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Canzoncine per piccoli cantanti

Creato il 15 marzo 2013 da Pioggiadinote

D. Velazquez, Las MeninasIl nonno ci adorava, penso, e cercava di realizzare ogni nostro desiderio. L’unica cosa che non condivideva del tutto era quello che potremmo chiamare il “nostro” credo politico; io lo sapevo, e fin da piccola trovavo irresistibile la tentazione di alzare il pugno (con aria birichina) quando ci inquadrava in qualche foto (i nipotini più fotografati al mondo: dal nonno fotografo).

In casa nostra si aborrivano tutte le forme di esibizione dei bambini: le competizioni, le pubblicità e lo Zecchino d’oro. Ma chissà, forse ne avevamo letto o discusso insieme, o forse il nonno ci aveva visto interessati all’idea di esibirci come cantanti: un giorno riuscì a convocare a casa un collaboratore del mago Zurlì che faceva il talent scout per lo Zecchino d’oro, e mia madre, appena capì perchè era venuto, lo cacciò fuori di casa (ma forse non lo fece nemmeno entrare) a suon di urla, forse anche a pedate. Pochi anni dopo il nonno sostenne con fervore la mia ammirazione per Nikka Costa, procurandomi delle foto rarissime in cui la piccola cantante impastava la pasta della pizza (foto che presero subito il posto d’onore sulle pareti della mia camera).

Oggi mia figlia unenne ama ascoltare musica, ballare (!) e battere le manine, da qualche giorno fa anche delle piccole giravolte. Quando era appena nata talvolta mettevo musica classica in sottofondo, adesso riconosco che la sua musica è quella semplice dei bambini, la musica delle filastrocche, preferibilmente ritmica, su melodie elementari e ripetitive;  mi è capitato di ascoltare anche qualche disco dello Zecchino d’oro. Le vocine dei bambini sono quasi sempre commoventi, è emozionante sentirli, così inizialmente mi sono lasciata rapire e commuovere, dopodichè è riaffiorato un po’ del mio senso critico. Ho notato che vengono scelti i bambini più piccoli: se hanno ancora la vocina paperosa, e se non scandiscono ancora bene le consonanti, è meglio. Inoltre, non è certamente un caso se la bimba che canta Il valzer del moscerino non sa pronunciare la V, e il bimbo che canta I tre corsari ha una pronuncia particolare della R ed S; quello che canta Il torero Camomillo la R non ce l’ha ancora, non la dice proprio. Sono tenerissimi… e ben inquadrati. Tengono le note lunghe come si deve e curano il fraseggio con carattere, così come gli è stato insegnato. Nessuna spontaneità: hanno studiato dai maestri e cantano come vogliono i maestri. Sono intonati per dono di natura ma l’unica libertà che gli viene concessa è quella di impastare un po’ le parole, come è naturale che sia, a quell’età – benchè mi sorga il dubbio che sia proprio tutto calcolato, persino le piccole sbavature.

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