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Borsotti si racconta al termine della prima stagione in Coppa del Mondo

Creato il 21 marzo 2012 da Sportduepuntozero

Borsotti si racconta al termine della prima stagione in Coppa del MondoSi conclusa la prima stagione completa di Coppa del Mondo di Sci per Giovanni Borsotti. Lo sciatore di Bardonecchia ha quindi concluso un percorso difficile che lo ha fatto maturare tanto e da cui ha tratto insegnamenti importanti. Il futuro è dalla sua parte e la prossima stagione non potrà che migliorare.

Giovanni, la prima domanda è d’obbligo: sei contento della tua stagione?
«Credo che alla fine sia andata bene. In alcune circostanze i risultati non sono stati quelli a cui aspiravo, ma complessivamente sono contento e sono fiducioso. È stata la mia prima stagione e credo di aver imparato tanto. Ho commesso alcuni errori di troppo e forse quella è la pecca maggiore di tutto l’anno».

Non sembri entusiasta dal risultato. Nella classifica finale ti sei ritrovato al 24° posto: considerato che eri al primo anno il risultato sembra positivo.
«Sì, certo. In allenamento, però, mi sono reso conto che sciavo forte e qualcosa in più avrei potuto fare, ma le volte che ho spinto sono uscito. Nello sci ci sono tante variabili: dalla neve ai materiali e al numero di partenza. Nei 100 metri vince sempre il più veloce, nello sci non c’è sempre questa certezza».

Partire con numeri alti non ti ha aiutato.
«No, ma io sono dell’idea che se uno sciatore va forte il risultato lo ottiene, indipendentemente dalla pista e dal pettorale di gara. In questo sport la fortuna conta poco. Quello che mi serve personalmente è un po’ più di fiducia. Appena riuscirò a fare qualche buon risultato so che andrà tutto meglio. In allenamento vado forte, ma non riesco a dimostrare in gara quello che valgo».

Allora a quando il grande salto?
«Quello viene con i risultati. Bisogna andare avanti. Credo che ci riuscirò quando avrò la testa per partire convinto di poter vincere. Ma prima mi servono dei buoni piazzamenti e non posizioni intermedie. Spero già dal prossimo anno di azzeccare qualche gara e qualche risultatone e da lì sarà tutto più semplice».

Chi ti ha impressionato maggiormente?
«Ligety e Hirscher, i due più forti».

Quest’anno non era il tuo battesimo assoluto con la Coppa del Mondo, ma una stagione intera è diversa da una singola gara. Cosa hai pensato al cancelletto di partenza di Solden?
«Avevo già abitudine a queste gare, perché già in passato avevo partecipato alla Coppa del Mondo, ma in questa stagione ero testo ed è strano per me: in genere sono uno molto tranquillo. Credo sia stato il fatto di partire sapendo di poter fare un buon risultato e non ottenerlo mi ha fatto subentrare una sorta di ansia da prestazione».

Il prossimo anno cambieranno i materiali. Aiutaci a capire le differenze.
«Cambierà il raggio di curva: dovrebbero essere sci più difficili e più lenti. In realtà storicamente si è visto che ogni volta che sono cambiati i materiali tutto si è velocizzato, anche se sulla carta dovevano essere meno rapidi. Personalmente non la ritengo una scelta azzeccata».

Spiegati meglio.
«Innanzitutto abbassando la velocità non si dà spettacolo. Magari non capiterà, ma ho temo di sì. Poi non ritengo che questo sia il momento adatto per cambiare materiali: visto il clima generale non si svilupperanno milioni di sci ed è probabile che molti atleti non troveranno il giusto adattamento».

Hai intenzione di dedicarti ad altre discipline nel prossimo anno?
«Ho fatto altre gare, ma adesso preferisco concentrarmi sul gigante. Credo che sia meglio essere forti ed affermati in una specialità che essere mediocri in tutte».

Terminata la stagione è tempo di vacanza.
«Adesso andiamo a provare i nuovi materiali e dalla prossima settimana ci saranno due raduni, poi inizia la vacanza: si gioca a tennis dalla mattina alla sera e poi a giugno ricomincio la preparazione».

Grazie Giovanni e in bocca al lupo per il futuro.
«Grazie a voi per tutto il lavoro che state facendo».

di Edoardo Blandino


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