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Casa Lazio, fra alti e bassi nel primo anno del “dopo Lulic” (by Marco Pontremolesi)

Creato il 28 settembre 2013 da Simo785

Una Lazio tra alti e bassi nel primo anno del dopo “Lulic” e dell’eterna non rivincita.

di Marco Pontremolesi

Casa Lazio, fra alti e bassi nel primo anno del “dopo Lulic” (by Marco Pontremolesi)

E’stata una settimana densa d’impegni. Dopo la sosta della Nazionale la Lazio ha incominciato un tour de force non indifferente, che la vedrà giocare ogni tre giorni fino alla prossima sosta di Ottobre, dove si concluderà per gli uomini di Petkovic la prima “full immersion” della stagione tra campionato ed Europa League. E aggiungo finalmente, visto l’ecatombe d’infortuni che tormentano ulteriormente il cammino di questa prima parte di stagione. Infatti, ai già inutilizzabili Radu, Biglia e Felipe Anderson si sono aggiunti Biava, Novaretti e Konko e infine Miro Klose : un vero e proprio bollettino di guerra che ha trasformato l’infermeria di Formello in un ospedale da campo.

Forse, anzi ne sono certo, a Caporetto c’erano meno morti e feriti. Del resto, una cosa simile era già stata messa in preventivo dai tifosi, visto che da anni conviviamo con l’emergenza infortuni, sin dai tempi di Reja. Infatti, con una squadra sempre più “vecchia” e che non ha ricambi gli acciacchi, più o meno gravi, diventano una costante inevitabile. Se poi, aggiungiamo a questo una propensione da parte di alcuni elementi come Ederson,Konko e altri a farsi male anche quando si alzano dal letto, il cerchio si chiude tragicamente…

Comunque passiamo al campo, e incominciamo a narrare queste partite che stanno portando la Lazio a concludere affannosamente il mese di Settembre. I primi due impegni che hanno vista impegnata la Lazio nel post-sosta sono stati il Chievo e il Legia Varsavia; due partite diverse nel risultato, ma simili per il modo di essere interpretate a livello tattico. In entrambi i casi i biancocelesti si sono imposti con una vittoria; nella prima per 3-0, nella seconda “solo” per 1-0. Aldilà del differente risultato numerico, ci sono due cose che vanno evidenziate nell’analisi comune delle partite in questione.

1) Gli svarioni di una difesa che è troppo lenta e poco attenta, e che tra campionato e supercoppa ha subito la bellezza di ben dodici goal. Troppo, esageratamente troppo per una squadra di serie A che deve affrontare ancora la sesta giornata di campionato. Cana, Novaretti, Ciani e Dias hanno commesso errori “marchiani” inconcepibili per un professionista, e il povero Marchetti non può trasformarsi in Padre Pio; anche perché di miracoli ne ha già fatti molti.

Casa Lazio, fra alti e bassi nel primo anno del “dopo Lulic” (by Marco Pontremolesi)

2) La sterilità di un attacco che levato Klose, e ultimamente anche lui non sta facendo nulla, è assolutamente inesistente e non da nessuna garanzia. Infatti, il mancato arrivo di Ylmaz ha messo ancor più in evidenza i problemi di un attacco che risente in maniera forte dell’assenza di un bomber di razza, da 15-20 goal a campionato. Ormai, il bomber della nazionale tedesca ha trentasei anni e non può reggere da solo la baracca; in più nell’anno del suo ultimo mondiale già sta tirando indietro la gamba per non infortunarsi e rimanere integro per Giugno : un atteggiamento eccessivamente “prudente” che danneggia solo ed esclusivamente la Lazio. Per quanto riguarda Floccari, il “boia” di Vibo Valentia non è mai stato un grande goleador ( visto che il suo record in campionato è fermo a quota dieci ),ma il suo spirito di sacrificio, la sua combattività e la sua ottima tecnica di base l’avevano portato a essere una buona alternativa a Klose negli anni scorsi. Purtroppo, in queste prime partite anche le sue caratteristiche di “uomo squadra” si stanno lentamente perdendo, e così la sua carenza realizzativa è ormai messa ancor di più in evidenza…e le critiche fioccano.

La partita con il Catania ha sottolineato tutto ciò, purtroppo. Infatti, l’attaccante laziale, partito titolare dall’inizio, è risultato assolutamente “impalpabile” per usare un termine edulcorato. Forse, il termine giusto è “irritante” o “nullo”,  appesantito ulteriormente da una condizione fisica molto discutibile e da una pancetta “alcolica” degna di un impiegato statale. Infine concludiamo il discorso del parco attaccanti con Keita e Perea; entrambi sembrano avere delle buone doti individuali, soprattutto Keita, ma sono ancora troppo giovani e acerbi per essere a tutti gli effetti dei giocatori di Serie A, soprattutto da un punto di vista fisico. Infatti, è evidente a occhio nudo che le due “nuove leve” della Lazio sono ancora troppo gracili e devono mettere su una struttura muscolare più massiccia per contrastare i ruvidi ed esperti difensori del campionato italiano. Dunque, la Lazio attuale riesce a trovare la via del goal solo ed esclusivamente grazie alla folta batteria di centrocampisti, tra cui spiccano Hernanes e Lulic : entrambi dotati di un grande tiro e di ottimi tempi d’inserimento che fino a ora hanno sbloccato le partite fin qui disputate.

 

Casa Lazio, fra alti e bassi nel primo anno del “dopo Lulic” (by Marco Pontremolesi)

Quindi, dopo questa disamina impietosa della difesa e dell’attacco, passiamo al derby del 22 Settembre : ovvero la sintesi di tutto quello che abbiamo detto in precedenza. Contro la Roma è scesa in campo una Lazio troppo brutta, timida e impacciata per essere vera. Negli occhi dei tifosi c’è ancora quel ventisei Maggio e quella Coppa Italia conquistata proprio contro i cugini, dove una Lazio concentrata e gagliarda è riuscita a vincere una finale che ormai è entrata di diritto nella storia del calcio capitolino. La squadra di domenica scorsa non si è minimamente avvicinata ai livelli di quattro mesi fa, e ha creato troppo poco ( la traversa e il goal mangiato clamorosamente da Klose ) per far sua la stracittadina. Così, ha lasciato spazio a una Roma sorniona per sessanta minuti, che ha aumentato i ritmi nell’ultima mezz’ora, conquistando i tre punti con un goal dello “stracriticato” Balzaretti e un rigore di Lijaic. Dunque, abbiamo perso un derby, come tanti altri ben peggiori. Ma la consapevolezza dell’eternità del ventisei Maggio rimane viva e forte; perché questa è una ferita ancora aperta che non potrà mai essere rimarginata; perché era una finale secca, perché è stata l’unica finale in cui Roma e Lazio si giocavano un trofeo, perché non c’è e non ci sarà mai rivincita. Come ha detto Lulic nel dopo gara di Lazio-Catania : “Noi possiamo riscattare la sconfitta di domenica scorsa nel derby di ritorno. Loro no”. E questo lo sanno benissimo anche i romanisti.

 

Casa Lazio, fra alti e bassi nel primo anno del “dopo Lulic” (by Marco Pontremolesi)

Infine concludiamo il nostro “tour de force” settimanale con Lazio-Catania, terminata 3-1. Una vittoria e tre punti che servivano e hanno permesso alla Lazio di smaltire le tossine del derby perso. In una “sagra degli errori” continua, che ha visto soprattutto Cana e Guarente sopraffini “assistman” al contrario per Barrientos e Lulic, la Lazio riparte e respira un’aria di medio-alta classifica. Un’aria frizzantina più “primaverile” che “autunnale”. Già, un’ aria di “primavera” che si è continuata a respirare anche il giorno dopo la partita. Infatti, gli aquilotti campioni d’Italia, guidati da mister Bollini, hanno affrontato la Juventus, vincitrice della Coppa Italia, nel remake della Supercoppa Italiana. Ancora una volta è finita con la vittoria beffa dei “baby bianconeri” per 2-1 al novantesimo, con reti di Gerbaudo, Keita e Donis. Aldilà dell’arbitraggio non troppo trasparente, rigore netto non dato a Keita ed espulsione dello stesso con due ammonizioni per simulazione che gridano vendetta, mi preme sottolineare la prova del giovane ex Barcellona con un goal da vero fuoriclasse. Il talento laziale è riuscito, a tu per tu con il portiere bianconero, a rimanere freddo fino all’ultimissimo secondo, a far sedere lo stesso e a scavalcarlo con uno “pallonetto” delizioso. Keita è un ragazzo che ha ottime doti tecniche e una grandissima progressione. Forse, è presto per dire che diventerà un campione, ma nella gara con il Legia e oggi ha dimostrato per l’ennesima volta di avere le “potenzialità” giuste per essere un futuro fenomeno. Ormai è un po’ di tempo che lo seguo e sono sicuro che se manterrà la testa a posto in casa laziale avremo l’erede di Klose. Probabilmente già da quest’anno.


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