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BlackSoul – Recensione

Da Videogiochi @ZGiochi

Cover BlackSoul

PC TESTATO SU
PC

Genere:

Sviluppatore:

Produttore: XeniosVision

Distributore: Digital Delivery

Lingua: Italiano

Giocatori: 1

Data di uscita: 24/10/2013

VISITA LA SCHEDA DI BlackSoul

Pro-1Telecamere cinematografiche in tempo reale... Contro-1... Che spesso distraggono e non aiutano il giocatore

Pro-2Un ritorno al passato che farà sognare tutti gli amanti del genere Contro-2Enigmi talvolta troppo complessi

Pro-3Trama che si approfondisce con il passare delle ore Contro-3Poco fluido in quasi tutti i suoi aspetti

È passato parecchio tempo da quando i prodotti videoludici hanno cominciato ad evolversi per rendere l’azione a schermo più realistica e godibile, dettagliata e rifinita. Ma vi ricordate da dove è partito tutto? O meglio, qual è stato il periodo in cui si è passati dal 2D al 3D e cosa c’è stato nel mezzo di questo lungo cammino? Ve lo ricordiamo noi, poligoni ed effetti visivi che iniziavano ad evolversi per dar vita ai tanto apprezzati e mai più raggiunti traguardi di videogame quali Silent hill e Silent hill 2, o ancora Alone in the Dark ed i primi capitoli di Resident Evil e Dino Crisis; tutti questi titoli così famosi hanno cominciato la loro ascesa grazie alla grafica 3D, unendo questa peculiarità visiva e stilistica ad un nuovo sistema di gestione delle meccaniche di gioco e soprattutto al riposizionamento delle “telecamere” che ci facevano immergere in un’atmosfera ancora più macabra, oscura e scioccante. Sono tantissimi i pregi ed i difetti legati a queste passate lavorazioni, il sistema di spostamento era macchinoso ma gestibile dopo qualche tempo e la grafica, sempre molto dettagliata negli scenari, era tutt’altro che perfetta nei modelli poligonali dei personaggi. Ed ancora, il sistema di telecamere cinematograficamente d’impatto, ma obiettivamente scomodo in alcune circostanze; insomma, è forse stato un bene che la tecnologia si sia evoluta anche in questo campo.

Come ogni cosa, esistono pareri contrastanti in merito all’evoluzione, di fatto quest’ultima non è sempre sinonimo di progresso, lo sanno bene quelli di XeniosVision che apprezzano la vecchia scuola, quando i videogame horror erano labirinti contorti e creati da menti giovani e fresche, amanti dello spavento e dell’inquietudine. Quando era la trama a farla da padrona, senza togliere niente all’azione ed all’esplorazione, quando anche il semplice posizionamento di una telecamera faceva sì la differenza tra la vita e la morte, ma forniva densità e suspense al prodotto. È proprio partendo da questi antichi valori che i bravi italiani di XeniosVision hanno lavorato al loro ultimo progetto, BlackSoul.

<img class="aligncenter size-full wp-image-111691" alt="blacksoul-evidenza" src="http://immagini.z-giochi.com/2013/11/blacksoul-evidenza.jpg" width="638" height="249" />

IL DIAVOLO è NEI DETTAGLI

Fin da quando abbiamo messo le mani su questo titolo, oscuro quanto il nostro peggior incubo e freddo come un blocco di ghiaccio, siamo dovuti scendere a patti con noi stessi, tornando al passato, a quando muoversi in un corridoio rettilineo senza sbattere contro i muri era cosa di tutti i giorni. Mentre ora, tra l’inizio del corridoio e la fine, gli sviluppatori mettono qualche video o qualche tutorial. Non è stato semplice tornare a giocare un prodotto che sfoggia meccaniche passate, ma alla fine ce l’abbiamo fatta e dopo qualche tentativo, qualche morte inspiegabile e la considerevole perdita di indizi nei vari scenari di gioco, siamo riusciti a riabituarci ai movimenti legnosi del personaggio. Quello che gli sviluppatori hanno voluto inserire in BlackSoul pare chiaro fin da principio: una storia non troppo originale che sa ammaliare e coinvolgere. In sostanza, il tutto si svolge nel 1972 in un piccolo paese nella campagna inglese; protagonisti della sciagura sono gli abitanti che, loro malgrado, vengono contagiati da un non specificato virus che li trasforma tutti in zombie erranti che vagano per la cittadina in cerca di carne umana. Nel bel mezzo di questa apocalisse due persone non hanno contratto il virus, Ava e Sean, che grazie alle loro capacità e personalità ben distinte si troveranno costretti ad indagare sull’epidemia che ha colpito gli autoctoni. Non pensiate di ritrovarvi per le mani l’ennesimo videogame zombesco dall’azione piatta e privo di logica. I cervelloni di XeniosVision si sono dati da fare per rendere l’intera esperienza godibile a tutti gli hardcore gamer che ancora abitano questo mondo, in che modo? Semplicemente aumentando la difficoltà degli scontri, tosti fin dal principio e che verso la parte centrale del titolo si stabilizzeranno su un livello quasi impossibile per la maggior parte dei videogiocatori di oggi, ormai assuefatti da titoli privi di mordente e grado di sfida, inserendo nella trama e nello scenario enigmi dall’alto livello di difficoltà, poche munizioni ed armi, e pochissime provviste utili alla sopravvivenza.

Ottimo è stato il lavoro di caratterizzazione dei personaggi, ognuno dei quali ha proprie capacità e propri difetti. Ammirevole anche il design degli scenari di gioco, soprattutto la cura riguardante le tavolozze di colori utilizzate per rendere il prodotto quanto più asettico e spaventoso possibile. Come da copione, sarà il nero a farla da padrona, mentre la torcia che utilizzerà il nostro avatar emetterà una tonalità biancastra che andrà a fendere l’oscurità come un bisturi che taglia il burro, rivelando sfumature rossastre, grigie e marroncine, sempre poco accentuate in uno scenario che, almeno nelle fasi esterne alle abitazioni, risulta pericolosamente buio. Nelle fasi di gioco che interesseranno l’esplorazione di strutture o abitazioni, la cura al dettaglio degli ambienti risulta nettamente superiore a quella degli oggetti mobili e dei PNG, quasi come se fossero delle fotografie, come accadeva in passato, e questo stile curato dello scenario dà risalto ai colori caldi degli appartamenti mentre aumenta la tensione grazie ai colori ovattati nei luoghi come cantine e chiese. In tutto questo sono sempre i soliti tre o quattro colori a farla da padrona, tutti utilizzati in modo diverso per caratterizzare ogni scenario al meglio. La pecca che abbiamo riscontrato in tutta quest’opera dallo stile dark è sicuramente la staticità degli ambienti ed il livello di dettaglio, che sì è buono ma “nasconde” parecchi componenti utili al giocatore che se fossero stati più visibili avrebbero aiutato la risoluzione di enigmi e la nostra sopravvivenza nelle fasi giocate. Parlando, appunto, di sopravvivenza, non intendiamo la semplice uscita vittoriosa al termine di uno scontro, infatti in questo senso gli sviluppatori ci hanno messo davanti una vera esperienza di pericolo, non facendoci dimenticare che siamo solo umani come lo sono i nostri personaggi giocanti, semplici sopravvissuti: un uomo ed una donna che nella loro vita hanno fatto tutto tranne che uccidere e che, soprattutto, non sono immuni dalle malattie, in questo caso, dal virus che ha contagiato la popolazione inglese. Basterà un graffio, o un morso, per metterci in seria difficoltà, il nostro movimento inizierà a rallentare, i nostri colpi andranno a segno con sempre meno precisione e la vista del nostro avatar  inizierà a calare. Come se non fosse sufficiente questa aggiunta ben inserita in un contesto così mal sano, quelli di XeniosVision hanno amalgamato al groviglio di corridoi ed abitazioni da esplorare tutta una serie di enigmi che tanto ci fanno tornare alla mente i vecchi capostipite dei videogame horror.

BlackSoul ha tutto quello che serve per stupire e spaventare, ma gli sviluppatori hanno “preso” dal passato anche la tecnica di sviluppo, riportando alla luce non solo i pregi e le qualità dei vecchi prodotti, ma anche i difetti più difficili da digerire e più tosti da aggirare. Una meccanica legnosa durante gli spostamenti e durante i combattimenti rende gli scontri difficoltosi ma altrettanto tediosi, difficili e brutti da vedere. Con personaggi simili a manichini che hanno tutto fuorché elasticità nella torsione e nel movimento in generale. Oltre a questo fattore, tutt’altro che trascurabile, il già menzionato livello di dettaglio, aumenta la difficoltà nella sopravvivenza. Ciò ne accentua la possibilità esplorativa, costringendo il videoggiocatore ad addentrarsi nei più oscuri anfratti dello scenario, ma nonostante questo risulterà una vera e propria sfida notare i pochi oggetti utili a schermo.

In chiusura, se siete videogiocatori di una certa data non possiamo non consigliarvi di dare una possibilità a BlackSoul, ora più che mai dato lo sconto del 75% che in questi giorni è presente su Desura. Difatti, con appena 1,99 € potrete farlo vostro, provando con mano quanto fatto dal team di sviluppo di Roma. Vi lasciamo un link allo store, qualora foste interessati: link d’acquisto. Inoltre, se interessati al gioco e vorreste vederlo comparire nella pagina negozio di Steam, potete votarlo tramite il servizio Steam Greenlight.

<img src="http://img.youtube.com/vi/fJnx8zc9Il4/0.jpg" alt="Immagine anteprima YouTube" />

IN CONCLUSIONE
BlackSoul è un titolo enigmatico che ci ha divertito fino alla fine, ma che ci ha anche fatto arrabbiare innumerevoli volte. La difficoltà crescente, il fattore sopravvivenza, gli enigmi davvero tosti, hanno reso questo horror game una vera e propria sfida che ci ha tenuti occupati per più di 10 ore. Siamo sinceri, questo è un ritorno al passato che molti non apprezzeranno, ma che i vecchi videogiocatori sapranno amare. Non è un titolo che andrà a ruba in un mondo dove è la copertina ad invogliare il lettore, in questo caso, la grafica, ma se darete una chance all'ultimo lavoro di XeniosVision ne rimarrete piacevolmente sorpresi: parliamo di una vera avventura horror, come se ne vedono poche in circolazione in questi anni. I difetti, tanti, sono compensati in egual modo dai pregi; pregi da non sottovalutare, che danno quella marcia in più, facendovi immergere in una trama ben strutturata ed amalgamata perfettamente con l'asettico mondo di gioco abitato dalle più fameliche creature che abbiate mai avuto il (dis)piacere di incontrare! ZVOTO 7
Voto dei lettori7
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