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CAUCASO: Karačaj-Circassia, benvenuti sulla Luna

Creato il 09 maggio 2012 da Eastjournal @EaSTJournal

di Enzo Nicolò Di Giacomo

CAUCASO:  Karačaj-Circassia, benvenuti sulla Luna

Nel villaggio caucasico di Arkhiz, i cavalli vengono noleggiati a tutti i fanatici della montagna o dell’alpinismo, che vanno in escursione sulla Polyana Lunaya o sul Monte Sophia. Arkhiz si trova nella Repubblica Autonoma della Karačaj-Circassia, una repubblica caucasica (non indipendente) della Federazione Russa, di circa 430mila abitanti. Confina internazionalmente soltanto a sud, con Georgia ed Abkhazia. I suoi confini interni, ossia quelli amministrativi sono: ad est con la vicina sorella Cabardino-Balcaria; a nord e ad ovest con i territori di Stavropol e Krasnodarsk. Fu costituita in epoca sovietica quale distretto autonomo, per accorpare ed amministrare congiuntamente i circassi (islamici, di lingua caucasica) con i karakaj (anch’essi islamici, ma di lingua appartenente alla famiglia turco-mongola).

I Circassi e i karakaj (dei quali è difficile anche la traslitterazione in italiano) si differenziano tra essi, sia etnicamente, sia linguisticamente, a tal punto che per comprendersi sono costretti a parlare in russo. I primi, assieme ai cabardini, costituiscono una parte delle tribù circasse stanziatesi in queste terre sin da epoche remotissime. Vivono nella parte nord, più pianeggiante, e si occupano del settore industriale. I karakaj invece hanno colonizzato le alture del sud soltanto negli ultimi secoli: fieri guerrieri, allevatori di bestiame, islamici tolleranti, oggi non vivono più nel totale isolamento di prima. Qualche decennio fa hanno ritenuto più redditizio fare affari coi vacanzieri che continuare a condurre esclusivamente o in prevalenza la durissima vita di montanari. Questa repubblica non è stata ancora toccata dall’odio etnico o religioso. Merito forse di quell’islam permissivo professato da queste genti, che di certo non nascondono la loro genesi guerriera.

A Khurzuk, in direzione sud-est, il tempo viene ancora scandito dal bioritmo degli animali. Questo piccolo abitato si sveglia come ogni mattina nell’assoluto silenzio, interrotto soltanto dal ritmo incessante dei campanacci delle mucche e dal tintinnio leggero dei campanellini delle capre. Le sue microscopiche fattorie sono attrezzate quasi sempre con abbeveratoi per i cavalli e per le greggi. Sparse sui terreni, numerose arnie sembrano lillipuziane casupole dove le api producono un eccellente miele d’alta montagna. Nel centro di Dombaj (ultimo insediamento umano vivibile a ridosso dei “grandi monti”), al contrario, sorgono hotel e confortevoli resort di montagna, con tanto di nomi suadenti tipo“Hotel Cristal”, in mezzo ad impianti sciistici di ultima generazione. Molti di essi verranno ultimati in occasione delle Olimpiadi invernali di Soči, del 2014. Tutto ciò è stato ideato, per dare maggiore impulso al “settore affaristico della neve”.

Sul monte Pastukhov, nei pressi di Zelenčukskaja, nel 1975 venne costruito un innovativo Osservatorio Astronomico, con all’interno un gigantesco telescopio chiamato BTA-6 (Bol’shoi Teleskop Azimultal’nyi). Tale scelta è stata sicuramente determinata dall’assoluta armoniosità di questi monti, lontani dalla contaminazione delle luci artificiali. Qui esiste ancora la città scientifica con i vari alloggi, spazi commerciali e servizi, riservati alle famiglie degli studiosi e dei tecnici dell’impianto.


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