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Bennet, Scritto sul corpo

Creato il 09 marzo 2012 da Stimadidanno
Bennet, Scritto sul corpoCara Paola, ancora Bennet e ancora un suo testo autobiografico (ne avevo già scritto qui). Mi sto appassionando a quest'uomo.
Ma come si fa a guardarsi dall'esterno in questo modo? a raccontarsi con tenerezza misurata, lucido distacco, profondità e incredibile capacità di sintesi? e con stile, anche.
Qui ci sono dolore e solitudine, depurati dalla rabbia.
E' maturità costruita, segni che cambiano il corpo e, di riflesso, l'interiorità; è la realtà passata che plasma anche il presente, il modo di viverlo.
Questo è un librino, ino-ino-ino: 57 pagine.
Eppure non manca niente.
Ecco io mi inchino, in questo momento tutto ciò è molto vicino al mio gusto in fatto di letteratura. Niente orpelli patetici e ricercatezze ingiustificate, parole esatte che non intendono impressionare.
Bennet parla qui della sua sessualità in formazione, di quegli anni in cui ci si definisce anche mediante il corpo. Parla dei silenzi e delle autocensure e di come tutto questo lo abbia reso l'uomo che è, condizionando il suo modo di vivere e le relazioni.
Trovo ininfluente il fatto che Bennet riveli qui di essere omosessuale. L'orientamento prevalso nel cammino per una definizione della sessualità non aggiunge, non toglie, non definisce l'autore e quest'opera più di altri fattori autobiografici. Di colpo, nella normalità e nella timidezza*, l'eventuale pregiudizio è spazzato via.
Questo libro spiega la testa di un adolescente. La spiega benissimo.
Se fossi un insegnante di scuola media, lo farei leggere ai ragazzi. In quell'indeterminatezza ci si riconosce, tutti: quel voler essere altro, non sapendo bene che, quel voler essere qualcuno.
Perciò non ho mai avuto rimpianti per quel periodo. Guardarsi allo specchio non sarà forse un incentivo alla riflessione, ma ciò che scopriamo in quella cornice potrebbe iniziarci alla saggezza. Un ragazzo si trova l'acne, una ragazza il seno piccolo, un'altra lo vede un po' troppo grande. Un uccello piccolo può sembrare una disgrazia, ma anche uno extralarge può diventare motivo di imbarazzo. Siamo noi stessi a marchiarci,  i nostri presunti difetti sono solo una delle molte discipline del cuore. 

* Per Owl: ci sono pagine tenere ed autoironiche sulla timidezza, inevitabile pensare a te.

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