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Caro vecchio Baretto

Creato il 02 luglio 2014 da Alessandrapepe @AlessandraPepe

Ricorre nell’immaginario collettivo, per molti nella memoria storica. Si faccia avanti chi non è mai capitato nel microcosmo di un vecchio baretto. Sotto casa, vicino al lavoro o a scuola. La colazione in velocità alla mattina, il pomeriggio dopo aver studiato, molti hanno passato le loro intere giornate. Andava bene per chiunque giovani o meno. Ci stava dentro tutto, sport, politica, pettegolezzi si giocava a carte, ci si scannava davanti al catodico durante le partite; i più fortunati potevano contare anche su juke box, flipper e biliardo. L’ha cantato Gino Paoli e lo frequentavano pure gli “Amici Miei”.

Amici miei al bar necchi

Io fortunatissimo, due sotto casa, il Catacchio e il La Versa e se giravo l’angolo, pure il bar del Cerutti Gino. Si il bar del Giambellino quello narrato dl Signor G, l’ineguagliabile Giorgio Gaber. In generale l’atmosfera del luogo ha sempre esercitato una forte attrattiva. Così dagli anni ’40 con i primi mobili bar fino ad arrivare ai ’60 con i carrelli, salotti buoni e tinelli si arricchivano di quella convivialità tra chiacchiere e brindisi che si faceva intima tra le pareti domestiche. E già si poteva parlare di design.

 

carrello-bar-s

 

Tutto questo remebering è stato ispirato da una delle novità più originali scoperta durante lo scorso Fuorisalone, curiosando tra gli espositori a din 2014, l’appuntamento annuale, riferimento per il mondo dell’autoproduzione di qualità.

Baretto by Boatti Verga

 

Ma fate attenzione a questi due. Uno architetto urbanista, l’altra architetto d’interni, il primo tutto sulla ricerca di materiali, la seconda su forma ed estetica. Diversi ma complemetari si incontrano a San Pietroburgo e dopo dieci anni la prima collaborazione. Paolo Boatti e Manuela Verga, per passione si mettono in gioco anche come designer e si autoproducono.

Paolo Boatti e Manuela Verga

Ma nel sodalizio professionale, un ruolo fondamentale lo gioca la nonna di Manuela o meglio, la sua cantina. è li che i due trovano una vecchia cassetta per il trasporto delle bottiglie d’acqua della San Carlo. Originale anni ’60. Arancione con le scritte blu. Da li un un giro incessante per rigattieri, magazzini, una ricerca accurata e continua, non se ne trovano tante in buone condizioni. Non ci si può quindi limitare al supermercato in zona. Del resto Baretto è unico, ogni pezzo è diverso.

Baretto by Boatti Verga

Baretto by Boatti Verga

Un’idea tanto semplice quanto sorprendente, un porta bottiglie, un piano e quattro ruote. Le cassette sono sempre diverse, nelle forme e nei colori. Un amarcord evocato da brand col sapore di réclame. La filosofia racconta di vintage e sostenibilità attorno ai concetti di riuso e riciclo.

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Baretto bu Boatti Verga

Al telefono con Paolo ho fatto una domanda: “industrializzare?” Non se ne parla nemmeno. Ogni pezzo deve essere irripetibile e numerato. E poi a loro piace vedere un’idea prendere forma nelle proprie mani.

Baretto by Boatti Verga

Baretto by Boatti Verga


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