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Caro, anzi, carissimo prato di N. Losito

Creato il 16 settembre 2013 da Nictrecinque42 @LositoNicola

Dopo il post della settimana scorsa dovrebbe essere noto a tutti che il mio passatempo di questa calda estate è stato curare/combattere il nuovo prato della casa di campagna appena ristrutturata. Prima di promettervi che non tornerò più su questo argomento, permettetemi un piccolo flashback.

Non ho potuto fotografare – come mi ero ripromesso – il primo filo d’erba cresciuto sulla terra arata e seminata al termine dei lavori edili sul vecchio stabile dei miei suoceri perché la ditta che aveva in carico la realizzazione del giardino mi aveva tassativamente proibito di camminarci su fin quando il manto erboso non avesse raggiunto gli otto centimetri di altezza.   Pena la perdita della garanzia che il prato avrebbe, in seguito, sopportato il peso del cane di mia figlia e di noi umani. Quindi tutto ciò che ho potuto fare, tre mesi fa, è stato quello di fotografare il giardino in fieri, immortalando la nudità della terra e con il futuro vialetto disegnato usando assi di legno di cantiere.

PasserellaBrignano

Nella foto si intravedono mia moglie, mia figlia maggiore col fidanzato e il suo cane Lea che, religiosamente, si tengono a debita distanza dal futuro prato. Tutti sembrano abbastanza scettici circa la possibilità di vedere a breve crescere l’erba su quel terreno arido e sassoso.

Malfidenti!

Venti giorni dopo l’erba, aiutata da un efficiente impianto d’irrigazione notturna e dal caldo sole estivo, è nata e cresciuta abbastanza da permettere un primo taglio e si è potuto dare il via alla realizzazione del vialetto vero e proprio:

Vialetto

Costruire il vialetto – non scherzo – è stata un’operazione di alto livello ingegneristico (scavo curvo calcolato al computer, creazione di tre differenti strati di pietrisco, impianto sotterraneo di scolo dell’acqua, contenimento con piastre di cemento ai bordi) e ciò ha comportato, come in tutte le grandi opere che si rispettano, inconvenienti di ogni genere. Subito si è parzialmente rovinato il prato antistante la casa (e questo lo si vede chiaramente nella foto) e dovranno passare diversi giorni prima che la distesa d’erba si riformi in maniera adeguata. Poi la scavatrice meccanica ha tranciato, non volendo, tre dei tubi dell’impianto d’irrigazione  sotterrati al tempo della spianatura e semina del terreno. Se avessi saputo in anticipo che avremmo avuto tutti questi problemi, di certo mi sarei accontentato di una decina di beole buttate qua e là lungo un tracciato calcolato a spanne…  Per fortuna, alla fine dei lavori, il vialetto non ha disatteso le aspettative.

Il camper che vedete nella foto (sulla sinistra, dietro la tettoia) è di mio figlio che è venuto a trovarci prima di partire per la montagna. Col suo potente e pesantissimo mezzo, ha contribuito anche lui a dare un ulteriore colpo di grazia al prato nascente. Ma che posso dire? I figli sono piezze e core e bisogna fare buon viso a cattiva sorte mostrandosi sempre felicissimi quando si degnano di venirci a trovare e si fermano un giorno (massimo due, per carità) a dormire dai vecchi genitori.

Terminato il vialetto, la terra in più è stata portata via e, dopo tre settimane,  l’erba è ricresciuta nei punti dove era stata brutalmente schiacciata. Solo a questo punto ho potuto dire la parola fine alla ristrutturazione, durata più di due anni, della vecchia casa di campagna.

Caro, anzi, carissimo prato di N. Losito

Se fossi poeta, ora mi stenderei per terra e ascolterei il rumore dell’erba che cresce (citazione da La ragazza dello Sputnik di Murakami Haruki) e intitolerei “Caro prato” la poesia che con naturalezza sgorgherebbe dal mio cuore. Purtroppo, dopo aver visto la fattura della ditta floricultrice che lo ha realizzato,  dalla mia bocca è uscito un flebile “carissimo prato” e sono letteralmente svenuto, a significare che non mi aspettavo un conto tanto salato…

A parte ogni considerazione pecuniaria, da sempre (anche quando l’immobile era solo un rudere umido e privo di ogni comodità) io amo perdutamente questa casa di campagna e sono convinto che si meritava un’adeguata cornice erbosa. Quest’abitazione per me rappresenta l’emblema del relax, mentre per mia moglie – visto che ama l’ordine e la pulizia – lo è un po’ meno. Qui posso dimenticare tutto e tutti, qui non c’è traccia dei rumori e del caldo soffocante di Milano. Solo qui riesco a vivere con quella lentezza laboriosa che non ho mai trovato altrove. Proprio qui, anni addietro, ho ideato e scritto i tre romanzi che lascerò in eredità ai miei figli. Non so quanto apprezzeranno questo mio regalo, di sicuro non li hanno apprezzati gli editor di una nota casa editrice italiana a cui li avevo inviati in passato sperando – inutilmente – che venissero pubblicati.

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Che dire ancora?

Può darsi che, abbastanza presto, mia moglie e io ci si trasferisca definitivamente in campagna per passare in santa pace quel poco (o tanto!) che ci resta da vivere. Vorrei, infine, far sapere che qui c’è spazio sufficiente per ospitare gli amici di una vita che desiderano venirci a trovare.

Per noi sarà un piacere ospitarli.

Nicola


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