Magazine Diario personale

C’era una volta una gatta

Da Iomemestessa

Che NON aveva una macchia nera sul muso.

La gatta in questione ha quattro mesi e da sabato scorso alberga a casa nostra.

Il debutto è stato, come minimo, un po’ delirante. Pronti via, per dimostrarci il gradimento per la nuova sistemazione ha cagato sul letto.

Il nostro. Era talmente terrorizzata che non l’ho nemmeno cazziata. Poi, gaudeamus, ha compreso che la lettiera non è un attrezzo ornamentale ma il luogo acconcio per le sue deiezioni.

I primi giorni ha miagolato come se non ci fosse un domani. Una notte dalla disperazione io e l’Uomo abbiamo dormito con le cuffie audio conficcate nelle orecchie. La nana, bontà sua, sospetto a questo punto possa dormire anche sotto i bombardamenti.

Trascorsi due giorni, ormai stremati, e, soprattutto, temendo uno sfratto esecutivo o, in alternativa, il linciaggio da parte dei vicini, abbiamo scoperto l’esistenza di un diffusore di ferormoni di sintesi.

Se mi avessero mai detto che avrei comprato il diffusore per il gatto avrei riso. Comunque l’aggeggio l’ha tranquillizzata e per me potrebbe spandere qualsiasi cosa.

Socievole, per ora, non é. Almeno, non troppo. Ogni tanto, si fa pigramente grattare la testa e il collo, preferisce di gran lunga l’Uomo (d’altronde è femmina), mi tollera, soprattutto come cambusiera, e osserva a distanza la nana, non avendo ancora compreso se quell’individuo di un metro e venti sia pericoloso o meno.

Dotata di cesta sua propria, dorme ovunque tranne che lì. Preferibilmente, sotto il divano. Per il momento è lunatica, scostante e assolutamente paracula.

Secondo l’Uomo, risponde perfettamente ai canoni delle donne della casa.


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