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Bosnia ed Erzegovina. Libertà di stampa in pericolo e giornalisti in piazza

Creato il 06 gennaio 2015 da Giacomo Dolzani @giacomodolzani

bosnia_giornalidi Giacomo Dolzani

I recenti tentativi dell’esecutivo e delle forze di polizia bosniache di limitare la libertà di stampa, impedendo ai giornalisti di svolgere il loro lavoro di indagine e di critica nei confronti del governo, dei leader politici e dei funzionari alla guida delle istituzioni, hanno spinto gran parte degli operatori della stampa del paese balcanico a scendere in piazza per manifestare il loro dissenso nei confronti di queste politiche repressive.
Nella città di Banja Luka lunedì 5 gennaio ed il giorno successivo nella capitale Sarajevo, decine di giornalisti si sono riuniti in un sit-in di protesta contro i raid della polizia nelle sedi dei giornali e le minacce verbali ricevute da alcuni di loro e, proprio in occasione della prima manifestazione Milkica Milojevic, presidente dell’Associazione dei Giornalisti di Bosnia ed Erzegovina, ha dichiarato che: “i media che provano a svolgere correttamente il loro lavoro sono oggetto di pressioni; l’atmosfera che si è creata contro chi la pensa diversamente è inaccettabile”.
Nelle scorse settimane si sono verificati diversi fatti che hanno visto come protagoniste le forze di sicurezza bosniache: nella sede di Sarajevo del portale online di notizie Klix.ba la polizia ha fatto irruzione alla ricerca delle registrazioni in cui la presidente della Repubblica Serbia di Bosnia Erzegovina (Republika Srpska), Zeljka Cvijanovic, parlava di una presunta compravendita di voti; sul sito web del portale si racconta infatti dei soprusi e degli attacchi alla stampa che arrivano da alti funzionari dello stato, a cui però non corrisponde alcuna presa di posizione ufficiale delle autorità in difesa dei giornalisti [1].
In altri casi come quello della televisione Bn Tv, con sede a Bijeljina, è stato impedito ai giornalisti ed agli operatori l’ingresso nel palazzo presidenziale della Republika Srpska, mentre altri episodi di minacce verbali sono avvenuti nella città di Mostar; il presidente del Club dei Giornalisti, Sinisa Vukelic, ha aggiunto a riguardo che “questo dimostra inequivocabilmente che il governo ci vuole nelle sue mani, ma questo non accadrà mai” ed ha invitato tutti i colleghi a resistere a queste continue intimidazioni.
Secondo la classifica stillata dall’organizzazione Reporter Senza Frontiere, nella quale si valuta quanto la stampa sia libera in un dato paese, nel 2013 la Bosnia ed Erzegovina occupava il 68° posto, tra Mauritania e Guyana [2], perdendo 10 posizioni rispetto all’anno precedente.
Questi episodi di repressione della libertà e dell’indipendenza dell’informazione da parte del governo di Sarajevo rappresentano un netto passo indietro in quel percorso di integrazione nell’Unione Europea che sta intraprendendo il paese e sono un pessimo biglietto da visita in sede comunitaria, soprattutto in un momento in cui vengono invece richieste alla Bosnia riforme delle istituzioni che portino ad un paese più liberale.

[1] http://www.klix.ba/vijesti/bih/opcinski-sud-u-sarajevu-ponistava-pretres-klixa/150106049

[2] http://en.rsf.org/press-freedom-index-2013,1054.html

da Notizie Geopolitiche



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