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Bentornato Nero Wolfe: il delitto non ha più la colf

Creato il 30 aprile 2012 da Dejavu

Bentornato Nero Wolfe: il delitto non ha più la colf

Tempi duri, sebbene lontani, per gli omicidi impuniti ora che Nero e Archie sono a Roma. Wolfe e Goodwin, il primo per lo più tappato in casa, il secondo sempre a spasso tra gli indizi, stanno letteralmente conquistando la capitale ed il bel mondo sociale con le loro infallibili imprese e l'eclatante risonanza dei casi risolti.

Il successo se lo sono portato dietro da New York. Il portafoglio italiano clienti, però, è ancora tutto da riempire.Non passerà molto dal loro arrivo in città e gli spiccioli cominceranno a piovere da ogni parte. Goodwin (un Pietro Sermonti dal ciuffo posticcio) è il piacione che indaga sul campo, il fante di cuori che cavalca più flirt amorosi sempre nel nobile intento di scoprire l'assassino.Wolfe (un Francesco Pannofino imbottito di gommapiuma) gli unici flirt amorosi li intreccia con la cucina e le orchidee, per le quali nutre una passione spasmodica, seconda solo alla birra. Nanni lo chef (un Andy Luotto maturo) completa il trio con un menù sopraffino e un trasporto marginale nelle vicende delittuose del suo capo.La casa di Wolfe, labirintica nel suo insieme di stanze che non finiscono mai, dà il tocco ultimo come teatro perfetto per  nascondigli, cene a suon di spari e passaggi nascosti.In onda ogni giovedì sera su Rai Uno, Bentornato Nero Wolfe non fa per nulla rimpiangere le serie precedentemente ispirate alla saga di Rex Stout. Cura dei dettagli, dialoghi eccellenti, battute immancabilmente brillanti: c'è proprio tutto nella fiction firmata Casablanca.  

Bentornato Nero Wolfe: il delitto non ha più la colf
Bentornato Nero Wolfe: il delitto non ha più la colf
Bentornato Nero Wolfe: il delitto non ha più la colf

Bentornato Nero Wolfe: il delitto non ha più la colf
Nero riempie i pollici televisivi con la sua prestanza fisica e pappagorgia, senza mai togliere spazio ai collaboratori e protagonisti della storia che va di volta in volta in onda. Proprio per il suo distacco mentale da tutto, il suo interessamento solo tardivo al crimine da risolvere spesso pungolato dal suo braccio destro Archie, entra in scena quasi in punta di piedi mostrandosi rispettoso verso lo scorrere delle altre scene. 

E in linea con la sobrietà del giallo classico, quella che oggi può essere soltanto rievocata dall'omicidio, anche se perpetrato in mezzo ad una strada, non risulta mai volgare. Così come non sono mai fuori posto i comprimari che si alternano sul set con la loro ricchezza caratteriale. Segno tangibile che anche l'Italia si può misurare dignitosamente con la grandezza americana senza necessariamente scadere nell'esterofilia e anzi, celebrando nostalgicamente mode, cappelli e oggetti nostrani (dai telefoni al temperamatite a manovella) che il tempo ha inesorabilmente cancellato dai ricordi. L'intervista a Pannofino e Sermonti (fuori dai loro abiti di scena)

 


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