Magazine Lavoro

Caro ministro ti scrivo

Da Laconiglia
Caro ministr Brunetta,
eccomi qui, sono una dei famosissimi bamboccioni che impestano l'Italia. Quell'itala che tu vuoi cambare colpi di rigore e di celordurismo. E' vero, tu don sei del partito che professa questo che ormai non è più un neologismo, ma io ti ci vedo così bene a sbandierare il tuo essere un uomo integro tutto d'un pezzo che non accetta noi mollaccioni che non ci schiodiamo da casa di papà e mammà e che abbiamo addirittura bisogno che arrivi una legge ad imporci di andarcene di casa.
Ora io nn posso parlare a nome di tutta la mia generazione, io non conoscosco le singole casistiche e non voglio farmi esponente di tutti noi, ma a nome mio ho pur il diritto di parlare.
E sai cosa ti voglio dire?
MA CREDI CHE SE POTESSI NON ME NE SAREI GIA' ANDATA DI CASA?
Io a casa mia ci sto benissimo, davvero, ma ho anche 26 anni, vado per i 27, e inizio a sentire il desiderio di un posto mio, gestito da me e diviso con chi ho scelto di condividere la mia vita.
Però tu dimmi, si dimmelo, cosa posso fare.
Il mio compagno lavora ma ha un contratto a tempo determinato di cui non si sa cosa succederà. Sarà una bella sorpresa scoprirlo qundo lui avrà già una trentina d'anni e dovrà passare mesi d'inferno prima di sapere se entrà nel paradiso di coloro che hanno un lavoro a tempo indeterminato.

Indeterminato. Una parola che già di per se fa presagire che non ci sono termini precisi e a volte nemmeno codizioni.
Nel mondo del lavoro di noi giovani non esiste la condizione che se lavori sodo e ti fai valere poi otterrai qualcosa. Oh, no. Sarebbe bello ma ho visto troppe volte coi miei occhi persone valide mandate via dal lavoro perchè 'il contratto è scaduto e tu lo sapevi che non c'erano possibilità di rinnovo' e invece vecchi dinosauri con contratti vecchi del cucco che si tengono stretto il lavoro. Per carità ci mancherebbe, che tengano il loro lavoro fino alla pensione, ma con la crisi, con l'economia che non gira, con la borsa che cala e i businessmen che decidono cose ai più incomprensibili, si finisce che quando un dinosauro va in pensione non c'è un giovane che entra al posto suo.
E poi ci sono io.
Io che al momento non ho lavoro e sono sulle spalle del governo, sono una di quei disoccupati che hanno fatto la fila all'inps per ottenere dei soldi per tirare avanti.
Quando sono stata all'inps per chiedere la disoccupazione mi sono guardata intorno e mi sono chiesta con che spirito sarei andata li se avessi avuto un mutuo da pagare, le bollette a fine mese e magari anche un figlio da mantenere.
E vedevo gli occhi di chi queste cose ce le ha in testa per bene, sempre, in ogni istante e non ho potuto che ringraziare i miei genitori per il letto singolo che ancora mi ospita a casa mia.
Ma io sono positiva. Io spero di avere presto un lavoro.
E facciamo finta che ce l'ho adesso questo lavoro.
Io e il mio fidanzato, figli della generazione 1000€, abbiamo i nostri bravi 2000€ precari da poter investire ogni mese in una casa.
Sai quanto costa una casa qui a Cagliari? Se ti va bene per due stanze da letto, un bagno e un salotto con angolo cottura spendi 250.000€. Senza contare che la devi arredare questa casa e qui in sardegna non c'è uno straccio di ikea.
Sai quanto ci darebbe una banca? 100.000€.
Sai quanto ci da una banca? Niente.
Perchè niente? Perchè non abbimo il posto fisso, of course!
E quando avremo il posto fisso?
Bella domanda. Dimmelo tu.
Beh, possiamo andare in affitto, hai ragione.
E magari vivere per sempre in affitto, perchè con 2000€ al mese, un affitto e le spese da pagare come fai metter da parte qualcosa per comprarti una casa?
Caro ministro Brunetta.
Io capisco che tu sei uno duro e che vuoi farlo capire a costo di provocazioni...ma se vuoi ti lancio io una provocazione:
perchè tu e il tuo governo e tutta l'opposizione la piantate di bisticciare e non lavorate per noi?
Perchè non fate una legge che protegga e agevoli il lavoro giovanile e permetta ai giovani di andare a vivere da soli prima dei 30 anni?
Io non posso parlare a nome di tutti i giovani, ma ti assicuro che io sarei la prima ad andarmene e sono certa che anche tanti altri lo farebbero.
Questa è la provocazione che lancio a te. Ma ne lancio anche una a noi giovani.
Cosa stamo facendo per cambiare la nostra condizione?
Riflettamoci!

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