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Bordesando bordesando

Da Melagranata

Bordesando bordesando…

Bordesando bordesando

(foto di Fotoreporter)

No, ma qui, non si può star via qualche giorno che ne succedono di ogni.. neppure ritirarsi a zappare l’orticello ( via, l’orticello, due vasi di gerani e di basilico, più che altro!) che ti travolgono gli eventi.
Che è successo in queste due settimane di pensieri, pigrizie e borbottii?
Così all’incirca: vengono arrestati manager e politici, accusati di intrallazzi, tangenti, corruzione, abusi d’ufficio, interessi privati, concussione, bancarotta;  un’asteroide svolazza nei dintorni e in Russia piovono meteoriti su Chelyabinsk; altre donne vengono uccise dai loro compagni, ex mariti, padri, fratelli; è San Valentino; un ragazzo ghanese, a Genova, tenta il suicidio dall’alto di una gru al porto, per non venire espulso; a Sanremo si cantano canzoni; questa mattina, a Fiumicino, un ragazzo di cinque anni più giovane della Perla si è dato fuoco, terrorizzato dal pericolo dell’imminente rimpatrio, dopo che la sua richiesta d’asilo gli è stata rifiutata; il Santo Padre dà le dimissioni; un ragazzo fenomenale e coraggioso, senza più le gambe, ma con una forza e un’energia straordinarie spara a bruciapelo quattro volte contro la sua fidanzata e la uccide; i nostri ragazzi devono andare all’estero a studiare, a cercar lavoro e anche a sposarsi, a volte, come Stefano e Federico.
Posso anche provare a zappettare il terriccio di bouganville e gelsomini, ma la realtà non lascia spazio all’indolenza o alla malinconia, ti trova, in qualsiasi tana tu ti nasconda, ti incalza, ti fa uscire, ti fa rispondere.
Non farò il novello Cincinnato (non ne ho certo valore e statura), né mi crogiolerò ancora nei miei dubbi: ma non li ho risolti, vi avviso.
Ne ho trovata, anzi, in un certo senso conferma, in questa intervista, che giusto oggi m’è capitato di leggere, al bravo Antonio Scurati. Forse drastico e tranchant, ma abbastanza preciso nel definire i contorni di un’ondata che tutto travolge e porta con sé.
Una moda, quella per la cucina, che ormai, come una matrioska, ha in sé tutto e il contrario di tutto: cultura e affettazione, interesse e interessi, pressapochismo e qualità, studio e disinformazione, semplice quotidianità e, a volte, arte.
Ma è cibo. Si parla solo di cibo. Facciamocene una ragione.
Io per prima, che forse ho spostato la barra dalla rotta.
La mia barca, un bel gozzo ligure, di legno ben calafatato, levigato dalla quotidianità e dalla salsedine, costeggia pian piano, bordesando bordesando: non è yacht né veliero, non è motoscafo né piroscafo.
E continuare a navigare, sotto costa, sarà ancora cucina, un poco, e poi libri, pensieri e vita, cinema e musica, viaggi e foto: perché l’orizzonte è ampio e la navigazione impegnativa.


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