora sono evidenti) e uno stle melò(enso) per il rituale
chiedere il consenso del padre (per sposare la figlia). Tutto appare e
tutto costa in un caos di spari, missili e grida da soverchiare
l’udito del povero spettatore /che certamente non può essersi
addormentato). D’altronde l’ultimo colpo (proprio quello decisivo su
ordine del comandante in pectore) spetta di diritto a Cora Raikes
(alias Rihanna…alla sua prima prova da grande schermo): la ragazza non
manca certo di farsi notare e il suo sguardo fulminante zittisce la
compagnia in meno di un attimo. Sì certo una ‘bella’
attrice…d’altronde in film del(i) genere è difficile valutare la prova
di cotanta (aggluminata) bellezza (sic…). E il bacio di Samantha (cioè
di Brocklyn Decker…una lì per caso…ma visibile bene per le misure)
figlia dell’ammiraglio Shane (un Liam Neeson al risparmi da firma del
cartellino a prova di attore un po’ in vacanza) con il comandante
vittorioso (che ha salvato tutti dai Regents cattivissimi) è
abbastanza casto e con poco afflato. E sì che siamo oramai dalla parte
del fotoromanzo avventuroso e del bacio quasi reclame. Per la prossima
aspettiamo meglio. In chiusura le parole dei vari personaggi servono
quasi a nulla da ‘ahi cazzo’ ripetuto più volte dai vari all’incontro
a tu per tu con simili oggetti strani non identificati, a ‘andrà tutto
bene’ come si conviene, fino a ‘salveremo il mondo’ come un rituale
gioco di faccende personali che coinvolgono tutti noi (compreso il
gruppo spettatori che è restio ad uscire). Infatti mi becco i
chiassosi titoli di coda (quasi interminabili) e alla fine (proprio
alla fine) si vedono un gruppo di ragazzini che s’imbattono con uno
strano oggetto in piena campagna…ma ecco arrivare un tipo che con la
fiamma ossidrica vuole aprire il grande involucro ed ecco che di colpo
l’inquadratura da cielo azzurro fa vedere un arto che… Senza prendersi
in giro il film pare sia veramente finito. Certo le luci della sala
sono tutte accese. Ma qualcuno riguarda lo schermo…non è che c’è uno
scherzo finale (ancora…no…ahi…i Regents forse sono andati via..per
sempre). E.T ha già telefonato a casa (film in battuta centrale). Ciao
e alla prossima. E’ veramente finito.
Goduria leggera senza aspettative e con poche invogliate freschezze ma
basta per non sognare troppo e riderci un po’ su.
Un voto medio(cremente) sufficiente (5/6).
recensione di loz10cetkind.

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Dossier Paperblog

Magazines